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Come rivolgerci a Dio - Prima Parte (1/2)

 

Come rivolgerci a Dio

Prima Parte (1/2)

                           Padre nostro che sei nei cieli

       Figlio di Davide, abbi pietà di me!

          Veni Sancte Spiritus

 La preghiera monoteistica

ovvero la preghiera umana

La preghiera a Dio in generale la formiamo sulla base del nostro modo di pregare in una situazione di bisogno un’altra persona umana, una persona buona, che sappiamo che ci ama, che è in grado di aiutarci ed è disposta a farlo.

Per essere spinti a pregare dobbiamo aver coscienza di ciò di cui abbiamo bisogno. Possiamo conoscere ciò in una forma precisa e specifica oppure in una forma generica, vaga e indeterminata.  Possiamo conoscere ciò di cui abbiamo bisogno, ma non i mezzi per realizzarlo. Oppure può capitare di credere di aver bisogno di qualcosa, che però non ci fa veramente bene, ma ci è dannoso. 

Per essere esauditi nelle nostre preghiere a Dio dobbiamo esser certi di chiederGli ciò che Egli stesso vuole per noi. Per questo, la prima preghiera che dobbiamo rivolgerGli è di farci conoscere la sua volontà, affinchè possiamo chiederGli di poterla compiere o che venga fatta.

In certi casi, pur sapendo con certezza di chiedere qualcosa di buono, dobbiamo esser pronti ad accettare che Egli non ci esaudisca perché in quel caso la rinuncia a quel bene serve ad acquistare un bene maggiore stabilito da Lui. Per esempio, possiamo chiedere a Dio di essere liberati dai nostri nemici, cosa certamente buona. Ma Egli può aver disposto che lasciandoci soffrire possiamo fare penitenza dei nostri peccati e purificare la nostra condotta.

La preghiera monoteistica è propria di colui che sa mediante la ragione che Dio esiste, ed è personale e purissimo spirito; Lo invoca come Dio uno, unico, altissimo, al di sopra di tutti gli dèi, Essere sussistente, causa prima, motore immobile, fine ultimo, creatore del mondo materiale e spirituale, sapientissimo, bontà infinita, onnipotente, eterno, immutabile, giudice giusto, misericordioso e provvidente, salvatore dell’uomo. È la preghiera di coloro che non sanno che Dio è Trinitario, come i filosofi, gli ebrei, i musulmani.

È chiaro dunque che la possibilità della preghiera è fondata sulla coscienza della distinzione tra il nostro io e il Tu divino. Chi, come il panteista, concepisce Dio come il fondo del proprio io, considera la preghiera come cosa senza senso.

Inoltre il pregare è una richiesta di aiuto a qualcuno che ci può aiutare. È chiaro che chi ritiene di non aver bisogno di niente, chi si ritiene innocente, perfetto, senza peccati, senza difetti, chi pensa di poter cavarsela da solo in ogni situazione, chi ritiene di aver bisogno al massimo dell’aiuto del prossimo ma non di Dio, perché è già Dio egli stesso; chi considera cose buone la sofferenza, le sventure o la morte; chi si considera assolutamente libero senza aver bisogno di essere liberato da niente, costui considera il pregare Dio come cosa assurda.

Nella preghiera ci può essere il rischio di rivolgersi al demonio anziché a Dio e di ritenere come aiuto divino una forza dataci dal demonio. Non basta concepire Dio come un tu a noi superiore, più potente di noi e a noi favorevole. Anche l’angelo ha queste caratteristiche. Ma se noi scambiamo l’angelo per Dio, succede che si fa vivo il demonio. Ecco perché la Bibbia e Sant’Agostino dicono che gli dèi dei pagani sono dei demòni. Il Dio dei modernisti non è molto diverso da un dio pagano.

Questo guaio accade quando non si ha un concetto dovutamente elevato e purificato di Dio e si intende Dio non come Signore al quale dobbiamo servire, ma come una potenza a nostro servizio e quando la nostra intenzione non è retta e sincera, quando ciò che ci interessa non è esser soggetti a Lui, ma è l’affermazione di noi stessi, quando preferiamo la nostra volontà alla sua, quando siamo attirati più dal nostro io che dal desiderio di vedere Lui, quando il desiderio della nostra salvezza prevale sul desiderio di dedicarci a Lui.

