Una discussione su quanto è successo a San Pietro
Il Giubileo degli omosessuali?
Terza Parte (3/3)
Legga invece cosa ha dichiarato il vescovo Athanasius Schneider, dove troverà anche risposta ad altre domande che mi fa (dall’intervista della giornalista Dianne Montagna: https://dianemontagna.substack.com/p/spiritual-criminals-and-murderers):
Diane Montagna: Una foto virale di due uomini omosessuali che si tengono sfacciatamente per mano nella Basilica di San Pietro, uno con uno zaino e la scritta "F*** the Rules", e un'altra immagine di un giovane con una maglietta "arcobaleno" che si scatta un selfie della sua mano artigliata con il Baldacchino del Bernini sullo sfondo, hanno fatto il giro del mondo dal 6 settembre. Il gruppo di pellegrini è anche entrato in qualche modo nella Basilica tenendo in alto una croce "arcobaleno"; non si sa come un oggetto del genere abbia superato i controlli di sicurezza. Il pellegrinaggio è stato approvato dal Vaticano, nell'ambito dell'anno giubilare indetto da Papa Francesco. Eccellenza, qual è stata la sua prima reazione quando ha visto queste foto?
+Athanasius Schneider: La mia reazione è stata un grido silenzioso di orrore, indignazione e dolore. Tutti i veri credenti nella Chiesa – sia fedeli che membri del clero – che ancora sostengono la validità dei comandamenti di Dio e Lo prendono sul serio, dovrebbero vivere questa provocazione come uno schiaffo sfacciato in faccia. Credo che molti fedeli cattolici e membri del clero rimangano, in un certo senso, storditi da un colpo così massiccio e abbiano bisogno di tempo per riprendersi. Un atto senza precedenti ha avuto luogo nella Basilica di San Pietro a Roma, un atto che può essere appropriatamente descritto, con le parole di Nostro Signore, come un "abominio della desolazione posto nel luogo santo" (cfr. Mt 24,15).
Qual è il significato della Porta Santa e in che modo il suo significato influenza la realtà di quanto accaduto il 6 settembre?
+Athanasius Schneider: Uno dei significati essenziali dell'Anno Giubilare e della Porta Santa consiste nel «condurre l'uomo alla conversione e alla penitenza», come ha spiegato Papa Giovanni Paolo II nella Bolla di indizione dell'Anno Santo 2000. Un altro segno distintivo è l'indulgenza, che è uno degli elementi costitutivi del Giubileo. Pertanto, l'Anno Giubilare è un potente mezzo della grazia di Dio per aiutare i fedeli a compiere un vero progresso nella santità attraverso una fruttuosa ricezione del sacramento della penitenza e l'acquisto dell'indulgenza, che implica un distacco consapevole da tutti i peccati gravi e i disordini morali. Infatti, «la resa libera e consapevole al peccato grave… separa il credente dalla vita di grazia con Dio e quindi lo esclude dalla santità a cui è chiamato» (Giovanni Paolo II, Incarnationis Mysterium , 9).
L'obiettivo dichiarato delle organizzazioni LGBTQ+ che hanno radunato aderenti e attivisti per questo pellegrinaggio giubilare era che la Chiesa riconoscesse e legittimasse i cosiddetti diritti degli omosessuali, compresi gli atti omosessuali e altre forme di condotta sessuale extraconiugale.
Non vi sono stati segni di pentimento e di rinuncia a peccati omosessuali oggettivamente gravi e allo stile di vita omosessuale da parte degli organizzatori e dei partecipanti a questo pellegrinaggio. Attraversare la Porta Santa e partecipare al Giubileo senza pentimento, promuovendo al contempo un'ideologia che rifiuta apertamente il Sesto Comandamento di Dio, costituisce una sorta di profanazione della Porta Santa e una presa in giro di Dio e del dono dell'indulgenza.
I gruppi coinvolti nell'evento di sabato (Tenda di Gionata, Rete Globale dei Cattolici Arcobaleno e Outreach guidato da Padre James Martin, SJ) rifiutano l'idea della conversione da uno stile di vita LGBTQ+ e credono invece che sia giunto il momento che la Chiesa cattolica la riconosca. Cosa dice, riguardo all'attuale stato del Vaticano, il fatto che questo evento sia stato consentito?
+Athanasius Schneider: In questo modo, le autorità responsabili della Santa Sede hanno collaborato di fatto a minare e mettere in discussione la validità del Sesto Comandamento di Dio, in particolare la Sua esplicita condanna dell'attività omosessuale. Sono rimaste a guardare e hanno permesso che Dio venisse deriso e che i Suoi comandamenti venissero sprezzantemente ignorati.
Prima del pellegrinaggio attraverso la Porta Santa, il vescovo Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha celebrato una Messa presso la Chiesa del Gesù, gestita dai Gesuiti, a Roma. Tutti erano invitati a ricevere la Santa Comunione. L'adesione a tutti gli insegnamenti della Chiesa (dottrina e morale) non è forse una precondizione per ricevere Nostro Signore nella Santa Eucaristia?
+Athanasius Schneider: Sì, questa è certamente una precondizione, come ordinato da Dio nella Sacra Scrittura attraverso l'insegnamento di San Paolo: «Chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. Per questo molti tra voi sono deboli e malati, e alcuni sono morti» (1 Cor 11,29-30). La Chiesa ha mantenuto questo precetto immutato e universale per duemila anni e lo mantiene ancora nel suo insegnamento ufficiale. Il Catechismo afferma chiaramente che: «Chiunque sia consapevole di aver peccato mortalmente non deve ricevere la Comunione senza aver ricevuto l'assoluzione nel sacramento della Penitenza» ( n. 1415 ). Inoltre, nota, la Sacra Scrittura «presenta gli atti omosessuali come gravi depravazioni, [e] la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non provengono da una vera complementarietà affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati» ( n. 2357 ).
