Una discussione su quanto è successo a San Pietro
Il Giubileo degli omosessuali?
Prima Parte (1/3)
Ritengo utile ai Lettori pubblicare questa discussione che ho avuto con un Lettore a proposito di quanto è successo, agli inizi di settembre u.s., con l’ingresso di alcuni omosessuali nella Porta Santa in occasione del Giubileo.
Un fatto del genere non si registra, che io sappia, in tutta la storia degli Anni Giubilari dalla loro istituzione. Che cosa pensare di questo avvenimento, che ha suscitato reazioni in tutto il mondo?
Io, insieme con il mio
interlocutore, presentiamo ai Lettori un insieme di considerazioni e
valutazioni pro e contra che penso siano utili a far riflettere e a dare un
giudizio ponderato in comunione con la Chiesa e con Papa Leone XIV.
P. Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 5 ottobre 2025
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1) Bruno V. - mail del 24 settembre 2025
Caro Padre Giovanni,
mi consenta di presentarle alcune mie riflessioni relative a recenti fatti che coinvolgono Papa Leone XIV rispetto alle tematiche cosiddette LGBT, e la prego di indicarmi dove le mie considerazioni non siano condivisibili.
Robert Francis Prevost è stato eletto al soglio di Pietro l’8 maggio scorso. Il pellegrinaggio giubilare LGBT era già da tempo fissato per il 6 settembre. Dunque il Papa ha avuto a disposizione circa quattro mesi per intervenire, non dico per impedire tale pellegrinaggio ma quantomeno per richiedere che si svolgesse secondo canoni realmente cattolici, ovvero accoglienza del peccatore sì, accoglienza del peccato no, quindi: accoglienza della persona con inclinazione omosessuale ma chiedendogli di abbandonare i rapporti carnali qualora essa li praticasse.
In quest’ottica, sarebbe stato lecito aspettarsi che egli avesse fatto pervenire, ai responsabili e ai referenti ecclesiali che accompagnavano le varie associazioni LGBT come La Tenda di Gionata, la raccomandazione del Santo Padre che i partecipanti al pellegrinaggio giubilare, per passare sotto la Porta santa e lucrare l’indulgenza, si fossero prima confessati (come del resto chiunque abbia davvero partecipato al Giubileo), e naturalmente, qualora fossero precedentemente incorsi nel peccato di sodomia, che avessero confessato anche tale peccato, col proposito di non commetterlo più. Inoltre, sarebbe stato altrettanto lecito aspettarsi che Papa Leone, ricevendo, prima del 6 settembre, il vescovo Francesco Savino vice presidente della CEI, che avrebbe celebrato la Santa Messa, in un certo senso preparatoria alla conclusione di tale pellegrinaggio giubilare, gli avesse chiesto di ricordare prima, o dopo, o durante l’omelia, i principi cattolici sopra esposti: la Chiesa accoglie i peccatori ma condanna il peccato, gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso, come dice il CCC non possono mai essere approvati.
Ora, per quanto potrebbe suonare irriverente... non possiamo far a meno di porci la seguente domanda: il Papa ha fatto quanto era in suo potere affinché tale pellegrinaggio si svolgesse secondo modalità, canoni cattolici?
Sulle prime si potrebbe rispondere prudentemente che non possiamo sapere se l’abbia fatto oppure no, e quindi sospendere il giudizio. Tuttavia, alla luce dei seguenti fatti recentemente accaduti, ci sembra che questa risposta, ancorché prudente, non riesca a reggere in modo del tutto condivisibile:
1) Prima del pellegrinaggio giubilare LGBT, il Papa ha ricevuto in udienza privata la suora domenicana Lucia Caram, la quale, oltre che per la sua attività caritativa, è nota per: aver sostenuto che l’inferno non esiste; si è pronunciata a favore del matrimonio omosessuale in Chiesa (https://www.catholicnewsagency.com/news/255454/dominican-nun-speaks-in-favor-of-homosexuals-being-able-to-marry-in-the-church); sull’aborto volontario ha dichiarato "chi prende liberamente la decisione [di abortire] deve essere la persona coinvolta. La Chiesa non può intromettersi. Nemmeno Dio, che ci ha resi liberi per un motivo"; in aperta violazione del dogma mariano, ha negato la verginità perpetua di Maria santissima dichiarando “Maria e Giuseppe avevano una relazione normale di coppia che ovviamente comportava anche fare sesso come tutte le coppie normali” (https://www.farodiroma.it/maria-non-vergine-parola-suor-lucia-caram-spagna-scandalo/).
