17 settembre, 2020

Luigino riprende quota

 Luigino riprende quota

Luigino riparte da Dio

In questi mesi, dal marzo scorso, come sanno bene i miei lettori, ho seguito Luigino Bruni in una serie di suoi articoli su Avvenire

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Ma il passo molto importante è quello che fa Luigino in quest’ultimo articolo «Non ad immagine d’idolo» del 13 settembre scorso, anche se il sovratitolo che nega che l’essere umano sia «simulacro» di Dio non è felice, ma comunque nel corso dell’articolo Luigino si spiega chiaramente ricordando la dottrina biblica dell’uomo creato ad immagine di Dio. «Simulacro» ha un senso evidentemente negativo e si riferisce, come spiega l’Autore, ad immagini sbagliate ed idolatriche, meschinamente antropomorfiche, della divinità.   

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/luigino-riprende-quota.html 


Luigino Bruni. Professore ordinario.

Immagine da internet.

8 commenti:

  1. Buongiorno Padre, scusi se intervengo fuori topic ma ho avuto uno scambio di vedute con una persona riguardo a questo suo articolo https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/dalla-terra-al-cielo-il-percorso-della.html e lui ritiene che la sua visione che ci potrà ancora essere una forma di unione tra uomo e donna in Paradiso, dopo la Resurrezione della Carne, sia sbagliata. Vorrei citarle quello che mi ha scritto per chiarire eventualmente se e dove lui sia in errore

    Mi scrive

    “Ho letto l’articolo di P. Cavalcoli e, francamente, non capisco questa sua arrampicata sugli specchi a fronte di un’evidenza evangelica che non mi pare abbia citato: alla domanda di sapere se nell’aldilà si sarà il marito di una donna in particolare, la risposta di Gesù è chiara, nell’aldilà non ci sono più mariti e mogli e nella dottrina cattolica ben sappiamo che al momento della vedovanza il sacramento stesso cessa, anche se poi, ovviamente, la particolare carità del marito per la moglie resta eterna e personalizzata.

    Lì dove non c’è più matrimonio, non c’è spazio per atti sessuali santificanti: fine della storia, in quanto checché ne dica il P. Cavalcoli, la Città Celeste del Dio di Gesù Cristo non è il paradiso di al Lah con le sue Uri presenti per il sollazzo eterno dei suoi “santi”.

    Per altro, su un piano filosofico, la nozione stessa di piacere è legata all’aspetto corporale dell’esperienza di giustizia (in quanto solo la giustizia è fornitrice di felicità): si sperimenta il piacere quando l’organo o il corpo compiono quello per il quale sono fatti nella loro funzione specifica, il che, per essi, non include altra causa finale, in quanto realtà corporali.

    La santità, ed è quel che insegna San Paolo, non consiste a lasciare andare i nostri organi corporali soddisfare i loro propri scopi indipendentemente gli uni dagli altri e senza relazione con lo scopo proprio del corpo dal quale ricevono animazione in quanto causa strumentale, ma consiste ad ordinare lo scopo del corpo al fine che gli ha assegnato il Creatore, e cioè la glorificazione di Dio. Ne consegue che un piacere, cioè un organo che si realizza nella propria funzione, che non è ordinato a tale fine è sorgente di disordine, ovviamente, e, di conseguenza, causa di mancata adorazione di Dio, adorazione che avviene solamente quando ci si sottomette alla Volontà del Padre.

    Ci sono molte fonti di piaceri, tanti quanto sono i nostri organi: ad esempio, vi è un indubbio piacere nei movimenti intestinali, quando lo sfintere compie la sua funzione quotidiana, ciò non implica che in Paradiso, però, passeremo il nostro tempo a defecare; infatti in Paradiso non c’è più bisogno di bere e mangiare e quindi non c’è più bisogno di esercitare quel piacere, che, eppure è molto sano e molto santo, direbbe sicuramente il Buon Papa Francesco, da esercitare in terra; che, però il defecare stesso sia la via mistica da percorrere per una santità rinnovata penso che, ancora, nessuno ci abbia pensato seriamente.

    Allo stesso modo, la natura corporea che ci è propria implica che per raggiungere lo scopo per il quale Dio ci ha creati dobbiamo essere fertili come Lui ci comanda e, al contempo, aiutarci gli uni gli altri nella Carità, e, nel quadro della coppia sposata, questo è realizzato anche, ma non esclusivamente, con l’uso razionale degli organi sessuali. Ma una volta il legame matrimoniale rotto dalla morte, ovviamente non c’è più modo di essere fertili sul piano corporale, e non c’è più bisogno dell’uso degli organi sessuali, in quanto ogni carità viene in fin dei conti da Dio stesso.

