Articoli e testi di P.Giovanni Cavalcoli

Rivista PATH - Accademia Pontificia

Radio Maria

Articoli tradotti in Spagnolo

Teologia dogmatica

Cristologia

Escatologia

Liturgia

Mariologia

Successore di Pietro

Ecclesiologia

Teologia morale

Etica naturale

Metafisica

Gnoseologia

Antropologia

Il Dialogo

P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

22 gennaio, 2020

Severino davanti a Cristo

Severino davanti a Cristo

Severino si è presentato davanti al tribunale di Cristo. Era preparato? Non lo sappiamo. Da come lo abbiamo conosciuto, Severino non credeva più in Cristo e nella Chiesa e nemmeno in Dio[1]. Riteneva che per essere nell’eternità non occorra una fede religiosa o l’appartenenza alla Chiesa, ma sia sufficiente la ragione metafisica, ossia l’intuizione dell’essere, inteso come Essere uno, infinito, assoluto, intellegibile, univoco, sussistente, eterno, necessario, immutabile. 

A contatto con Parmenide si era fatto la convinzione che tutto è Uno, che tutto è eterno e adesso, che quindi non esiste un passato che non è più o un futuro che non è ancora. Non esiste il divenire, una generazione e una corruzione, un nascere e un morire. La morte, quindi, non esiste. Ciò che sembra venire all’essere, sorgere e morire in realtà esiste già ab aeterno e durerà sempre: soltanto appare e scompare ai nostri occhi profani. 

Il mutamento, per Severino, non è passaggio dall’essere in potenza all’essere in atto, perché tutto per lui è in atto. Siccome egli non vuol ammettere la distinzione della potenza dall’atto, che gli permetterebbe di riconoscere l’identità del divenire, egli finisce per considerare il divenire come contradditorio, come coesistenza di essere e non-essere. Per questo per lui il divenire non esiste, ma è solo apparenza o al massimo apparizione dell’Essere.

Continua a leggere:





E. Severino
Immagine da internet

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.