Ci sarebbero dunque tutti gli estremi affinché, nei riguardi di una consacrata che pubblicamente abbia assunto tali posizioni, vengano presi provvedimenti canonici disciplinari. Invece suor Lucia che era già stata ripetutamente ricevuta da Papa Francesco e incoraggiata per le sue attività a favore dei poveri e dei rifugiati, il 28 agosto 2025, anche Papa Leone XIV l’ha ricevuta in udienza privata (https://thecatholicherald.com/article/pope-leo-receives-controversial-dominican-nun-in-private-audience), e non risulta che sia stato preso, almeno finora, alcun provvedimento disciplinare a carico della suora, ma il Vaticano si è premurato di diffondere foto dell’incontro come questa:
2) Poco prima del famoso pellegrinaggio LGBT, Papa Leone ha ricevuto, sempre in udienza privata, il gesuita James Martin, noto per promuovere la normalizzazione dell’omosessualità anche come pratica degli atti sessuali, all’interno della Chiesa. Il Papa avrà chiesto a James Martin di non promuovere più gli atti carnali omosessuali? Potremmo rispondere, ancora una volta, che non lo sappiamo, in quanto il Vaticano ha fatto uscire esclusivamente le solite foto dei due sorridenti, trattandosi di udienza privata. Magari potremmo pensare (o sperare) che il Santo Padre abbia davvero redarguito il gesuita rispetto a quegli aspetti del suo apostolato che derogano dalla dottrina. Ma a diradare i nostri dubbi e le nostre speranze, ci ha pensato però lo stesso Martin che si è successivamente presentato ai giornalisti raggiante, e ha affermato che il Papa lo ha incoraggiato a proseguire, senza riserve, e che, ha dichiarato sempre lo stesso Martin, su questi temi, la linea di Leone XIV è la stessa di Francesco. Ora domandiamoci: se Martin fosse stato redarguito dal Papa e invitato a cambiare rotta nel suo approccio pastorale verso le persone con tendenze omosessuali, avrebbe poi fatto quella dichiarazione? No, non è ragionevole pensarlo, perché sarebbe stato una sorta di “suicidio” ecclesiale: il Papa in privato ti chiede di cambiare approccio pastorale e tu dichiari pubblicamente che invece ti ha incoraggiato a proseguire nel medesimo approccio? No, Martin, che non è certo uno stupido, ha fatto quella dichiarazione perché sapeva che non poteva essere smentito ed infatti il Vaticano non lo ha smentito. E certamente anche il Papa è venuto a conoscenza delle dichiarazioni di Martin dopo il loro incontro e, almeno ufficialmente, non ha mosso obiezioni. Del resto, non mi sembra che si possa sostenere che il problema sia riconducibile a coloro che sono preposti alla comunicazione in Vaticano, i quali tacerebbero quando dovrebbero parlare, o addirittura non seguirebbero le direttive papali di correggere le dichiarazioni dei religiosi pro-LGTB. Se realmente Papa Leone avesse redarguito Martin a non fare più una pastorale pro-sodomia, allora, Martin sarebbe apparso ai giornalisti non proprio trionfante, ma piuttosto come un “cane bastonato”, oppure da persona intelligente e furba qual è, quantomeno avrebbe cercato di celare il suo disappunto, ma certo non avrebbe dichiarato le cose che ha dichiarato.