Permettendo tali Messe pubbliche per le organizzazioni LGBTQ+ a Roma e concedendo loro il passaggio attraverso la Porta Santa della Basilica di San Pietro, le autorità della Santa Sede hanno mostrato al mondo intero una stridente contraddizione tra l'insegnamento ufficiale della Chiesa e la sua pratica. Così facendo, queste alte autorità hanno di fatto ripudiato la dottrina stessa che sono tenute a sostenere. Alla luce di questi fatti manifesti, evidenti a tutti, ci si deve chiedere: il mondo può ancora prendere sul serio l'insegnamento ufficiale della Chiesa?
L'organizzazione " Courage International " è un apostolato che si occupa di uomini e donne che provano attrazione per persone dello stesso sesso, aiutandoli a condurre una vita di santità in armonia con la pienezza della fede cattolica. Se il pellegrinaggio di sabato fosse stato sponsorizzato da Courage, non ci sarebbe stato alcuno scandalo. Qual è il suo messaggio per le persone che hanno partecipato all'evento di sabato, che vengono ingannate da Padre James Martin e dal movimento LGBTQ+?
+Athanasius Schneider: Il mio messaggio per loro è innanzitutto di compassione. Perché quando una persona rifiuta consapevolmente l'esplicito comandamento di Dio che proibisce qualsiasi attività sessuale al di fuori di un matrimonio valido, si espone al pericolo più grave: quello di perdere la vita eterna ed essere eternamente condannata all'Inferno. Dobbiamo mostrare compassione verso coloro che sostengono la legittimazione dell'attività omosessuale e persistono in essa impenitenti e persino con orgoglio. Il vero amore per queste persone consiste nell'invitarle, dolcemente ma con insistenza, a una conversione autentica alla volontà rivelata di Dio. Tali individui sono fuorviati e ingannati dallo spirito maligno, da Satana, il padre della menzogna, e sono in definitiva infelici, anche se hanno soffocato la voce della coscienza.
Dobbiamo essere pieni di grande zelo per salvare queste anime, per liberarle da inganni velenosi. Quei sacerdoti che li confermano nella loro attività omosessuale o in uno stile di vita omosessuale sono criminali spirituali, assassini di anime, e Dio ne chiederà loro un resoconto severo, secondo la Sua parola: "Figlio dell'uomo, io ho costituito una sentinella per la casa d'Israele. Ogni volta che udrai una parola dalla mia bocca, tu li avvertirai da parte mia. Se io dico all'empio: "Empio, tu morirai certamente", e tu non parli per avvertire l'empio che si converta dalla sua via, quell'empio morirà per la sua iniquità, ma del suo sangue domanderò conto a te" (Ez 33,7-8).
Questo evento era stato pianificato prima dell'elezione di Papa Leone XIV. Alcuni hanno sostenuto che sarebbe potuto essere peggiore se Papa Francesco fosse stato ancora in vita. Sottolineano che Papa Leone non ha ricevuto una delegazione del gruppo LGBT+ durante l'udienza generale del Giubileo in Piazza San Pietro sabato mattina, né ha inviato un messaggio al gruppo.
+Athanasius Schneider: Queste argomentazioni non sono convincenti. Per il Papa, ricevere una delegazione pro-LGBTQ+ sarebbe stato davvero senza precedenti e avrebbe rappresentato il colmo dello scandalo. Il fatto che Papa Leone XIV non abbia causato tale scandalo non giustifica in alcun modo il suo consenso di fatto a questo evento. In effetti, non si può ragionevolmente presumere una sua ingenuità, poiché era del tutto prevedibile che un'organizzazione pro-LGBTQ+, o almeno alcuni dei suoi membri, avrebbe sfruttato la Porta Santa e la Basilica di San Pietro come piattaforma per promuovere un'ideologia che apertamente disprezza e rifiuta la volontà esplicita di Dio, espressa nel Suo santo Comandamento.
Padre James Martin ha diffuso le foto di un'udienza avuta con Papa Leone diversi giorni prima dell'evento. I papi prima di Papa Francesco incontravano personaggi del genere in questo modo? Qual è la sua opinione su questa e altre recenti udienze, come quella con la controversa suor domenicana Lucia Caram, che a quanto pare sostiene il "matrimonio gay"?
+Athanasius Schneider: Prima del pontificato di Papa Francesco, i successori di Pietro non ricevevano né posavano per fotografie ufficiali con coloro che, con le parole o con i fatti, rifiutavano apertamente l'insegnamento dottrinale e morale della Chiesa. Attraverso questi incontri ufficiali e le fotografie, Papa Leone ha di fatto inviato al mondo un messaggio di non prendere le distanze dal loro insegnamento e comportamento eterodossi e scandalosi, soprattutto perché la Santa Sede non ha offerto alcun chiarimento in seguito e non ha corretto i messaggi trionfali di Padre James Martin circolati sui social media. C'è un detto comune che recita: "Qui tacet consentire videtur" - "Chi tace è considerato d'accordo".
Tradizionalmente, la Chiesa non si è limitata a predicare la verità, ma ha anche attivamente combattuto l'errore. Mentre l'Islam continua a crescere in Occidente e l'Europa si scristianizza sempre di più, cosa rischia la Chiesa cattolica se cede la sua autorità morale a queste lobby e movimenti?
+Athanasius Schneider: San Pietro e i suoi successori, i Romani Pontefici, insieme alla Santa Sede, e quindi alla Chiesa Cattolica in quanto tale, hanno ricevuto da Cristo stesso la più alta autorità morale in questo mondo. Questa autorità consiste nell'insegnare al mondo intero – persone di tutte le nazioni e religioni – i comandamenti di Dio, cioè a osservare tutto ciò che Cristo ha comandato (cfr. Mt 28,20).
Nella misura in cui l'insegnamento della Chiesa – nella Santa Sede e nell'episcopato cattolico – diventa debole, poco chiaro, ambiguo o addirittura contraddittorio, l'influenza dell'anti-verità, in tutte le sue derivazioni ideologiche e forme religiose, inevitabilmente aumenterà.
