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P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

27 febbraio, 2020

Come comportarsi nelle calamità collettive

Come comportarsi nelle calamità collettive
 
Vi castiga per le vostre ingiustizie,
ma avrà misericordia per tutti voi
Tb 13,5
 
Una natura buona o cattiva?
 
I cristiani, sin dai primi tempi del cristianesimo, proseguendo una tradizione già praticata dal popolo ebraico con l’aiuto dei profeti, hanno sempre mostrato al mondo e all’umanità smarrita dalla sventura o indignata o inebetita per le disgrazie patite o sviata dal peccato, la luce preziosa e il conforto consolante che viene dalla loro fede, anche se su questi punti tanto delicati della vicenda umana la Parola di Dio dev’essere rettamente interpretata per non scandalizzare e causare effetti controproducenti.
Tra le molte sventure che colpiscono l’umanità in questo mondo, oltre a quelle causate dalla malvagità o dalla fragilità o dall’imperizia o dall’insipienza umana, delle quali possiamo comprendere le ragioni o le cause, che in linea di principio si possono evitare o togliere, alle quali in certo modo possiamo rimediare e dalle quali spesso possiamo difenderci, giacché si tratta di cose in nostro potere,  esiste un altro genere di sventure indipendenti da noi e ben più gravi, distruttive, spaventose, imprevedibili, incontrollabili, invincibili ed irreparabili, nonostante le più raffinate misure e cautele che possiamo adottare per difendercene o per impedirle. E queste sono i danni che ci vengono dalle forze della natura. 
 
Noi siamo abituati ad ammirare e a cantare le bellezze e le meraviglie della natura, ad essere grati ad essa per il nutrimento e la protezione che ci dà, per l’utilità dei suoi prodotti e dei suoi frutti, per i benefìci del clima e dell’ambiente, per le risorse del sottosuolo, della terra, dei mari, dei monti, dei fiumi e dell’atmosfera, per i materiali che offre per la nostra arte e per la medicina, per le energie che possiamo usare per la nostra tecnologia. 
 
Ma nessuno può negare che la «madre» natura, insieme a questi benefìci impagabili che ci garantiscono non solo il nostro benessere, ma la nostra stessa esistenza, ci riserva,  poi, a volte, quando meno ce l’aspettiamo, un volto truce e terribile, diremmo crudele, una spaventosa e distruttiva ostilità, una totale indifferenza alla nostra sofferenza, come se a lei noi non interessassimo per niente, cose tutte che ci spingono a formulare alcune angosciate domande: come mai? Perché questo bizzarro alternarsi di bontà e cattiveria? 

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