3) Siamo così arrivati al famoso pellegrinaggio giubilare LGBT. Nella Messa del vescovo Savino nella Chiesa del Santissimo Nome di Gesù, è assente ogni esplicita condanna degli atti carnali omosessuali o delle pratiche farmaceutico-chirurgiche della “transizione di genere”. In una successiva intervista, Mons. Savino dichiarerà di avere incontrato Papa Leone il 7 agosto e di avergli riferito che era stato invitato a celebrare questa messa: "Sono andato via carico di speranza perché Papa Leone è il Papa dell'ascolto e con una grande tenerezza, con dolcezza mi ha detto: 'lei vada a celebrare il Giubileo organizzato dalla Tenda di Gionata e delle altre associazioni' che si occupano di fratelli e sorelle che siete voi" (https://www.ansa.it/vaticano/notizie/2025/09/06/mons.savino-a-cattolici-lgbte-ora-di-restituire-dignita-a-tutti_e0357f4c-eac9-4034-81f7-99386cbc4a5c.html). E qui sono possibili tre ipotesi:
a. Papa Leone non è a conoscenza che le associazioni LGBT come La Tenda di Gionata promuovono non certo la castità, ma l’esercizio attivo dell’omosessualità;
b. Il vescovo Savino ha pubblicamente omesso di dire che il Papa gli aveva raccomandato di ribadire quanto il CCC dice, ovvero che la persona con tali tendenze deve essere accolta ma gli atti sessuali non possono mai essere approvati;
c. Papa Leone si è davvero limitato a dire a Mons. Savino, quanto quest’ultimo riporta, dal che, saremmo indotti a pensare che, al momento, il Papa intenda tollerare gli atti carnali omosessuali, purché queste persone si sentano accolte.
La prima ipotesi, non possiamo che escluderla, perché sarebbe offensiva della persona del Santo Padre, della sua intelligenza e cultura, sarebbe tacciarlo di grave ingenuità ed ignoranza. Per la seconda ipotesi, vale quanto già detto a proposito della dichiarazione di James Martin dopo l’udienza col Papa: se Mons. Savino, oltre che vescovo (quindi successore dei Santi Apostoli) è anche il vice-presidente della CEI, non può essere così ingenuo o sprovveduto dal dichiarare pubblicamente soltanto una parte di quanto il Papa gli avrebbe raccomandato in privato, al punto da stravolgere l’intenzione del Pontefice, e comunque, anche in questo caso, le parole del vescovo non sono state smentite dal Vaticano. Di più, Il vescovo Savino, riferendo che il Papa gli avrebbe detto “'lei vada a celebrare il Giubileo organizzato dalla Tenda di Gionata e delle altre associazioni' che si occupano di fratelli e sorelle...”, lascerebbe capire che Leone XIV apprezzi fondamentalmente le modalità pastorali con cui tali associazioni si prendono cura di tali fratelli e sorelle, e sappiamo che esse certamente non raccomandano la castità ai propri follower... Purtroppo, per quanto sia per noi doloroso da accettare, dobbiamo convenire che la terza ipotesi resta la più plausibile rispetto alle altre. Per quanto ci è dato sapere e capire, alla domanda che prima ci ponevamo “il Papa ha fatto quanto era in suo potere affinché tale pellegrinaggio si svolgesse secondo canoni cattolici?”, non possiamo rispondere trincerandoci, in un “non ci è dato saperlo”, che più che prudente, appare sempre più come una scelta di comodo... Peraltro, se quanto avvenuto durante il famoso pellegrinaggio fosse stato in netto contrasto con le indicazioni del Papa, perché, ad evento avvenuto, non c’è stata nessuna comunicazione, da parte del Vaticano, di indignazione, riprovazione, presa di distanza? Nulla, nemmeno un po’ di rammarico.
E a questo punto, giusto per accennare a quanto avvenuto in tale pellegrinaggio giubilare, abbiamo visto la croce dipinta coi colori arcobaleno..., questa foto mostra invece due partecipanti maschi che si tenevano apertamente per mano nella Basilica di San Pietro, uno dei quali portava uno zaino con la scritta "FUCK the Rules" (fuck tradotto in italiano significa “fotti” [chiedo scusa per la volgarità], dunque un chiaro riferimento all’atto sodomitico).
Il pellegrinaggio di due giorni ha visto anche una veglia il venerdì sera, durante la quale una coppia lesbica ha raccontato la sua " storia d'amore ". Poi il passaggio sotto la Porta santa, e la celebrazione eucaristica, in aperta violazione, almeno per una parte dei partecipanti, del quarto canone sul sacramento della Penitenza del Concilio di Trento, che afferma:
«Se qualcuno negherà che per la remissione completa e perfetta dei peccati si richiedano, nel penitente, come quasi materia del sacramento della penitenza, questi tre atti: la contrizione, la confessione e la soddisfazione… sia anatema» (Denz. 914 Can. 4).