La preghiera diventa inutile anche nella falsa mistica. Qui infatti l’uomo, col pretesto della libertà dei figli di Dio, dell’amore per Dio e della sua misericordia, crede di essere talmente in una ineffabile confidenza con Dio, crede di conoscere così bene la sua misteriosa volontà e di essere in tale intimo contatto col suo Mistero assoluto, che può relativizzare o scavalcare qualunque dogma o precetto morale, e quindi tutto gli è permesso, «al di là del bene e del male», per dirla con Nietzsche.

C’è d’altra parte chi confonde la preghiera col rendimento di grazie, ossia col ringraziamento a Dio per i doni e le grazie ricevuti, rifiutandosi di concepire la preghiera come richiesta di aiuto o richiesta a Dio di qualcosa di cui si ha bisogno, come se il richiedere fosse cosa bassa, egoistica e spregevole, non degna di un’anima nobile e della vera preghiera. Queste persone sembrano anime pie, generose e disinteressate, ma in realtà mancano di umiltà, non volendo riconoscere i propri bisogni davanti a Dio.

La religione naturale è sufficiente a dar fondamento alla preghiera, perché conosce l’infinita bontà e misericordia divine, dà la coscienza di dipendere da Dio come sue creature, dà coscienza delle proprie miserie, peccati e bisogni davanti al prossimo e a Dio, dà coscienza della propria impotenza a praticare la virtù senza l’aiuto divino.

Tuttavia nella religione naturale l’uomo manca della piena coscienza del destino di beatitudine che Dio gli ha preparato dall’eternità in Cristo e per questo limita le sue richieste a ciò che gli detta la semplice ragione: perfezionarsi nelle virtù umane, liberarsi dalla sofferenza, conseguire la conoscenza di Dio come causa prima, fine ultimo e sommo bene.

La preghiera trinitaria

ovvero la preghiera cristiana

Il cristiano, come ogni uomo ragionevole, sa che Dio esiste, ma, in quanto cristiano, informato da Cristo e dalla Chiesa circa la piena beatitudine dell’uomo, non si limita a pregarlo in quanto Dio, bensì Lo prega come Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, giacchè è molto meglio conoscere, amare e pregare Dio così che con la sola ragione.

È infatti meglio conoscere una persona così come essa mi si rivela e mi parla di sè piuttosto che come io la posso conoscere deducendo o riflettendo sui suoi atti esteriori e sui suoi discorsi su argomenti vari. È meglio conoscere Raffaello direttamente nella sua persona e nella sua vita piuttosto che tramite le sue pur stupende pitture. Ebbene, la ragione ci fà conoscere Dio indirettamente mediante le sue opere. Invece ascoltando il Figlio impariamo che Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo. Tre persone in una natura.

Nel caso della preghiera trinitaria sorge però una questione che non esiste nella religione naturale: qui abbiamo tre punti assoluti di riferimento: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ci si domanda: se il riferimento della preghiera è assoluto in quanto rapporto con l’Assoluto, qui non c’è problema. Ma se invece qui i riferimenti diventano tre, il rapporto non viene relativizzato? Non torniamo al politeismo? 

Certo, si può rispondere che Padre, Figlio e Spirito sono sempre l’unico Dio. Tuttavia resta pur sempre la domanda: quando, in quali circostanze, come e perchè invocare una Persona piuttosto che un’altra? Come fare la scelta? Che differenza c’è tra le tre diverse preghiere? Da dove ricavarla? In base a quali criteri o princìpi si deve operare la differenza e quindi la scelta? Come sapere quando abbiamo bisogno del Padre, quando del Figlio e quando dello Spirito Santo e che cosa dire a ciascuna delle tre Persone?

La risposta non è difficile: essa ci è fornita dalla stessa rivelazione biblica interpretata dalla Chiesa e quindi dalla stessa prassi liturgica della Chiesa e dalla tradizione dei Santi approvata dalla Chiesa.

Fine Prima Parte (1/2)

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 1° agosto 2024


È chiaro che la possibilità della preghiera è fondata sulla coscienza della distinzione tra il nostro io e il Tu divino. Il pregare è una richiesta di aiuto a qualcuno che ci può aiutare.

La religione naturale è sufficiente a dar fondamento alla preghiera.

Il cristiano, come ogni uomo ragionevole, sa che Dio esiste, ma, in quanto cristiano, informato da Cristo e dalla Chiesa circa la piena beatitudine dell’uomo, non si limita a pregarlo in quanto Dio, bensì Lo prega come Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, giacchè è molto meglio conoscere, amare e pregare Dio così che con la sola ragione.


Immagine da Internet:
- Angeli in preghiera, Chiocchetti G. B. (1898),Trento

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