La forza dell'Islam può essere sempre più attraente per alcuni, ma l'Islam non conferisce e non potrà mai conferire all'anima umana la forza spirituale necessaria per trasformarsi interiormente in una persona nuova attraverso la grazia di Cristo. Vivo in una comunità a maggioranza musulmana che ha anche una forte presenza ortodossa; quando la gente assiste a questi eventi, sia i leader religiosi che la gente comune si chiedono cosa stia succedendo al Papa e alla Santa Sede.
Permettendo eventi così oltraggiosi, le autorità della Santa Sede stanno di fatto mettendo a tacere la verità di Cristo, la voce di Cristo. È quindi imperativo per il nostro tempo che le parole del Papa e delle autorità della Santa Sede riguardo all'insegnamento della Chiesa corrispondano fedelmente alle loro azioni. Perché non esiste autorità morale più alta in questo mondo di quella di Gesù Cristo, che ha affidato la Sua autorità al Magistero del Papa e dell'episcopato. Quale tremenda responsabilità! E quale immensa futura responsabilità davanti al tribunale di Cristo!
Durante il Grande Giubileo del 2000, Roma ospitò il primo World Pride (1-9 luglio 2000). Papa Giovanni Paolo II denunciò pubblicamente l'evento, affermando:
«A nome della Chiesa di Roma non posso che esprimere la mia profonda tristezza per l'affronto al Grande Giubileo dell'Anno 2000 e per l'offesa ai valori cristiani di una città così cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo. La Chiesa non può tacere la verità, perché verrebbe meno alla sua fedeltà a Dio Creatore e non aiuterebbe a distinguere il bene dal male» (CCC, n. 2358). A questo proposito, desidero solo leggere quanto afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, il quale, dopo aver ricordato che gli atti omosessuali sono contrari alla legge naturale, afferma: «Il numero di uomini e donne che hanno tendenze omosessuali profondamente radicate non è trascurabile. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Essi devono essere accolti con rispetto, compassione e delicatezza. Ogni marchio di ingiusta discriminazione nei loro confronti deve essere evitato. Queste persone sono chiamate a compiere la volontà di Dio nella loro vita e, se sono cristiani, a unirsi al sacrificio della Croce del Signore le difficoltà che possono incontrare a causa della loro condizione” (CCC, n. 2358) ( Angelus, 9 luglio 2000 ).”
Eccellenza, quale messaggio vorrebbe inviare a Papa Leone XIV?
+Athanasius Schneider: Vorrei implorare Papa Leone XIV di ripetere, in sostanza, queste parole di Papa Giovanni Paolo II, manifestando così al mondo intero la vera umiltà nel riconoscere la colpa della Santa Sede riguardo all'oltraggioso evento LGBTQ+ nella Basilica di San Pietro. L'umiltà è coraggio per la verità. Se Papa Leone XIV dovesse rendere pubblici atti di rammarico e persino di riparazione, non perderebbe nulla; se non lo facesse, perderebbe qualcosa agli occhi di Dio – e solo Dio conta. Dal profondo del mio cuore auguro a Papa Leone XIV la grazia di Dio, affinché abbia il coraggio di riparare a questo atto abominevole che ha macchiato la santità dell'Anno Giubilare, usando in tutta verità le parole di San Paolo: "Non mi sono sottratto al dovere di annunziarvi tutta la volontà di Dio" (Atti 20:26-27).
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Purtroppo il Santo Padre non ha finora ascoltato l’implorazione del vescovo Schneider e di altri.
Lei mi scrive “il Santo Padre [...] quando ha approvato che mons. Savino celebrasse una Messa per il giubileo degli omosessuali, è chiaro che non gli è passato neppure per la mente di approvare quel peccato, ma ha inteso incoraggiare il vescovo ad essere cristianamente vicino a queste persone [...] anche per sollecitare coloro che fossero attaccati a questo peccato o addirittura lo volessero legittimare, a impegnarsi con spirito di penitenza a fare il possibile per liberarsi da questo peccato”. Ammesso pure che questa fosse l’intenzione del Papa, il mezzo scelto non è conforme al proposito, anzi è in contraddizione, infatti le organizzazioni LGBT promotrici di tale pellegrinaggio, come ha ricordato la giornalista Montagna nell’intervista a Schneider, quali: Tenda di Gionata, Rete Globale dei Cattolici Arcobaleno e Outreach guidato da Padre James Martin, a differenza di Courage, sono promotrici non certo della castità per gli omosessuali, ma perché la Chiesa riconosca il loro “diritto” a donarsi completamente l’un, l’altro, ovvero alla legittimazione del peccato sodomitico (si può andare sul sito, per esempio, della Tenda di Gionata, e verificare di persona se quanto sto dicendo sia vero oppure no). E Mons. Savino ha dichiarato che il Papa gli avrebbe detto “lei vada a celebrare il Giubileo organizzato dalla Tenda di Gionata e delle altre associazioni' che si occupano di fratelli e sorelle”. Il Vaticano non ha smentito queste parole, dunque, che cosa dobbiamo pensare noi? Poiché queste associazioni “si occupano di fratelli e sorelle” in modo non certo conforme alla dottrina della Chiesa, l’intenzione del Papa di cui lei dice, e cioè “sollecitare coloro che fossero attaccati a questo peccato o addirittura lo volessero legittimare, a impegnarsi con spirito di penitenza a fare il possibile per liberarsi da questo peccato”, entra in stridente contrasto col mezzo scelto.
L’altra sua tesi, Padre Giovanni, “se il Papa ha taciuto, ciò dipende semplicemente dal fatto di evitare delle discriminazioni nel segnalare fatti scandalosi, cosa inevitabile perché non può ogni giorno parlare di fatti di questo genere”, la trovo sinceramente, assai debole: gli occhi di tutto il mondo erano puntati su questo pellegrinaggio giubilare LGBT, e tutti i media ne hanno dato ampio spazio, commentandolo, quasi sempre, come ulteriore passo della Chiesa, dopo quelli di Francesco, verso la normalizzazione dell’omosessualità nella Chiesa. Dunque mi sembra difficile paragonarlo a “Fatti scandalosi come quelli che sono capitati in San Pietro succedono in centinaia ogni giorno in tutto il mondo”.