4) Veniamo all’intervista rilasciata dal Papa a Crux. A partire dal minuto 1:53” di questo video (https://www.youtube.com/watch?v=kwk1weylwpw) il Papa dice: “I invite the person in because he’s a son or daughter of God and we say you’re all welcome and let’s get to know one another and respect one another and at some point when specific questions will come up I mean obviously at some point people want church doctrine to change want attitudes to change”. Tradotto:
“Invito la persona perché è un figlio o una figlia di Dio e diciamo che siete tutti benvenuti e che possiamo conoscerci e rispettarci a vicenda e, a un certo punto, quando emergeranno domande specifiche, ovviamente a un certo punto, le persone vorranno che la dottrina della Chiesa cambi, vorranno che gli atteggiamenti cambino”.
Ora, giustissimo l’invito che il Papa, la Chiesa fa a tutti, qualunque siano i loro peccati, ad avvicinarsi ad essa, Corpo mistico di Cristo, nel rispetto reciproco... ma ben altra cosa è invitare chi ha commesso peccati mortali, di cui non vuole pentirsi, a passare la Porta santa e ricevere la Santa Eucarestia, che è quanto avvenuto, almeno per una parte dei partecipanti, nel corso del pellegrinaggio giubilare LGBT. Da notare il punto in cui il Papa dice “obviously at some point people want church doctrine to change / ovviamente a un certo punto, le persone vorranno che la dottrina della Chiesa cambi”. Quell’ “a un certo punto” significa chiaramente che la persona con inclinazione omosessuale, è già stata accolta nella Chiesa, senza che gli sia stato chiesto preventivamente di rinunciare alla sodomia, in quanto soltanto successivamente, cioé “a un certo punto”, essa chiede alla Chiesa di cambiare la dottrina per poter continuare a praticare i rapporti carnali. Non avrebbe senso che la persona chieda di cambiare la dottrina, se gli fosse stato detto, sin dall’inizio, che doveva abbandonare i rapporti carnali in quanto la dottrina non può cambiare. Ciò conferma che la persona è già stata pienamente accolta nella Chiesa assieme al suo peccato. Questa conclusione, mi sembra abbastanza logica, prendendo alla lettera le parole del Papa, e non penso si possa tacciare di una pre-giudiziale ostilità a Papa Leone. Egli del resto, si trova così in piena continuità col suo predessore, fa suo quel “todos, todos, todos” che significa: accogliamo i peccatori assieme, almeno per il momento, ai loro peccati. Papa Leone, alla sua intervistatrice, avrebbe potuto rispondere con cristallina chiarezza (secondo l’evangelico “che il vostro parlare sia sì sì, no no”) che la “dottrina sulla sessualità e il matrimonio non potrà mai cambiare, è dottrina definitiva”, ma purtroppo, in questa occasione, non lo fa. Dice invece: “I think we have to change attitudes before we ever change doctrine / Penso che dobbiamo cambiare gli atteggiamenti prima ancora di cambiare la dottrina”. Letteralmente questa frase non dice che la dottrina non potrà mai cambiare, ma stabilisce solo una gerarchia d’importanza tra il cambiamento dei nostri atteggiamenti verso queste persone, e un eventuale cambiamento dottrinale, che non è dichiarato impossibile.
Prosegue ancora il Papa: “I find it um highly unlikely in in certainly in the immediate in terms of what the church teaches about sexuality, what the church teaches about marriage / Lo trovo altamente improbabile, certamente nell'immediato, in termini di ciò che la Chiesa insegna sulla sessualità, ciò che la Chiesa insegna sul matrimonio”.
Quest’ultima frase, sempre se presa alla lettera, rafforza quanto notato nel commento precedente: il Papa non afferma che la dottrina non potrà mai cambiare, ma prima dice che lo ritiene “altamente improbabile”, dunque non teoricamente impossibile, e subito dopo precisa che questa improbabilità riguarda il tempo presente, ma in un imprecisato futuro, lascerebbe capire il Pontefice... chissà?
Ancora le parole del Papa:
“You know northern Europe they are already publishing rituals of blessing people who love one another the way they express it and which goes specifically against the document that Pope Francis approved which basically says first we can bless all people / Sai, nel Nord Europa stanno già pubblicando rituali di benedizione per le persone che si amano nel modo in cui lo esprimono, che va specificamente contro il documento approvato da Papa Francesco, che in pratica dice che prima possiamo benedire tutte le persone”.