    Per concludere, penso davvero che tale Padre Cavalcoli farebbe meglio di studiarsi la dottrina di San Giovanni Paolo Magno in materia di sessualità che inventarsi un’arrampicata sugli specchi fumosa oltre che falsa nelle sue conclusioni.”

    Le scrivo in pubblico non in privato così che eventualmente sia visibile anche a chi fosse interessato.

    Un caro saluto e una preghiera per lei, che spero ricambierà.


    M.C

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    1. Caro anonimo,
      rispondo alla lettera che Lei mi ha riportato dicendo che nella questione della resurrezione dell'uomo e della donna seguo la dottrina di S.Tommaso e di S.Giovanni Paolo II. Quando Cristo dice che in paradiso non c'è il matrimonio, si riferisce alla funzione procreativa del matrimonio, dato che inparadiso cessa l'incremento della specie, ma non mancherà l'amore fra uomo e donna, secondo il comando del Genesi: "non sono più due ma una sola carne". Cristo è venuto a ricostruire l'unione fra uomo e donna, spezzata dal peccato originale. Non mi pronuncio sull'esistenza o meno dell'unione sessuale in paradiso, nè la Chiesa si è pronunciata su ciò. Tuttavia è certo che vi sarà il sesso, anche se non sappiamo adesso come sarà la sua configurazione fisica, che quaggiù è legata a un sesso procreativo, mentre lassù ci sarà solo un sesso affettivo o unitivo. Quanto al piacere, esso è stato creato da Dio e corrispond all'attuazione della potenza affettiva, per cui non si vede perchè non dovrebbe esserci lassù. Quaggiù può essere peccaminoso perchè può contrastare con la ragione. Ma lassù lo spirito sarà pienamente riconciliato con la carne.
      Alcune letture di mie opere consigliate:
      1. LA CONDIZIONE DELLA SESSUALITA’ UMANA NELLA RESURREZIONE SECONDO S.TOMMASO, Sacra Doctrina, 92, pp.21-146, 1980;
      2. LA RESURREZIONE DELLA SESSUALITA’ SECONDO S.TOMMASO, in Atti dell’VII Congresso Tomistico Internazionale a cura della Pontificia Accademia di San Tommaso, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1982, pp. 207-219;
      3. – LA RESURREZIONE DEL CORPO, Sacra Doctrina, 1, 1985, pp.81-103 (l'insegnamento di S.Giovanni Paolo II);
      4. LA COPPIA CONSACRATA, Edizioni VivereIn, Monopoli (BA), 2008.
      P.Giovanni

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    2. La ringrazio infinitamente Padre (comunque ci siamo già sentiti in privato, ho preferito celare la mia identità in questo post per ragioni di privacy). Sa, la persona che ha scritto quelle righe che le ho citato è una persona di una arroganza spropositata che, oltre che spacciare per certezze insindacabili ciò che non è certo manco per nulla, tende anche, con un fare tranchant e spesso cafone, a ridicolizzare il suo interlocutore, davanti anche ad altre persone peraltro, e ad umiliarlo volutamente (naturalmente, ça va sans dire, spacciando tale operazione come nobile esercizio della Carità evangelica: mi sfugge come il dare dell’onanista pubblicamente -così mi sono sentito apostrofare da questa persona che scrive su un noto blog cattolico, persona che non nominerò perché si nomina il peccato ma non il peccatore- ad una persona che ritiene che il Paradiso sarà anche godimento sensibile e non solo spirituale possa essere esercizio della Carità evangelica ma tant’è, sempre come mi è stato detto da questa persona, in un altro esercizio sublime di Carità Cristiana naturalmente, io sarei dotato di un’intelligenza molto inferiore alla media. Suppongo quindi sia normale che questa cosa mi sfugga. :)

      Grazie ancora Padre, Dio la benedica.

      M.C

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    3. Aggiungo un’ulteriore cosa, Padre: per me queste correnti di pensiero, che io definisco criptognostiche - non perché disconoscano la Resurrezione dei corpi ma perché di fatto relegano l’importanza e la funzione della corporeità dopo la Resurrezione ad un livello così basso da non riuscire a far capire, nel concreto, quale sarebbe la differenza tra l’esistenza umana ed angelica dopo il Giudizio universale- per quanto mi riguarda sono una delle ragioni per le quali le persone si allontanano dalla Fede.

      Non sono la ragione più importante, quasi certamente nemmeno una delle più importanti, nondimeno per me sono una delle ragioni.