Accolgo invece la sua interpretazione, Padre Giovanni, quando dice “con quell’espressione [“altamente improbabile”] abbia inteso dire, quasi ironizzando, che non succederà mai che la Chiesa cambi sulla dottrina.”
Ma certo questo conferma amio avviso, l’inopportunità, come dice anche il vescovo Schneider, che i papi si prestino a questo tipo di comunicazione.
Lei conclude dicendo “Un Papa proibisce e proibirà sempre il peccato di sodomia”. Lei, con queste parole, giustamente, anche per la sua forma mentis da teologo, continua a concentrare la sua attenzione sui documenti e affermazioni magisteriali sul piano dottrinale.
Il punto vero della questione, a mio avviso, non è che ”il Papa non affermerà mai magisterialmente che la sodomia non è più peccato”, ma che un Papa tramite altri atti del suo governo della Chiesa, come l’incoraggiamento alle associazioni LGBT come La tenda di Giona, a James Martin, a suor Jeanine Gramick, ecc... a proseguire un “apostolato” che in realtà, per taluni aspetti fondamentali, è in contrasto con la dottrina, non commette semplicemente “un’imprudenza”, ma rischia di comunicare a tutti i fedeli, in pratica, una doppiezza di insegnamento: da una parte c’è la dottrina che non viene toccata, ma dall’altra, è come se dicesse... cari fratelli e sorelle attratti dallo stesso sesso, tramite la pastorale è possibile, in qualche modo, bypassare la dottrina, superare l’ostacolo, e così possiamo tollerare, in una certa misura, che voi incorriate in tale peccato.
Non possiamo non domandarci: ma può esserci una pastorale che non sia in sintonia con la dottrina? Oppure, in altre parole, possiamo dire, sinceramente, che quanto Papa Francesco e finora Papa Leone ci hanno comunicato rispetto all’omosessualità, sia pienamente conforme a:
“Ma sia il vostro parlare: Sì, sì; no, no, poiché il di più viene dal maligno” (Mt 5,37)?
Io francamente mi sentirei ipocrita a rispondere di sì. Ma con questo non mi permetto di giudicare tale, chi in buona fede è convinto del contrario.
Preghiamo per il Papa.
Bruno V.
6) Risposta di P.G. 3.10.25
1)
In un articolo dello stesso Martin su Outreach, egli nega esplicitamente che la Bibbia … Non so se lei, Padre Giovanni, abbia mai sentito di tali esegesi farneticanti....
1)
Caro Bruno,
in queste parole del P. Martin è evidente la confusione che egli fa, da una parte tra i divini comandamenti, che sono immutabili, e tra questi c’è la proibizione del peccato di sodomia, e dall’altra certe norme pratiche o giuridiche che corrispondono a stadi superati o arretrati della coscienza morale, ossia comportamenti che, grazie alla successiva diffusione del Vangelo e al progresso morale che esso ha causato da allora ad oggi, sono stati abbandonati e oggi sono addirittura condannati.
2)
Nell’ambito di Outreach, di cui Martin è uno dei fondatori … i cui link sono riportati in questa pagina di Outreach, e mi dica se sono conformi alla dottrina cattolica.
2)
Non è difficile rispondere alla sua domanda. Siccome questi autori danno delle false interpretazioni dei passi della Scrittura, che si riferiscono alla sodomia, è evidente che la loro posizione con è conforme alla dottrina cattolica esposta nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
3)
Lo scopo di tale “risorsa” di Outreach dunque, è che colui o colei … persegue: manipolare la Sacra Scrittura in chiave omosessualista.
3)
È evidente che un’opera di evangelizzazione, che avesse come criterio un giudizio positivo circa la pratica dell’omosessualità, sarebbe del tutto falsa e controproducente.
4)
E poiché tanto Papa Francesco che Papa Leone XIV, non potevano ignorare tutto ciò, … per le persone attratte da individui dello stesso sesso, …
4)
I contatti che Papa Francesco e l’attuale Pontefice hanno avuto con P. Martin, devono essere interpretati come l’approvazione e l’appoggio all’aspetto positivo del suo ministero sacerdotale e della sua pastorale a favore degli omosessuali. Nello stesso tempo è chiaro che i due Pontefici, in quanto Maestri della fede, ci insegnano con assoluta chiarezza la illiceità delle pratiche omosessuali.
Con tutto ciò io modestamente vorrei esprimere qualche riserva nei confronti del comportamento pratico di Papa Francesco in questo settore delicato della problematica sessuale. Vorrei dire che, pur nel suo esemplare atteggiamento di misericordia, a mio modo di vedere Papa Francesco avrebbe dovuto avere nei confronti degli omosessuali in atteggiamento paterno più adatto a toccare la loro coscienza, così da suscitare in loro un moto di riflessione e di pentimento.
Per quanto riguarda il collegamento dell’orgoglio gay col mese del Sacro Cuore, come se si trattasse di due valori congiunti, dobbiamo dire che tale immagine suscita in un cattolico normale un profondo senso di ripugnanza e di giusto sdegno.
5)
In questo articolo pubblicato dalla Nuova Bussola Quotidiana … chiamate a praticare la castità, possono anche praticare gli atti omosessuali.
5)
Qui si nota l’uso ipocrita del concetto di recezione o ricevimento. Esso suppone un concetto relativistico della morale, per il quale i Comandamenti divini non sono universali e obbligatori per tutti, ma sono facoltativi. Essi vanno proposti, ma nel caso che la persona alla quale noi proponiamo l’obbedienza a un dato Comandamento, per esempio la castità, non gradisca la proposta, questa persona è libera di rifiutare.
Questi falsi teologi mettono sullo stesso piano la proposta del Vangelo con quello che potrebbe essere l’offerta di una sigaretta ad un’altra persona. Può capitare che questa persona ci dica che non fuma. Al che noi ritiriamo la proposta. Ma proporre l’osservanza del sesto Comandamento ad un omosessuale, non è la stessa cosa. Siccome questo Comandamento obbliga anche lui, se egli rifiuta è evidente che commette peccato e non può evitare le conseguenze, anche se possono esserci delle attenuanti soggettive o forme di ignoranza invincibile.
