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Luigino non demorde Non si arrende, ma contrattacca

 

Luigino non demorde

Non si arrende, ma contrattacca

 

Luigino Bruni mi ha inviato una lettera[1] di commento a quanto ho detto su di lui nel mio recente articolo dedicato ad Ernesto Buonaiuti. Riporto il suo scritto, al quale faccio seguire la mia risposta.

 

Carissimo Padre, eppure anni fa ci eravamo sentiti e aveva usato parole umane. Ed ero felice. Vedo invece che è tornato ai toni inquisitori, facendosi esponente di un sant'Uffizio del quale non fa parte, e di difensore di Dio, una difesa di cui non ha certamente bisogno. Mi chiedo davvero da dove provenga questa rabbia, questo astio nei confronti di chi, come me, chiede di cancellare un provvedimento sbagliato, e che oggi non comporterebbe nessuna scomunica - le sue argomentazioni bibliche e teologiche che usa qui non sono affatto convincenti: le tesi di Buonaiuti oggi non incorrerebbero in nessuna scomunica.

Lei conosce la storia della chiesa, e quindi se dice che la 'messa' tra i primi cristiani conteneva il concetto di presenza reale e di transustanziazione, è in cattiva fede, perché non è vero, e lo sa bene. Di tutto parla la Lettera agli ebrei fuorché della messa. Quindi la domanda diventa: perché sente il bisogno di continuare a scomunicare la gente? quale è il fondamento neotestamentario della scomunica? l'ammonizione, il richiamo, la correzione fraterna, in casi peggiori anche l'esclusione dal sacerdozio e dall'insegnamento, si capiscono.

Ma la scomunica è chiaramente strumento arcaico, che incorpora molta violenza, e molta violenza ha prodotto nei secoli. Per di più, quella di Buonaiuti era 'vitando', oggi cancellata. Lei, si vede, sente il bisogno viscerale di punire e di scomunicare, di divedere, lei, il mondo e i cristiani in buoni e cattivi, in ortodossi e eterodossi. Ma non è necessario accusare e infamare tutti coloro che non la pensano come lei: è brutto per lei, è brutto per tutti. La chiesa è luogo pluralista, grazie a Dio.

Auguri, e mi creda cambi rotta etica. Dio non ha bisogno di avvocati, le vittime sì, e lei non deve farsi pubblico ministero di un giudizio in un tribunale dove Dio non entrerà mai.

Luigino

(PS: io continuo a pensarla con simpatia, ma non la capisco più questa radicalizzazione che ha maturato: perché?).

 

 

Carissimo Luigino,

ho molto piacere che ti sia rifatto vivo. Effettivamente ci lasciammo bene, ma, come allora, se sono stato severo con te, è perchè ti voglio bene con cristiana fraternità e franchezza. E puoi conservare l’uso del «tu» come avevi iniziato a fare. Con ciò entro in argomento.

L’ho detto anch’io che Buonaiuti fu trattato troppo severamente. Ma ti ho spiegato anche che cosa è la scomunica. Lo dice la parola: lo scomunicato è un cattolico che è fuori o contro la comunione ecclesiale. Ora, come fa ad essere in comunione con la Chiesa un sacerdote che falsifica la natura della Messa, che è appunto la sorgente e il culmine della comunione ecclesiale? Nelle comunità o nelle società la pace, la concordia e la carità nascono dalla verità condivisa da tutti. I dissidi, le divisioni, i conflitti nascono dalla menzogna e dalla falsità.

Siamo uniti quando tutti siamo d’accordo nella medesima verità. Ma se in una comunità un membro non accetta qualcuno dei valori che stanno a fondamento della comunità, come non si potrà dire che costui esce o si separa dalla comunità e, se non è scomunicato da chi ha cura del bene della comunità, comunque non si scomunica da sé? Ora io mi attengo alla verità insegnata dalla Chiesa. Viceversa, la violenza, l’odio, la divisione nascono dall’eresia e non dalla verità. Se tu difendi le eresie di Buonaiuti, sei tu ad incitare alla violenza, all’odio e alla divisione.

Se oggi esistono liturgisti i quali seguono le orme di Buonaiuti, come per esempio Andrea Grillo, e non sono scomunicati giuridicamente, ciò non vuol dire che di fatto non siano in rotta con la Chiesa. A che vale non essere scomunicati giuridicamente, se poi di fatto non si è in comunione con la Chiesa? Viceversa, uno può essere ingiustamente scomunicato, ma restare in realtà in comunione con la Chiesa. Ma un eretico come fa ad essere in comunione con la Chiesa? Anche se non è scomunicato, resta sempre di fatto fuori della Chiesa.