      Perché il Paradiso, per come presentato “storicamente” e comunemente, di fatto è appetibile molto più per l’alternativa ad Esso (cioè l’inferno e la dannazione eterna) che per se stesso. E aver reso il Paradiso desiderabile più a causa dell’alternativa che per se stesso (ed è così per tantissime persone, tranne quelle che per ragioni di vario tipo sono propense a considerare basso è quasi ripugnante ciò che concerne il piacere sensibile, tanto da accomunare il piacere anche conviviale e spirituale del mangiare e del fare un buon pasto gustoso alla defecazione, e da considerare l’unione sessuale fisica un qualcosa di necessario per la continuazione della specie e basta ma che di per se è talmente “basso” da non avere cittadinanza in Paradiso. Di sicuro, diciamo così, il Paradiso per come presentato comunemente, ai popoli mediterranei è più appetibile per evitare l’inferno che per se stesso :-) ) per quanto mi riguarda è una cosa molto grave perché, anche se ovviamente non è nelle intenzioni di chi la pensa in questo modo, induce involontariamente e indirettamente al peccato.

      Perché quando presenti alla gente il Paradiso come solo e soltanto godimento spirituale, dove la corporeità avrà un ruolo pressoché nullo sotto tutti gli aspetti tale da rendere l’esistenza umana paradisiaca per l’appunto più angelica che umana (anche se divinizzati rimarremo sempre umani in Paradiso), è inevitabile che le persone, specie quelle meno salde nella Fede, pensino “ma allora dobbiamo godercela qui, perché no? Tanto per pentirci c’è sempre tempo, posso pentirmi anche a 70 anni”. Pensiero, ovviamente, sbagliato è pericolosissimo per la salvezza eterna, ma che secondo me viene indotto involontariamente anche da certe visioni.

      Un caro saluto ancora, Padre.

      M.C

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  2. Padre, ho riferito la sua risposta a questa persona, la quale, oltre alla solita geremiade di insulti (di cui uno molto grave, insinuando che non sarei sposato perché le ho scritto alle 3 del mattino, pensi un po’. Adesso uno deve essere insultato anche per l’insonnia), mi ha fatto alcune osservazioni interessanti, tra cui il fatto che la coppia modello nel Nuovo Testamento è composta Giuseppe e Maria, i quali non hanno mai esercitato nemmeno il sesso unitivo, seppur avrebbero potuto benissimo e lecitamente farlo, dopo la nascita di Cristo. E mi ha anche citato Mt 22,29-30 per alludere al fatto che l’esistenza degli uomini in Cielo sarà assimilabile a quella angelica in tutto e per tutto.

    Ora, io non ho mai interpretato letteralmente Mt 22,29-30, per il semplice motivo che non vedrei l’utilità della Resurrezione della carne se anche il corpo e i sensi non saranno partecipi della Beatitudine, però l’osservazione su Giuseppe e Maria è interessante.

    Mi ha detto “se l’insegnamento per lo meno eterodosso di P. Cavalcoli è davvero quel che affermi, allora la Santissima Vergine e San Giuseppe in Cielo starebbero facendo “sesso unitivo” in questo momento: siamo proprio nell’allucinazione delirante“.

    Ora io non credo che il suo insegnamento sia eterodosso, però gradirei leggere una risposta a questa cosa. La ringrazio in anticipo.

    M.C

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    1. Caro Anonimo,
      S.Giovanni Paolo II ha spiegato che quel «saranno come gli angeli» non va inteso nel senso che saremo puri spiriti, il che negherebbe il dogma della resurrezione, ma vuol dire che lo spirito avrà pieno dominio sul corpo.

      Quanto al matrimonio tra S.Giuseppe e la Madonna, la sua verginità ha una motivazione assolutamente unica perché è relativo alla generazione del Figlio di Dio. Con tutto ciò esistono nella storia della santità coppie di questo genere, come per esempio il caso di Jacques e Raissa Maritain, ma sono carismi rarissimi.

      Ciò che si può dedurre dagli insegnamenti di S.Giovanni Paolo II, che riporto nella bibliografia, è che la prospettiva ordinaria è quella dell’amore fra uomo e donna non generativo. La cosa misteriosa qui è che non sappiamo quali saranno le fattezze del corpo maschile e femminile, perché qui essi sono configurati in ordine alla generazione, mentre in cielo il sesso non sarà più generativo, ma solo unitivo. Il piacere sensibile è creato da Dio e non si vede perchè dovrebbe scomparire, anzi sarà ancora più intenso, ma perfettamente controllato dallo spirito.

      È chiaro peraltro che la coppia Giuseppe-Maria esclude l’unione fisica. Ma non sappiamo come andranno le cose nei casi ordinari, perché l’unione fisica è oggetto della volontà originaria divina, che sarà riattuata in cielo: «non sono più due, ma una sola carne» (Gen 2,24). Cristo è venuto appunto per ristabilire l’originaria volontà divina frustrata dal peccato.

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    2. La ringrazio infinitamente, Padre.

      Non le ho risposto fino ad oggi perché sono stato molto impegnato ultimamente tra famiglia e lavoro. Molto interessante, utile e completa la sua risposta.

      E la ringrazio per essere privo di quell’arroganza che caratterizza alcuni miei fratelli nella Fede.

      M.C

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