Ora, mi perdoni il Santo Padre, ma dire che “il documento approvato da Papa Francesco”, cioé Fiducia supplicans, “dice che prima possiamo benedire tutte le persone” non ha molto senso poiché tutte le persone, tutte le singole persone (comprese ovviamente anche le persone con tendenze omo-trans-sessuali) si potevano benedire già prima della Dichiarazione Fiducia supplicans, e dunque non avrebbe avuto senso che Papa Francesco approvasse un documento per ribadire che si possono benedire tutte le persone. Lo scopo di quel documento era infatti estendere un certo tipo di benedizioni, non rituali, alle “coppie” appartenenti anche a quelle categorie di persone, cosiddette LGBT.
Un’ultima frase del Papa, tratta dall’intervista:
“I mean I think it's very important again to understand how to accept others who are different than we are. How to accept people who make choices in their life and to respect them / Voglio dire, penso che sia molto importante di nuovo capire come accettare gli altri che sono diversi da noi. Come accettare le persone che fanno scelte nella loro vita e rispettarle”.
Purtroppo, duole dirlo, ma il Papa qui non sembra lontano da certa retorica, tipica del pensiero LGBT od omosessualista, che si è imposto come pensiero dominante. Innanzitutto il Papa sottolinea l’importanza di “capire come accettare gli altri che sono diversi da noi”... ma il “sono diversi da noi” si presta ad essere interpretato come “sono stati creati da Dio diversi, nella loro natura, da noi”, e questo è sbagliato: non c’è alcuna natura o identità omosessuale, l’omosessualità non attiene all’essenza della persona ma alla sua esistenza, è solo un orientamento, un’inclinazione, una tendenza che peraltro può anche cambiare nel tempo come è ampiamente documentato, mentre al contrario tutti i tentativi di dimostrare una presunta origine genetica dell’omosessualità sono sempre naufragati. Pertanto è corretto dire che essi “si percepiscono diversi” non che “sono diversi”. E poi nella frase “accettare le persone che fanno scelte nella loro vita e rispettarle”, il Papa non sembra preoccuparsi di distinguere l’inclinazione omosessuale che in sé non costituisce peccato, rispetto all’assecondare tale tendenza sino alla pratica degli atti sessuali. Davvero si tratta semplicemente di “persone che fanno scelte nella loro vita”? La “scelta” di assecondare il proprio orientamento/inclinazione/tendenza omo-trans-sessuale fino alle estreme conseguenze, ovvero, da un lato, rapporti carnali tra persone dello stesso sesso per gay e lesbiche, dall’altro, percorsi di transizione che si concludono con la mutilazione di organi sani ed impianto di organi non naturali che imitano quelli del sesso opposto, può essere considerata, cristianamente parlando, una semplice “scelta”? Non si configura invece, secondo il Catechismo, come uno dei quattro peccati mortali che gridano verso il Cielo?
Certo, è doveroso rilevare che rispondere a un’intervista è ben diverso che redigere un documento magisteriale. Nel corso di un’intervista, non si può prendere tempo per una pausa di riflessione, o chiedere all’intervistatore di aspettare fintantoché si consultano testi, ecc... (è pur vero che, in genere, in questo tipo di interviste le domande vengono già fatte pervenire prima all’intervistato); si deve fornire una risposta in tempi brevi, con parole comprensibili al più largo pubblico, forse anche in una situazione emotiva non semplicissima, dal momento che Papa Leone pur tenendo fede alla sua pastorale cristocentrica, deve anche mirare all’unità della Chiesa, e quindi mostrare costantemente che non intende essere in discontinuità con Papa Francesco. Tenuto conto di tutto questo, in un’intervista non possiamo pretendere che il linguaggio talvolta non sia proprio preciso, ma approssimativo, e dunque dobbiamo stare smpre attenti a “prendere alla lettera” le risposte di Papa Leone, anzi di qualsiasi Papa nel corso di un’intervista.
