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P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

18 agosto, 2019

La fine del modernismo


La fine del modernismo
Una pietra si staccò dal monte, ma non per mano d’uomo,
e andò a battere contro i piedi della statua
Dn 2,34
Soffiasti con il tuo alito; il mare li ricoprì,
sprofondarono come piombo in acque profonde.
Es 15,10
Vidi un nuovo cielo e una nuova terra,
perchè il cielo e la terra di prima erano scomparsi
e il mare non c’era più
Ap 21,1
Un esercito invasore
         Il modernismo si può paragonare all’esercito di occupazione nazista, che nel corso della Seconda Guerra Mondiale invase l’Italia con la pretesa che essa restasse fedele alla Germania hitleriana, dopo che gli Italiani, avendo aperto gli occhi sull’inganno del fascismo, non ne volevano più sapere.
I nazisti, convinti invece di avere Dio con loro (Gott mit uns) e di essere i profeti e i fautori del nuovo ordine europeo basato sullo statalismo panteista hegeliano di origine luterana, cercarono di ottenere con la forza quello che ormai gli Italiani non potevano più accettare.   
Il progetto di rinnovamento ed avanzamento della Chiesa, ritenuto dai modernisti uno sviluppo del Concilio Vaticano II, e quindi del cristianesimo, è ben riassunto nelle idee di Rahner e di Schillebeeckx: è quello di creare un sincretismo religioso internazionale e di sopprimere la pretesa cristiana di avere il primato sulle altre religioni e di essere obbligatoria per tutta l’umanità.
Quindi non più il dovere del cristianesimo di guidare le altre religioni (“voi siete la luce del mondo”) e di correggerne gli errori (“chi non è con me è contro di me”), ma quello della convivenza e della complementarità reciproca tra le varie religioni, perché non si tratta più di opporre una verità cristiana a una falsità non-cristiana, ma di rispetto reciproco delle diversità. Tutte le religioni sono vere e amanti della pace; sono solamente diverse le une dalle altre. E il diverso deve poter convivere col diverso.
 
 S. Pio X
(immagine da internet)

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