Il fondamento neotestamentario della scomunica, come troviamo in molti fatti in esso narrati, non è altro che il rifiuto della comunione causato o dalla faziosità o dall’empietà o dalla superbia o dall’eresia. Certamente vediamo come nel Nuovo Testamento la guida della comunità ricorre all'ammonizione, al richiamo, alla correzione fraterna, in casi peggiori anche all'esclusione dal sacerdozio e dall'insegnamento. Ma il Nuovo Testamento ordina anche la sospensione dei rapporti ecclesiali con l’eretico. E questa è la scomunica. Excommunicatus vitandus non voleva dire proibire qualunque contatto, il che sarebbe una misura crudele e disumana, ma guardarsi dalle eresie e dal condividere il suo odio per la Chiesa.

Occorre saper distinguere gli ortodossi dagli eretici, per non essere sedotti da questi e per seguire il buon esempio dei primi, così come si distinguono i funghi buoni da quelli cattivi per non restare avvelenati. Con questo non nego che anche gli eretici abbiano lati positivi.

Oggi i cattolici normali in comunione con la Chiesa sono messi alla berlina, si sentono a disagio e strattonati dai cattolici passatisti e da quelli modernisti, non sono protetti dalle autorità, e però hanno l’importante missione di farsi mediatori di pace fra le opposte fazioni. Sono loro infatti che salvano la situazione col loro equilibrio e moderazione e assicurano il buon nome della Chiesa presso i non-credenti onesti. Sta’ attento a non farti sedurre dai modernisti.

Dicendo che la Messa tra i primi cristiani conteneva il concetto di presenza reale e di transustanziazione, io sarei in cattiva fede, perché non è vero, e lo so bene? La transustanziazione non è altro che ciò che Cristo, durante l’Ultima Cena, ha operato con le parole della consacrazione del suo corpo e del suo sangue. E quindi i primi cristiani, quando facevano quello che ha fatto Cristo, che cosa facevano se non operare la transustanziazione?

Una questione molto delicata, circa questo tema dell’Eucarestia, certamente è la tematica della sostanza, circa la quale il pensiero filosofico sta indagando fino dall’epoca di Platone e di Aristotele. Ora la Chiesa ha assunto questo concetto di sostanza. Alcuni si scandalizzano, perché secondo loro non si trova nella Bibbia. Forse non c’è il termine, ma il concetto c’è. Si tratta di distinguere la sostanza dagli accidenti. Certo questo è compito della filosofia. Su ciò San Tommaso è maestro e per questo la Chiesa lo raccomanda.

Dunque per capire il dogma della transustanziazione bisogna capire il concetto metafisico di sostanza. Su questo tema bellissimo e difficile ha detto cose molto importanti il grande teologo Servo di Dio Padre Tomas Tyn[2].

Gesù aveva un concetto sublime di sostanza, perché in Cristo, come dice San Paolo, ci sono i tesori di tutta la scienza e di tutta la sapienza. Riguardo a questo tema ho scritto un libro[3].

Di tutto parla la Lettera agli ebrei fuorché della Messa? Se dici così vuol dire che non hai capito niente della Lettera agli Ebrei, il cui significato essenziale è esattamente quello che ho detto. Non per nulla per Lutero quella Lettera era come fumo negli occhi. Leggila con attenzione e senza pregiudizi luterani e te ne accorgerai. Oppure si vede che non sai che cosa è la Messa. Forse hai qualcosa da imparare da me, che celebro Messa dal 1976.

La tesi fondamentale della Lettera gli Ebrei é che noi in Cristo abbiamo un sommo sacerdote che col sacrificio di sé stesso ci ha aperto l’adito al regno dei cieli riconciliandoci col Padre ed ottenendo da Lui il perdono dei peccati. La Messa non è altro che la rinnovazione incruenta del sacrificio di Cristo operata dal sacerdote col potere di Cristo, ed è atto sacerdotale col quale il sacerdote in persona di Cristo confeziona il sacramento dell’eucaristia per il quale la Chiesa si nutre del corpo e del sangue di Cristo, è un atto di culto divino e comunione fraterna del sacerdote e dei fedeli assieme, che costituisce il principio e il fondamento della carità e della comunione ecclesiale. La Messa celebrata dal sacerdote è congiuntamente atto della Chiesa, che suppone l’esistenza della Chiesa, e atto della Chiesa, che edifica ed incrementa la vita della Chiesa.