6)
· Il 5 settembre 2017, in un simposio alla Fordham University, … che eroicamente cercano di mantenersi casti.
6)
Le ricordo come gli ultimi Pontefici hanno chiaramente escluso che l’unione omosessuale possa definirsi come matrimonio. L’attrattiva omosessuale certamente è una forma di amore, ma, secondo il dettame della ragione naturale, si tratta di un amore deviato e falso.
Per quanto riguarda l’omofobia, bisogna vedere che cosa intendiamo con questa parola. Infatti se intendiamo l’odio per gli omosessuali, è evidente che può assumere anche i caratteri di un atto penalmente perseguibile. Se invece per omofobia, come intendono i genderisti, noi intendiamo la condanna del peccato di omofobia, l’accusa di omofobia diventa un’ipocrisia.
7)
· Il 29 agosto in un’intervista alla Villanova University … un'immagine della Madonna avvolta da tale vessillo.
7)
Per quanto riguarda il bacio, sappiamo tutti che esistono baci casti e baci sensuali.
Per quanto riguarda invece la tesi, secondo la quale chi abbandona il vizio della sodomia soffrirebbe di contrasti interiori e non saprebbe integrarsi con la società, è una tesi talmente falsa, che non meriterebbe neppure di dare una risposta.
La cosa che invece si deve dire e che corrisponde alla più elementare esperienza umana è che, quando uno di noi riesce a liberarsi da qualche vizio, la sua gioia è grande, perché prova la soddisfazione di essere riuscito nel suo spirito a dominare la carne, secondo quello che è l’auspicio di San Paolo, quando parla della sofferenza interiore che proviamo nel constatare il conflitto nel nostro intimo tra lo spirito e la carne.
8)
Nel dicembre 2023, quando Papa Francesco pubblicò la dichiarazione Fiducia supplicans … Ovviamente, nell’articolo di Martin non vi è alcun invito alla castità.
8)
Per quanto riguarda la Fiducia Supplicans, come osservò lo stesso Papa Francesco, non si tratta di benedire il peccato, ma le persone che sono create ad immagine di Dio, sono chiamate alla santità e posseggono doni reciprocamente complementari.
Nello stesso tempo il Card. Fernandez ricorda a queste coppie il dovere di convertirsi dal peccato e, anche se non usa la parola sodomia, si capisce benissimo di quale peccato si tratta.
9)
Il 12 ottobre 2018 Martin ha scritto un articolo per America, i…Tertium non datur
9)
Le parole di P. Martin con le quali respinge il giudizio che il Catechismo dà della pratica omosessuale sono certamente sbagliate. Tuttavia io farei attenzione a quanto egli dice circa la parte di sé della persona omosessuale capace di amare (quella che ama, anche se con un amore mai espresso sessualmente).
Ora qui, a prescindere dalla tendenza omosessuale, come fa lo stesso Martin, perchè non rintracciare un riferimento al fatto che la coppia omosessuale è una coppia di due persone umane capaci di amare secondo i doni ricevuti da Dio?
10)
Nel 2019, Martin ha criticato il rifiuto pubblico … deve poter accedere alla Santa Comunione
10)
Per quanto riguarda il caso di quella coppia, io credo che sia bene astenersi dal dare una valutazione delle parole di P. Martin per il fatto che, trattandosi di un caso particolare, il sacerdote con la sua prudenza conserva la sua facoltà di decidere se una coppia omosessuale può o non può fare la comunione.
Ovviamente il sacerdote in questi casi deve sapere agire con la dovuta delicatezza, parlando in via riservata alla coppia e facendo ad essa presente la sconvenienza o la inopportunità di accostarsi alla Comunione ed eventualmente facendo riferimento al n. 84 dell’enciclica Familiaris Consortio di San Giovanni Paolo II.
Invece è assolutamente sconveniente che il sacerdote durante la Messa rifiuti la Comunione a una di queste coppie, che si presenta in modo improvviso ed inaspettato.
11)
Sempre nel 2019 Martin ha criticato il documento … col testo del documento della CDF).
11)
Ricordo che la distinzione tra uomo e donna, oltre ad essere una distinzione di ragione, è anche verità di fede. Ora Martin riflette chiaramente la tipica mentalità genderista, la quale concepisce la natura umana come soggetto spirituale che può manipolare a piacimento la parte materiale della natura.
Nello sfondo di questa concezione c’è l’etica rahneriana della persona. Rahner infatti afferma che la natura umana è indefinibile, cioè non esiste una natura umana fissa, definita ed universale. Da qui la conseguenza che egli nega l’esistenza di una legge morale naturale universale ed immutabile, per cui ogni persona ha diritto in base alla sua libertà di plasmare il proprio corpo secondo la sua volontà. Da qui la liceità di creare artificialmente altre forme di sessualità, come per esempio la transessualità, diverse dalla due forme naturali del maschio e della femmina.
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Caro Bruno, al di là di tutti i discorsi che lei fa, la questione è molto semplice. La pratica omosessuale è peccaminosa, per cui la Chiesa su questo punto non cambierà mai.
Nello stesso tempo il dovere dell’evangelizzazione, dell’educazione cristiana, del rispetto delle persone, della compassione per i deboli, di richiamare i peccatori, di formare le coscienze e di guidare il fratello al regno di Dio, ci impone un impegno serio da parte di tutti, sotto la guida dei nostri Pastori e del Santo Padre Leone XIV, nonché di quella dei buoni teologi e del magistero della Chiesa, nel fare tutto il possibile con l’aiuto della grazia dando per primi il buon esempio, affinché i peccatori si convertano a Cristo mettendo a frutto i doni ricevuti.
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P. Giovanni Cavalcoli
Fontanellato, 5 ottobre 2025

Immagine da Internet
Caro Padre Giovanni,
RispondiEliminala sua affermazione “I contatti che Papa Francesco e l’attuale Pontefice hanno avuto con P. Martin, devono essere interpretati come l’approvazione e l’appoggio all’aspetto positivo del suo ministero sacerdotale e della sua pastorale a favore degli omosessuali” denota un intento, in sé lodevole di, mi lasci dire... venire in soccorso ai due papi, e però a mio parere non fotografa in modo del tutto corretto la realtà.
