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Testi di P. Tomas Tyn, OP

06 ottobre, 2024

Perché i modernisti non vogliono sentir parlare di modernismo

 

Perché i modernisti non vogliono sentir parlare di modernismo

Perché parlare di modernismo?

Jacques Maritain già nel 1966, appena promulgati i documenti del Concilio Vaticano II, nel suo libro Le paysan de la Garonne, denunciò con occhio profetico un forte ritorno di modernismo, molto peggiore di quello dei tempi di S.Pio X, e ne descrisse i caratteri, mostrando come essi corrispondessero a una falsa interpretazione delle nuove dottrine del Concilio.

Maritain però non si accorse di chi era il principale promotore e diffusore del modernismo postconciliare; era Karl Rahner, le cui posizioni in merito ho ampiamente dimostrato nel mio libro Karl Rahner. Il Concilio tradito. La cosa strana fu che S.Paolo VI, pur accorgendosi anche lui pochi anni dopo che si stava diffondendo una falsa interpretazione del Concilio che stava causando gravi danni alla Chiesa, con una forte ribellione al Magistero, nonostante la grande stima che egli aveva per Maritain, non pensò di riprendere la sua denuncia, ma usò altre categorie per condannare questa ribellione, soprattutto quella di «secolarismo» .   

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Oggi i modernisti non parlano più di «sentimento», ma di «esperienza trascendentale», ma l’impostazione teoretica è la stessa: il concetto, sia pur anche quello dogmatico, non ha alcuna funzione realista, ma resta prigioniero dell’ipoteca soggettivista, relativista, storicista, idealista, fenomenista, oggi chiamata «fenomenologica», ed «esistenziale».

Oggi i modernisti parlano e straparlano di Dio. Come segnalava Papa Francesco, assistiamo ad un ritorno di gnosticismo, per il quale è possibile imparare una sapienza elevatissima che ti dice con dotti riferimenti a Parmenide, Meister Eckhart, Lutero, Spinoza, Böhme, Kant, Hegel, Schelling, Heidegger, Severino e la Kabbala qual è il Dio cristiano meglio di San Tommaso, della Scrittura, della Tradizione, del Magistero della Chiesa e dello stesso Signor Nostro Gesù Cristo.

Sull’esempio dei Papi precedenti il Santo Padre non dovrebbe limitarsi a dire che chi è contro il Concilio è fuori della Chiesa, ma dovrebbe distinguere una falsa da una vera interpretazione del Concilio – quella fatta dai Papi -, dove quella falsa è quella di vedere nel Concilio una tendenza modernista, i modernisti per rallegrarsene col farsi  passare per sostenitori del Concilio, mentre ne sono i falsificatori, e gli indietristi per lamentarsi senza fondamento con l’accusare il Concilio di modernismo. 

Immagine da Internet: - Ernesto Buonaiuti

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