Negare il valore dell’eucaristia vuol dire negare il valore della Messa. Negare il valore della Messa vuol dire negare il valore del sacerdozio. Negare il valore del sacerdozio vuol dire negare l’esistenza e il vero valore della comunità cristiana, ossia della Chiesa, che appunto per mandato di Cristo è governata dal sacerdote e nutrita dall’eucaristia confezionata e amministrata dal sacerdote nel sacrificio della Messa. Come vedi, tutto è collegato. È inutile che tu ammetta l’esistenza della Chiesa, che voglia insegnarmi il valore della Chiesa, e tu ritenga di farne parte, se neghi l’eucaristia, la Messa e il sacerdozio.

Il fatto che tu scriva in Avvenire non significa niente, anche se hai qualche Vescovo compiacente che ti protegge. La misura dell’essere cattolico e della comunione ecclesiale non è Avvenire, ma il Catechismo della Chiesa cattolica. Tu che mi accusi di non sapere che cosa è la Chiesa, ti sfido a dimostrami con delle prove tratte dal Magistero della Chiesa quello che dici.

Tu credi di appartenere alla Chiesa e di essere in comunione con la Chiesa e invece, accettando le eresie di Buonaiuti, tu hai un concetto falso di Chiesa. Io, invece, accettando la sentenza della Chiesa sulle dottrine di Buonaiuti, sono con lei in comunione. Dunque, se vuoi essere in comunione con la Chiesa, con la vera Chiesa, sei tu che devi cambiare rotta.

Non occorre che sia tu a far presente a noi Domenicani che Dio non ha bisogno di avvocati, lo sappiamo già. È vero che Dio non ha bisogno di essere difeso; invece è la verità su Dio che ha bisogno di essere difesa, perché essa viene negata dagli eretici e dagli atei.

Piuttosto si deve dire che è Dio il nostro Avvocato, contro le accuse che vengono da Satana. La Chiesa, nel suo compito giurisdizionale, ha affidato in modo speciale a noi domenicani il delicato ufficio di fare giustizia nel campo della fede, per cui nostro compito è stato spesso di difendere e proteggere le vittime degli eretici.

Nostro compito è quello di predicare il Vangelo sotto l’impulso dello Spirito Santo in comunione con la Chiesa e il Papa, di convertire noi stessi ed esortare tutti a convertirsi a Cristo offrendo a tutti la misericordia del Padre ed appellandoci al tribunale di giustizia e di misericordia di suo Figlio.

Secondo te io starei ad accusare e infamare tutti coloro che non la pensano come me? Io andrei sostenendo come dogmi mie idee mie private o non piuttosto la dottrina della Chiesa? La dottrina della transustanziazione è un pallino mio personale o è dottrina della Chiesa? Notare di eresia un eretico è infangarne la buona fama o è atto di giustizia e di carità?

Il medico che fa una diagnosi di malattia offende il malato? Se il medico ti dice che hai un virus intestinale, lo consideri un diffamatore o non piuttosto lo ringrazi, perché ti dà la possibilità di curarti? Così il teologo domenicano, che è un medico dello spirito, segnalando le eresie presenti nella teologia di Rahner o di Schillebeeckx o di Teilhard de Chardin, rende un servizio alla salute intellettuale dei cattolici, senza per questo negare i valori presenti in quei teologi, i quali contribuiscono anche loro al progresso della teologia.

Ho maturato una radicalizzazione delle mie critiche nei tuoi confronti? Certamente e a ragion veduta. Tu però non hai capito che non si tratta di una crescita nella presunzione e nell’arroganza, ma nell’amore e nella stima che ho per voi, pur avendo capito meglio la radice dei vostri errori. In realtà il Signore in questi ultimi vent’anni mi ha fatto capire meglio i lati buoni e i difetti di chi non riconosce la perennità della dottrina della Chiesa.

Ma voi modernisti, che ignorate la dottrina, non vi tocca la coscienza il dolore che procurate alla Chiesa, vostra Madre? Non vi vergognate di turbare e di scandalizzare i vostri fratelli di fede e soprattutto i più piccoli? E che cosa dice Cristo di chi scandalizza i piccoli? Non avete timore dei castighi divini?