Il discorso è delicato perché ci si muove su un crinale piuttosto sottile dove si rischia sempre di cadere da un eccesso all’altro. Un eccesso è la pretesa di volere “insegnare al Papa come si fa il papa” che dobbiamo censurare, l’altro eccesso è quello di rifiutarsi di vedere nei comportamenti, nelle azioni del Papa, aspetti che risultano oggettivamente contraddittori, ritenendo che in tal modo si aiuti il Papa e la Chiesa.
Ora, se un papa si rende conto che un determinato presbitero, o una determinata religiosa, svolge un apostolato importante che presenta, contemporaneamente, diciamo due aspetti: uno positivo (quindi da incoraggiare) e uno assai negativo perché in contrasto con la dottrina (quindi da correggere e in taluni casi da sanzionare con provvedimenti disciplinari), mi sembra lecito aspettarsi che, a valle degli incontri avuti dal Pontefice con i due consacrati e di altre comunicazioni (epistolari, telefoniche, ecc...) intercorse, dopo un certo tempo, quel presbitero o quella religiosa continuino sì nella parte positiva ed apprezzata del loro apostolato, ma anche che correggano la parte negativa che è stata oggetto di reprimenda, da parte del Pontefice, relativa al medesimo apostolato.
Papa Francesco prima, Papa Leone oggi, non potevano ignorare che l’apostolato di Padre Martin non invita le persone omosessuali praticanti ad abbandonare i rapporti carnali. E Martin, da quello che è dato sapere, non ha mai mutato nella sostanza il suo approccio verso le persone cosiddette LGBT. Nel 2017 Papa Francesco lo ha nominato consulente della Segreteria per le Comunicazioni in Vaticano. È stato anche chiamato a partecipare al Sinodo sulla sinodalità, ha incontrato in più occasioni Papa Francesco, il quale gli ha anche personalmente scritto, e sempre, tanto dagli incontri che dalle lettere, ripeto sempre, Martin ha ricevuto (perché resi pubblici) elogi e incoraggiamenti, nonostante più di un vescovo (tra cui il cardinale Sarah) avesse pubblicamente denunciato le pecche del gesuita statunitense. E lo stesso, puntualmente, sta avvenendo con Papa Leone (vedi il punto 2 della mia lettera che lei, Padre Giovanni, ha pubblicato nel primo articolo di questo dialogo).
Ora, se un Papa chiede a un sacerdote o a una suora di correggere un certo aspetto del suo apostolato, e ciò non si verifica, passa il tempo (anni nel caso di Martin), e dal Vaticano non arriva alcun richiamo disciplinare, sembrerebbe lecito dedurne che sul soglio di Pietro sieda una persona debole che, nonostante l’aiuto dello Spirito Santo, preferisca lasciar correre l’errore (grave) e non avvalersi del potere di “sciogliere in terra”. Ma è realistica una tale supposizione?
Io tenderei piuttosto a pensare che l’intervento di correzione, da parte dei suddetti Pontefici, se pure c’è stato, sia stato talmente “leggero” che il soggetto che lo ha ricevuto, ha potuto abbastanza tranquillamente, trascurarlo e continuare per la sua strada.
È maliziosa la mia tesi, o di semplice buon senso? C’è forse una terza possibilità che mi sfugge?
Bruno V.
Rispetto all’intervista in cui Padre Martin diceva a un omosessuale praticante, che andava a messa: “Spero che in una decina di anni potrai baciare il tuo partner. Perché no? Che cosa c’è di terribile?”, lei, Padre Giovanni ha commentato “Per quanto riguarda il bacio, sappiamo tutti che esistono baci casti e baci sensuali”.
RispondiEliminaNon so se la sua voleva essere una battuta di spirito (nel qual caso l’apprezzo e ricambio sorridendo...), perché altrimenti dovrei ricordarle che qui non si sta parlando del bacio sulle guance che comunemente ci si scambia tra parenti ed anche tra amici, ma appunto di “baciare il tuo partner”, il partner, non l’amico, quindi analogamente a come un uomo e una donna innamorati si baciano per comunicarsi il loro amore che non è puramente o semplicemente un’amicizia.
Bruno V.
Se Bruno V. dichiarasse che Fiducia supplicans cade nella blasfemia, nell’eresia ed è stata una “disgustosa sorpresa”, lei, Padre Giovanni, si sentirebbe giustamente in dovere di rimproverarmi. Ma si dà il caso che i suddetti tre giudizi sono stati espressi, rispettivamente dal cardinale Gerhard Müller prefetto emerito della “Congregazione per la dottrina della fede”, dal cardinale Roberth Sarah, prefetto emerito della “Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti”, e dal cardinale Joseph Zen, e mi sembra alquanto improbabile che tre successori dei Santi Apostoli di questo “calibro”, possano aver del tutto frainteso la Dichiarazione redatta dal cardinal Fernandez.
RispondiEliminaMi consenta, Padre Giovanni, di fare qualche mia osservazione su FS che svilupperò su più commenti.
Nel testo, sin dalla breve presentazione, si afferma la possibilità di benedire “le coppie irregolari e le coppie dello stesso sesso”. E questo è il punto principale della Dichiarazione: la vera novità consiste proprio nella benedizione delle coppie irregolari e delle cosiddette “coppie” dello stesso sesso. Infatti, la benedizione di singole persone, pur se grandi peccatori, è sempre stata possibile nella Chiesa. Dunque, la Dichiarazione riguarda specificamente la richiesta di due persone che non chiedono di essere benedette singolarmente, come singoli peccatori (come siamo tutti), ma come coppia, in quanto coppia unita non da un rapporto di amicizia, ma da una relazione affettiva/sessuale.
In un’ottica puramente umana, a livello di sola ragione, che cosa è che rende due persone, una coppia? La loro relazione affettiva. E, sempre restando a un punto di vista puramente umano e razionale, per relazione affettiva, dobbiamo intendere una relazione d’amore, (quantomeno nelle intenzioni l’uno verso l’altro), cioè una relazione che implica la dimensione dell’eros, e che si promette di essere fedele, quindi esclusiva.
