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P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

30 marzo, 2019

Il concetto di castità in Evagrio Pontico

Una visione rigorista benché associata a un forte bisogno di contemplazione

 

Evagrio Pontico[1] è stato un grande maestro di vita monastica e fecondo scrittore ascetico del sec.IV. Egli ha esercitato un influsso enorme per molti secoli e fu apprezzato anche da Santi, come per esempio S.Basilio. Ma purtroppo, grande ammiratore di Platone, seppe assumere gli aspetti più sublimi, ma restò ingannato dal rigorismo platonico. Ci limitiamo qui ad esaminare brevemente il tema della castità.

Evagrio considera l’attrattiva e il piacere sessuale come castigo e conseguenza del peccato originale. Anzi egli crede con Origene alla preesistenza delle anime e che la stessa distinzione dei sessi sia stata voluta da Dio in vista del peccato originale.

Egli quindi confonde la semplice inclinazione sessuale con la concupiscenza. Cioè non distingue quella che è stata la reciproca attrattiva edenica («ecco finalmente la carne della mia carne») voluta e creata da Dio, quindi in sé buona, con la libidine o l’impulso quasi irrefrenabile alla ricerca smodata del piacere conseguente al peccato originale.

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