Un’altra considerazione: il fatto che Papa Leone, in questa intervista come pure in altri interventi, ribadisca che per la Chiesa, il matrimonio sia solo tra un uomo e una donna, come peraltro ribadiva anche Papa Francesco, non può darci l’assoluta sicurezza che il Papa, su un piano puramente teorico, non possa, attualmente o in futuro, tollerare la pratica sodomitica. Comprendo che questa mia affermazione possa sembrare, in primis incongrua o pregiudiziale nei riguardi del Pontefice, rispetto alla dottrina, e tuttavia occorre puntualizzare che, ormai da tempo, in non poche facoltà di teologia morale o comunque di pontificie università, si è iniziato a teorizzare che l’una cosa non escluderebbe necessariamente l’altra. Ovvero, che il matrimonio sacramentale resta per istituzione divina solo quello tra due persone di sesso diverso ma, nel caso di gay e lesbiche, paradossalmente proprio perché non possono sposarsi, si potrà sì proporgli l’ideale della castità, ma non si potrà pretenderla in tutti i casi da essi, che in fondo non sono consacrati a vita religiosa. Si è fatta strada così l’idea che quando si è in presenza di due persone dello stesso sesso, che si amano sinceramente, che vogliono essere fedeli l’un l’altro, che non sono mossi solo da desiderio di possesso carnale, ma desiderano realizzare il bene dell’altro e manifestano sentimenti, idealità e progetti autentici... la Chiesa non possa “condannarli” all’impossibilità di “donarsi” completamente l’un l’altro, anche nella corporeità, dunque nei modi loro possibili, i quali, a questo punto, non possono essere più definiti sodomitici (peraltro il termine è ormai già praticamente scomparso dai documenti della Chiesa). Tale prospettiva si basa su due presupposti (ambedue errati, ma tant’è): il primo è che in certi individui l’attrazione per persone dello stesso sesso non sia solo un orientamento, un’inclinazione, ma sia talmente radicato da investire nel profondo l’identità stessa della persona (si ripete l’errore di confondere un orientamento con l’identità), in modo irrevocabile, con conseguente ineliminabile ricaduta sul suo “diritto” alla felicità sessuale (viene in mente l’abusato slogan “Dio ti ama per come sei”); il secondo presupposto è la rivisitazione della Sacra Scrittura, tanto l’Antico che il Nuovo Testamento, in tutti i punti in cui si parla di omosessualità, allo scopo di re-interpretarli, alla luce, si sostiene, da un lato degli ultimi progressi scientifici e sociologici, dall’altro della comprensione della moderna “coppia omoaffettiva” come qualcosa di radicalmente nuovo, che nemmeno esisteva ai tempi di san Paolo e tantomeno a quelli di Genesi e Levitico... Peraltro, su questi temi era stato incaricato di studiare, uno specifico Gruppo di lavoro del Sinodo, che non so se attualmente abbia già completato la sua attività e ne abbia consegnato il risultato nelle mani del Papa. Con questo, non intendo sostenere che si arriverà a un documento magisteriale in cui si proporrà alle “coppie” dello stesso sesso, come prima scelta, di poter consumare rapporti carnali; in primis, nella sciagurata ipotesi che tale deriva pastoralistica venga accolta, si continuerà a presentare la castità come via privilegiata, secondo la Chiesa ma, nello spirito col quale Amoris laetitia tratta il matrimonio (in particolare l’aspetto della fedeltà), considerando la castità come un ideale a cui tendere ma che, a causa dell’intrinseca fragilità umana non potrà essere preteso da tutti e/o sempre, per cui, in taluni casi, in base al “caritatevole” discernimento, i rapporti carnali omosessuali potranno essere tollerati.
5) Sempre in questi ultimi giorni, abbiamo appreso di alcune nomine problematiche. Tra queste spicca quella della curatrice e critica d’arte Cristiana Perella, nominata da Papa Leone XIV a presiedere l’Accademia pontificia delle Belle Arti. Nel 2019 la Perella ha diretto la mostra Night Fever: Designing Club Culture 1960–Today in cui si appoggiavano le rivendicazioni LGBT, in particolar modo del mondo cosiddetto queer. In una intervista spiegò che i club «erano luoghi in cui le persone potevano essere se stesse e affermare pubblicamente la propria identità», anche la cosiddetta identità queer. L’anno successivo ha curato una mostra intitolata Nudi in cui 90 foto dell'artista cinese Ren Hang, esposte al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, rappresentavano corpi nudi, alcune in pose omoerotiche. Nel 2021 ha curato la mostra fotografica Cult Fiction, che riproduceva i manifesti dei film a luci rosse apparsi nelle strade di Napoli tra il 1978 e il 1981. L’anno successivo Papa Francesco ha nominato la Perrella a membro della Pontificia Accademia di Belle Arti. La domanda sorge spontanea: era proprio necessario, tra tanti esperti di arte, scegliere proprio lei come presidente dell’accademia pontificia?