Ne consegue che benedire le due persone, non singolarmente, ma proprio in quanto coppia, implica inevitabilmente benedire la loro relazione amorosa. Sostenere che, benedicendo la coppia si stia benedicendo semplicemente le due persone, oppure che si benedice la coppia ma non l’unione, oppure che si benedice l’amicizia tra i due … appare un modo capzioso, sofistico per cercare di aggirare la problematicità che pone questa nuova benedizione per coppie peccaminose. Se infatti alla “coppia” si toglie il legame, la relazione amorosa/sessuale intercorrente tra i due, cosa resta della coppia stessa? Restano solo le due singole persone, che ovviamente possono essere separatamente benedette, ma allora non si deve più parlare di benedizione delle coppie, che è invece l’oggetto specifico e di vera novità della Dichiarazione, senza cui, ripetiamo, tale documento non avrebbe avuto ragione di nascere.
Dunque, FS aprendo alla possibilità di benedire “coppie dello stesso sesso”, permette di benedire la relazione affettiva omosessuale che intercorre tra i due, ciò che li costituisce come “coppia”. E indubbiamente in questo senso viene recepita dal mondo, in particolare dalla “comunità LGBT”. Già da queste considerazioni di semplice buon senso si capisce che, alla critica di questo nuovo tipo di benedizione, non si può replicare con “il Signore benedice tutti e dunque a nessuno si deve negare la benedizione”, perché trattasi di argomentazione non pertinente rispetto alla critica che viene fatta, dunque un’argomentazione invalida, in quanto, ancora una volta, qui non è in discussione la benedizione di alcuna persona come singola (sempre possibile), ma della coppia in quanto tale.
Bruno V.
Un altro punto della Dichiarazione che desidero commentare è il 27 in cui si riportano alcune parole di Papa Francesco:
RispondiElimina“[…] Papa Francesco ha proposto una descrizione di questo tipo di benedizioni che si offrono a tutti, senza chiedere nulla […] «È Dio che benedice. Nelle prime pagine della Bibbia è un continuo ripetersi di benedizioni. […]. Così noi per Dio siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare, perché Lui è padre, è madre, è amore puro, Lui ci ha benedetto per sempre. E non smetterà mai di benedirci.”
Le benedizioni divine nei capitoli iniziali di Genesi, citate dal Papa, sono sì “senza condizioni” ma perché riguardano oggetti intrinsecamente buoni in quanto creati da Dio. E l’unica relazione d’amore umano che viene benedetta da Dio è quella tra uomo e donna (Gen 1,27-28). Come già detto, benedicendo l’unica vera coppia umana, Dio benedice anche la differenza sessuale maschio-femmina, finalizzata alla complementarità portatrice di vita, collaborazione umana al divino progetto, realizzantesi nel diventare una sola carne, comunione d’amore-unica-famiglia, come Gesù stesso ricorderà ai farisei:
“[…] Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne?” (Mt 19, 4-5).
Possiamo certamente dire che ogni essere umano, al momento del suo concepimento, viene benedetto da Dio, e continuerà ad essere amato da Lui nonostante molti peccati, ma non possiamo affermare che tutti gli uomini, in tutte le loro situazioni e qualunque sia il loro comportamento, continuino comunque ad essere benedetti. Per esempio, restando ai primi capitoli della Bibbia, cosa dice Dio Padre a Caino, dopo il fratricidio?
“[…] Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano.” (Gen 4, 10-11)].
E, nei Vangeli, in Mt 16,23, le parole di Gesù sono certo rivolte a Satana, ma Pietro che gli ha dato voce, possiamo dire che in quel momento venga benedetto dal Signore? E in Lc 13, 25-28, possiamo dire che vengano benedetti coloro a cui il padrone di casa, figura di Dio, rivolge le seguenti parole: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!". Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.”?
E quando in Mt 25,41-43, il Figlio dell’uomo annuncia il suo ritorno nella Gloria, le parole che Egli rivolgerà a coloro che staranno alla sua sinistra, non possono certo essere interpretate come benedizione:
“Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato"”.
Bruno V.
E possiamo affermare che coloro che non si sono sforzati di passare “per la porta stretta”, ricevano comunque dal Signore la sua benedizione? E nella parabola dei vignaiuoli omicidi, possiamo dire che questi alla fine vengano benedetti? Certamente no. E infine, colui che pecca contro lo Spirito Santo, dal momento che non può essere perdonato, si può sostenere che venga egualmente benedetto da Dio?
RispondiElimina“A chi parlerà contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro” (Mt 12,32).
Perché dunque tanta difficoltà, tanta ostinata resistenza, in Fiducia supplicans, nel riconoscere che la benedizione di Dio non va sempre e comunque a tutti gli uomini, in qualsiasi momento della loro vita e qualunque cosa facciano?
Inoltre, non è vero come si afferma in più punti della FS, che le benedizioni divine siano sempre “incondizionate”. Ad esempio, nel punto 16 della stessa Dichiarazione si cita la benedizione di Mosè al popolo di Israele in Esodo 39,43. Ma basterebbe leggere il versetto della benedizione, assieme a quello che immediatamente lo precede, per rilevare che Mosè procede a benedire solo dopo aver riscontrato che gli Israeliti avevano ottemperato a quanto ordinato dal Signore:
“Gli Israeliti avevano eseguito ogni lavoro come il Signore aveva ordinato a Mosè. Mosè vide tutta l’opera e riscontrò che l’avevano eseguita come il Signore aveva ordinato. Allora Mosè li benedisse” (Es 39, 42-43).
Bruno V.
