Quale
sarebbe la svolta epocale?
Papa Francesco nel suo recente discorso alla
Curia Romana, ha detto che stiamo andando incontro a una «svolta epocale». Sono
parole grosse, certo interessanti, ma che pongono degli interrogativi: quali i
termini di questa
svolta? Quale il programma? Quali i fini? Quali gli obbiettivi? Quali i contenuti?
Quali i metodi? Quali le tappe della sua realizzazione? Da dove o da chi trarre
ispirazione?
Il
Papa si sente il promotore o il protagonista di una svolta epocale? Possiamo credergli. Tuttavia,
per rendersi credibile, dovrebbe spiegarsi meglio, e rispondere a tutti i suddetti
e i seguenti interrogativi ed obiezioni, magari con un’enciclica di 200
pagine.
Sorgono infatti delle perplessità. Le ambizioni
di Papa Francesco non sembrano eccessive? In che consisterebbe esattamente questa
svolta epocale? Francesco dovrebbe aprire un’intera epoca storica? Ne è proprio
sicuro? Dunque l’epoca presente è finita? E come lo sa? Da che cosa lo ricava?
Quali sono i caratteri dell’epoca presente
ormai superati, morti o finiti, così che ci sia bisogno di inaugurare una nuova
epoca? Siamo sicuri che la presente sia finita? E se invece non fossero
prossime la stessa fine del mondo e la Parusia, come alcuni pensano? Cosa ne sappiamo
di quando tornerà il Signore? Non potrebbe tornare anche domani? Non è forse in
atto nella Chiesa un’impressionante apostasia?
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