Certo, anche noi cattolici normali siamo peccatori bisognosi di perdono e misericordia. Ma noi ci guardiamo bene dal ribellarci al magistero della Chiesa e ci pentiamo dei nostri peccati. E voi vi pentite delle vostre eresie, prepotenze e ferite che arrecate alla Chiesa?  

Come ho detto tante volte, non si tratta di rifiutare i valori della modernità e di tornare ai tempi di Pio XII, come vorrebbero i filolefevriani. Si tratta di cogliere i veri valori della modernità, ma alla luce non di Ockham, Lutero, Cartesio, Hume, Kant, Hegel, Marx, Bultmann, Husserl o Heidegger (senza negarne i lati positivi), ma bensì alla luce della Scrittura, della Tradizione, della dottrina della Chiesa e di San Tommaso.

Così realizzeremo, di comune accordo quella sintesi di tradizione e progresso, che è il supremo bisogno della Chiesa di oggi, nel legittimo pluralismo delle scelte personali o di gruppo, nell’orizzonte circoscrivente dell’unità della fede e della carità.

P. Giovanni Cavalcoli

 Fontanellato, 22 giugno 2025


 Immagine da: https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2025/6/22/corpus-domini.html



[2] Tomas Tyn, “Metafisica della sostanza. Partecipazione e analogia entis”, ED. Fede&Cultura, Verona, 2009.

[3] Giovanni Cavalcoli, Gesù Cristo fondamento del mondo: Inizio, centro e fine ultimo del nostro umanesimo integrale, Ed. Isola di Patmos, Roma, 2019.

3 commenti:

  1. Mi si permettano queste esclamazioni:
    Evviva Padre Cavalcoli
    Evviva San Tommaso d'Aquino
    Evviva Gesù Cristo

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  2. La lettera di Bruni risulta assai scarsa, se non del tutto priva, di argomentazioni a sostegno della propria tesi (il che è proprio il contrario dell’autentico dialogo filosofico, da Socrate in poi), e invece piena di giudizi negativi sulla sua persona, Padre Giovanni, cosa che, da cristiani, si dovrebbe evitare. Bruni le attribuisce sentimenti di rabbia ed astio personali verso di lui, nonché un “bisogno viscerale di scomunicare”, rappresentando ciò come una sorta di patologia psicologica...

    Affermazioni poi come “non è necessario accusare e infamare tutti coloro che non la pensano come lei [...] La chiesa è luogo pluralista [...]”, suonano non prive di una certa banalità, mi verrebbe da dire, poco consona ad un intellettuale... e peraltro immediatamente contraddette dallo stesso Bruni, con altre frasi, formulate in modo imperativo: “cambi rotta etica [...] lei non deve farsi pubblico ministero di un giudizio...”, nelle quali l’editorialista di Avvenire, abbandonando ogni tono di “pluralistica apertura”, le intima di cambiare il suo pensiero, Padre Giovanni, e con esso il diritto e dovere di manifestare le proprie posizioni in difesa dell’ortodossia cattolica.

    Come ha scritto Stefano Fontana (https://lanuovabq.it/it/e-avvenire-riabilita-pure-il-modernismo):
    “Il modernismo poneva chiaramente delle forme concettuali teologiche rivoluzionarie, e tutti i modernisti ne erano consapevoli. Essi sapevano che la Pascendi li aveva fotografati correttamente, ma hanno inteso andare avanti lo stesso con tutte le conseguenze dal caso. Molte di quelle idee rivoluzionarie oggi sono diventate pressoché normali e questo dà a Bruni la forza di chiederne la riabilitazione, però continuano ad essere sbagliate [...]
    Una volta giunto al potere nella teologia ufficiale, questo neo-modernismo non ha evitato né evita di “scomunicare”, condannare, infliggere pene a chi appartiene alla teologia da combattere, vuole essere cauta sulla storicità dei dogmi, mantiene il fondamento della metafisica, sospetta criticamente l’influenza della teologia protestante, critica la “svolta linguistica” della teologia contemporanea e si rifiuta di leggere Verità e metodo di Gadamer come un nuovo Vangelo, preferendo ancora dare credito a San Tommaso senza necessariamente rileggerlo alla luce di Kant per aggiornarlo.
    Leggendo l’articolo di Luigino Bruni si può pensare che si muova anche lui come membro di questa nuova Inquisizione che chiede il condono degli eretici per condannare gli altri”.

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  3. Esemplare , luminosa, edificante dissertazione! Complimenti Padre Cavalcoli! Il Signore la benedica!! (Giuseppe da Catania)

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