Infine, in un comunicato stampa della Santa Sede dello scorso agosto avevamo letto: «Situato nella residenza pontificia di Castel Gandolfo, Borgo Laudato si’ è un progetto nato dalla volontà di Papa Francesco [...]», che poi è stato inaugurato da Papa Leone XIV.
Abbiamo poi appreso che in questo luogo sorgerà un ristorante. Insieme a Phil Stefani dello Stefani Restaurant Group di Chicago, supervisionerà il ristorante anche il celebre chef Art Smith, il quale è “sposato” ad un altro uomo e con quattro figli adottivi, benedetti al tempo da Papa Francesco con tanto di targa incisa. Lo chef è anche un famoso attivista LGBT (https://lanuovabq.it/it/chef-gay-a-castel-gandolfo). Anche in questo caso, ci chiediamo se era proprio necessario questo incarico, ma possiamo tranquillamente ammettere l’ipotesi che non sia nemmeno arrivato alle orecchie del Papa. Ma difficile dire lo stesso per la Perrella.
Bruno V.
“Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1Cor 11,27-29).
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2) Risposta di P. Giovanni
Caro Bruno V.,
apprezzo l’analisi accurata che ha fatto circa le prese di posizione del Santo Padre riguardo il peccato di sodomia e la pastorale nei confronti degli omosessuali.
A questo riguardo lei deve distinguere quello che è il magistero pontificio ufficiale da quelle che possono essere posizioni contingenti del Papa come dottore privato, che espone opinioni personali, prive di autorità magisteriale, rivolgendosi non alla Chiesa, ma a privati.
Aggiungo in conclusione che nelle parole di Papa Leone XIV, da lei riportate, non trovo nulla di contrario alla dottrina della Chiesa.
Fine Prima
Parte (1/3)
P. Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 5 ottobre 2025
Immagine da Internet
Caro Padre Giovanni,
RispondiEliminaapprendo ora che un gruppo di quattro vescovi ha compiuto un atto di riparazione per il “Pellegrinaggio giubilare LGBTQ+”.
La solenne preghiera, guidata dal vescovo Athanasius Schneider, è stata pronunciata durante la Conferenza sull'identità cattolica tenutasi il 4 ottobre a Pittsburgh, in risposta a quella che i partecipanti hanno descritto come la profanazione dell'Anno giubilare e della Basilica di San Pietro durante il pellegrinaggio del 6 settembre.
Insieme al vescovo Schneider, nell'atto di riparazione si sono uniti il vescovo svizzero Marian Eleganti, il vescovo olandese Robert Mutsaerts e il vescovo statunitense Joseph Strickland. Ogni prelato ha pronunciato un discorso durante la conferenza prima di unirsi nell'atto pubblico di riparazione, una lunga supplica che invoca la misericordia di Dio per quelli che hanno descritto come "abomini perpetrati nella Città Eterna".
https://thecatholicherald.com/article/bishops-conduct-act-of-reparation-for-jubilee-lgbtq-pilgrimage-in-rome
https://onepeterfive.com/for-our-poor-brothers-sisters-4-bishops-make-reparation-for-vatican-desecration/
Nei successivi commenti riporto il testo dell’Atto di riparazione, al quale aderisco.
Bruno V.
Atto di riparazione per la profanazione dell'Anno Giubilare e della Basilica di San Pietro da parte di attivisti “LGBTQ+”
RispondiEliminaSantissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, guarda con misericordia noi poveri peccatori, che offriamo alla Tua Divina Maestà questo atto di riparazione per l'abominio perpetrato nella Città Eterna, durante questo Anno Giubilare, da coloro che, "mutando la grazia del Signore nostro Dio in dissolutezza" (Giuda 4), hanno utilizzato - ahimè, con il permesso delle autorità della Santa Sede - la Chiesa del Gesù, la Porta Santa e la Basilica di San Pietro come piattaforma per sostenere con orgoglio la legittimazione della sodomia, della fornicazione e di altri peccati contro il Sesto Comandamento della Tua Santa Legge. Hanno osato, inoltre, mostrare "l'apparenza della pietà, ma ne hanno rinnegato la potenza" (2 Tim. 3:5).
