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Testi di P. Tomas Tyn, OP

23 agosto, 2019

Il miracolo della moltiplicazione dei pani

Il miracolo della moltiplicazione dei pani
Nell’omelia per il Corpus Domini del 23 giugno scorso il Papa ha espressamente parlato  della «moltiplicazione dei pani» operata da Gesù. Però ne ha dato questa spiegazione:
 «sorprendentemente, nel racconto della moltiplicazione dei pani non si parla mai di moltiplicare. Al contrario, i verbi utilizzati sono “spezzare, dare, distribuire” (cfr Lc 9,16). Insomma, non si sottolinea la moltiplicazione, ma la con-divisione. È importante: Gesù non fa una magia, non trasforma i cinque pani in cinquemila per poi dire: “Adesso distribuiteli”. No. Gesù prega, benedice quei cinque pani e comincia a spezzarli, fidandosi del Padre. E quei cinque pani non finiscono più. Questa non è magia, è fiducia in Dio e nella sua provvidenza».
Che intende dire il Santo Padre? Non nega evidentemente il famosissimo miracolo. Non nega che Gesù da cinque pani ne ha ottenuti 5000, ossia almeno uno per ciascuno dei 5000 uomini (Mc 6,44), quindi ha creato, se così possiamo dire, 4995 pani. Se i pani «non finiscono più», vuol dire che aumentano di numero. Gesù li ha fatti aumentare di numero. Dunque Gesù li ha moltiplicati. 
Tutti sappiamo infatti  che quell’operazione aritmetica per la quale scriviamo 5x1000=5000 si chiama moltiplicazione. Ora Gesù non ha moltiplicato nel concetto o nell’immaginazione, come si fa in aritmetica, operazione che sa fare anche un bambino delle elementari, ma ha moltiplicato nella realtà, operazione che solo Dio creatore può fare, creando il 4995 pani dal nulla, giacchè si sono aggiunti ai cinque che c’erano all’inizio. E ovviamente non è stata una moltiplicazione naturale, così come avviene nella riproduzione della specie. Se i conigli aumentano di numero, in ciò non vi è nulla di miracoloso; ma si tratta dell’effetto naturale dell’attività procreatrice dei conigli.
Facciamo dunque attenzione, se qualcuno dovesse restare perplesso alle parole del Papa, che egli non nega il fatto palmare della moltiplicazione, che cadde sotto gli occhi stupiti di tutti e che consentì a ciascuno dei 5000 di mangiare almeno un pane intero, sì da essere saziato. 

 
 
 
 
 
 
Immagine da internet

3 commenti:

  1. A me sembra invece che Francesco faccia sua l'interpretazione di molti teologi di oggi, come ad esempio padre Ermes Ronchi, il quale sostiene che non vi è stato alcun miracolo "materiale", ma solo una apertura del cuore nelle persone che hanno seguito Gesù, ovvero il "miracolo" della condivisione.
    Caro Padre Cavalcoli si rassegni, Francesco è modernista.
    Ora se vuole cestini pure il commento.
    Mettere in bocca altre interpretazioni alle parole del papa mi sembra solo fuorviante.

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  2. Riconosco che Papa Francesco in alcune circostante è imprudente. Non lo si può però considerare un vero e proprio modernista, perché il modernismo è un’eresia. Vi sono però in lui effettivamente tracce di modernismo, che non inficiano la sua sostanziale ortodossia. E diversamente non potrebbe essere, in quanto ogni Papa è maestro della fede.
    Francesco però sembra credere – e qui sta il suo errore pastorale - di poter attirare gli avversari non solo assumendo quanto hanno di buono nelle loro posizioni, ma anche i loro errori o quanto meno tacendo su di essi. Per non dover richiamare gli avversari sul retto cammino, non li chiama «avversari» o «erranti», ma semplicemente «diversi».

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  3. Caro p. Cavalcoli,
    La ringrazio per la risposta. Quando potevo, La seguivo volentieri su Radio Maria...
    Oggi, leggendo la Sua risposta, non posso fare a meno di essere triste.
    Triste perché mi chiedo fino a che punto si deve violentare il cervello per salvare capra e cavoli, per giustificare l'ingiustificabile, per difendere l'indifendibile...
    Non puoi dirmi:
    "Non lo si può però considerare un vero e proprio modernista, perché il modernismo è un’eresia. Vi sono però in lui effettivamente tracce di modernismo, che non inficiano la sua sostanziale ortodossia."
    È una contraddizione bella e buona!
    È come dire: " questo bicchiere d'acqua è puro, e si può bere, vi sono solo tracce di cianuro, però siccome me lo porge una donna che dice di essere mia madre deve essere per forza acqua pura, quindi lo bevo."
    Non andiamo contro la ragione. Caro padre, la chiesa (se ancora ci sarà) giudicherà questi tempi, come i tempi dell'eresia modernista.
    Gesù Cristo verrà, ma troverà la fede?
    Le ricordo Lc.17, 24-25 e Le chiedo: siamo giunti al tempo del ripudio che prelude al giorno del Figlio dell'uomo?

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