Questa posizione espressa dalla Dichiarazione appare di ben difficile sostenibilità, ma è quanto viene ulteriormente esplicitato al successivo punto 12, ma anche in altri, come, ad esempio, il punto 25:
RispondiElimina“12. Si deve altresì evitare il rischio di ridurre il senso delle benedizioni soltanto a questo punto di vista, perché ci porterebbe a pretendere, per una semplice benedizione, le stesse condizioni morali che si chiedono per la ricezione dei sacramenti. Infatti, vi è il pericolo che un gesto pastorale, così amato e diffuso, sia sottoposto a troppi prerequisiti di carattere morale, i quali, con la pretesa di un controllo, potrebbero porre in ombra la forza incondizionata dell’amore di Dio su cui si fonda il gesto della benedizione”.
“25. […] quando le persone invocano una benedizione non dovrebbe essere posta un’esaustiva analisi morale come precondizione per poterla conferire. Non si deve richiedere loro una previa perfezione morale”.
Amare Dio impegnandosi ad osservare i suoi comandamenti e a rifiutare ciò che contrasta col Vangelo, compresa una relazione sessuale antitetica al progetto divino dell’unione nuziale, non “riduce il senso della benedizione” e non si tratta di un semplice “punto di vista” come un altro, ma, se vogliamo… è il punto di vista di Dio per noi. Inoltre, per la benedizione individuale del peccatore, non viene affatto richiesta la “perfezione morale” per riceverla, sicché, l’affermazione del punto 25 risulta non pertinente, se non fuorviante, poiché, come già sottolineato tante volte, stiamo parlando di benedire non i singoli peccatori ma una relazione peccaminosa, e quindi, in qualche modo, il peccato stesso.
Peraltro, da quanto affermato nel testo, si dovrebbe dedurre che le benedizioni liturgiche, in quanto richiedenti determinati prerequisiti morali, rischiano di mettere in ombra la forza incondizionata dell’amore di Dio. Ignoro se esista qualche testo magisteriale, o anche qualche teologo che abbia mai paventato questo rischio, questo potenziale “difetto” delle benedizioni liturgiche…
Inoltre, nel precedente punto 8 di FS, che rientra nella sezione intitolata “Il senso delle diverse benedizioni”, si era affermato:
“[…] le benedizioni hanno per destinatari persone, oggetti di culto e di devozione, immagini sacre, luoghi di vita, di lavoro e di sofferenza, frutti della terra e della fatica umana, e tutte le realtà create che rimandano al Creatore, le quali, con la loro bellezza, lo lodano e lo benedicono”.
Bruno V.
Ma si può sostenere che una relazione omosessuale, con la sua “bellezza” …, rimandi al Creatore, lo lodi e lo benedica? Evidentemente no, al contrario non essendo la relazione omosessuale creata da Dio, contraddice la Sua volontà e il Suo progetto per l’umanità, sicché è anche un ribellarsi al Creatore, non certo a benedirLo. Ne consegue che il punto 8 di FS nega di fatto che una relazione omosessuale possa essere destinataria di benedizione, finendo così per contraddire… l’intera Fiducia supplicans.
RispondiEliminaUn’ultima riflessione a partire dal punto 38 della Dichiarazione, in cui si dice:
“[…] Nella breve preghiera che può precedere questa benedizione spontanea, il ministro ordinato potrebbe chiedere per costoro la pace, la salute, uno spirito di pazienza, dialogo ed aiuto vicendevole, ma anche la luce e la forza di Dio per poter compiere pienamente la sua volontà.”
“Uno spirito di pazienza, dialogo ed aiuto vicendevole” suonano molto come incoraggiamento alla coppia omosessuale a rafforzarsi come coppia, ad andare avanti come una normale coppia… ma alla fine si dice che si sta chiedendo l’aiuto di Dio anche per poter “compiere pienamente la sua volontà”. Ora, a parte il fatto che questo riferimento, questo auspicio non risultano obbligatori per il presbitero (il verbo infatti è al condizionale, “potrebbe chiedere” …), perché, ancora una volta, ritorna questa espressione in sé giusta, ma che oggi, e sottolineo oggi, si presta facilmente ad essere male interpretata? Perché non si ricorda mai in modo chiaro, esplicito, in questo come in altri recenti documenti come Amoris laetitia , in che consista l’unica volontà di Dio per coloro che praticano rapporti carnali omosessuali?
Bruno V.
Caro Bruno,
Eliminalei tocca un problema che si può qualificare come storico e cioè si tratta di un mutamento nella condotta del Papato, che è sorto dopo il Concilio.
Che cosa è successo? Che è sorto un movimento modernista, che in qualche modo è riuscito ad imporsi negli ambienti ecclesiali dirigenziali.
Abbiamo avuto dei Papi santi, ma, essendo anche loro creature fragili come tutti noi, hanno dovuto adattarsi a questa situazione dolorosa.
Le faccio un esempio. Io, da un mio amico ho saputo con sicurezza che Papa Francesco gli ha confidato: “Ho le mani legate”. Questa frase le dice tutto. Se aveva le mani legate, che cosa poteva fare?
Come le ho detto e ripetuto, e lo sto facendo da anni, Papa Francesco in particolare è stato troppo indulgente con i modernisti. Ma non possiamo negare come Francesco si possa chiamare il Papa della misericordia.
Papa Benedetto ha dato le dimissioni: ha fatto bene? E per quanto riguarda Giovanni Paolo I, si è mai domandato il perché della sua morte improvvisa?
A questo punto io vorrei darle un consiglio. Se fossi in lei, io smetterei di diffondersi così abbondantemente nelle sue critiche alla condotta degli ultimi Papi nei confronti di coloro che peccano nel VI Comandamento.
In ogni caso, la cosa essenziale è che i Comandamenti del Signore sono chiari e nessun Papa li cambierà mai. Per il resto lei sa bene come qualunque Papa, anche il più santo, può peccare, tranne che nella fede.
Arrivo alla conclusione. Lei mi dà l’impressione di voler fare una specie di processo al Papa. Che cosa si aspetta? Non le conviene forse limitare le sue pretese? Non le conviene forse vivere le sue giornate di cristiano, limitando il suo raggio d’azione a quell’ambiente ecclesiale, sul quale lei può influire concretamente?
Una cosa che possiamo sempre fare è pregare per il Papa, perché sia coraggioso e pronto anche a subire il martirio pur di testimoniare la verità di Nostro Signore.