Con dolore ti invochiamo con le parole del salmo: «Ricordati, Signore, della tua assemblea, che hai posseduto fin dal principio. Lo scettro della tua eredità, che hai redento, il monte Sion, dove hai abitato. Alziamo le nostre mani contro il loro orgoglio fino alla fine; guarda le cose malvagie che il nemico ha fatto nel santuario. Quelli che ti odiano si sono vantati in mezzo alla tua solennità. Hanno innalzato le loro insegne come segni. Hanno profanato la dimora del tuo nome sulla terra. Fino a quando, o Dio, ti insulterà il nemico? L'avversario deriderà forse il tuo nome per sempre? Non permettere che gli umili si svergognino; il povero e il bisognoso lodino il tuo nome» (Sal 73,2-4.7.10.21).
Sebbene poveri peccatori, offriamo, in unione con gli atti di espiazione del Cuore Immacolato di Maria, di tutti i Santi e di tutti i pii fedeli sulla terra, la soddisfazione che una volta hai reso al tuo Eterno Padre sulla Croce, e che continui a rinnovare quotidianamente sui nostri altari, in riparazione e in espiazione:
• Per coloro che hanno abusato dell'Anno Giubilare, della Chiesa del Gesù, della Porta Santa e della Basilica di San Pietro, trasformandoli in una piattaforma per sostenere la legittimazione della sodomia, della fornicazione e di altri peccati contro il Sesto Comandamento della Tua Santa Legge! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
• Per la complicità delle autorità della Santa Sede in un simile abominio! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
• Per i gruppi di pressione ideologici, dentro e fuori la Chiesa, che propugnano la legittimazione della sodomia, della fornicazione e di altri peccati contrari al Sesto Comandamento della Tua Santa Legge! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
• Per l'appello sfacciato di cardinali, vescovi, sacerdoti e laici a cambiare l'insegnamento immutabile della Chiesa cattolica, espresso nel Catechismo, così da legittimare la sodomia, la fornicazione e altri peccati contro il Sesto Comandamento della Tua Santa Legge! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
• Per i membri del clero che, abusando del loro ufficio e pervertendo il vero scopo della cura pastorale, sostengono la legittimazione della sodomia, della fornicazione e di altri peccati contro il Sesto Comandamento della Tua Santa Legge! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
Elimina• Per i membri del clero che, con il pretesto dell'accompagnamento pastorale, negano la verità perenne dei Tuoi Santi Comandamenti ed evitano di chiamare coloro che sbagliano a una salutare penitenza, confermandoli invece nell'errore e nel vizio ed esponendoli al pericolo della dannazione eterna! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
• Per i membri del clero che incoraggiano coloro che vivono apertamente lo stile di vita “LGBTQ+” a ricevere la Santa Comunione, portandoli così a mangiare e bere il giudizio su se stessi (cfr. 1 Cor. 11:29).
• Per tutti coloro che, orgogliosi e impenitenti, ti offendono con uno stile di vita di sodomia e fornicazione! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
• Per tutti coloro che denigrano la bontà e la bellezza della creazione del matrimonio e dei due sessi – maschile e femminile – sostenendo la legittimazione morale e giuridica delle unioni tra persone dello stesso sesso e del cosiddetto matrimonio omosessuale! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
• Per tutti coloro che Ti bestemmiano affermando che Tu hai creato l'attrazione per lo stesso sesso! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
• Per i membri del clero che bestemmiano il Tuo Santo Nome, i Tuoi Comandamenti e il sacramento divinamente istituito del matrimonio impartendo benedizioni alle coppie dello stesso sesso e ad altre coppie in unioni extraconiugali! Signore, abbi pietà! Cristo, abbi pietà! Signore, abbi pietà!
Caro Bruno, la ringrazio per queste informazioni.
EliminaL’iniziativa dei quattro Vescovi mi è sembrata buona ed opportuna. Secondo me questo intervento è di aiuto al Papa nella sua pastorale.
Le preghiere nel complesso mi sembrano buone ed opportune. Forse si sarebbe dovuti essere più prudenti e precisare meglio in quelle che si riferiscono alla Comunione agli omosessuali e alla benedizione delle coppie omosessuali.
Sono rimasto molto sorpreso e turbato a sentire la notizia di Cardinali che non rispettano la morale cattolica. Chi sono questi Cardinali?
Prima di accettare questa notizia, desidero ricevere una opportuna documentazione.