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P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

14 maggio, 2020

Il Corano è meglio del Vangelo? Sul caso della giovane Silvia Aisha

Il Corano è meglio del Vangelo?

Sul caso della giovane Silvia Aisha

 Un buon papà lascia libero il figlio di scegliere la sua strada,
ma si addolora se sceglie male

Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta
Lc 15,12

È normale che un padre che ha uno studio d’avvocato bene avviato o un industriale che diriga un’azienda di successo si auguri che il figlio segua la sua strada, ma egli dà segno di un animo liberale, se davanti alla decisione del figlio di prendere un’altra strada, sempre onesta, ma non troppo gradita al padre, egli fa un commento su questo tipo: «Sì, mi dispiace che mio figlio abbia preso questa strada. Mi ha deluso. Tuttavia è pur sempre mio figlio e continuo ad amarlo, per cui lo rispetto nella sua scelta, che pure non è di mio gusto».

Queste sono le parole di un buon padre davanti ad una scelta del figlio non gradita, ma tutto sommato rientrante nei suoi diritti di scegliere, perché quel padre ha notato che tra il suo lavoro e quello scelto dal figlio, sì, c’è una notevole differenza, ma in fin dei conti si tratta di un lavoro onesto e non ha scelto di fare il lenone o il trafficante di droga.

In una situazione del genere mi pare si sia trovato il Card. Bassetti interrogato sulla conversione all’Islam di Silvia Romano da Ivano Porfiri, giornalista del sito Umbria 24 il 13 maggio scorso. Il Cardinale ha risposto con le seguenti parole: «È una nostra figlia, una ragazza con grande forza».

A queste parole si rimane piuttosto sorpresi. Se infatti può rammaricarsi comprensibilmente un padre per la scelta del figlio, lecita, ma a lui non gradita, che cosa noi cattolici ci saremmo aspettati che dicesse il Cardinale Presidente della CEI a commento della scelta di Silvia, che preferisce Maometto a Cristo, e il Corano al Vangelo, quindi non la via sicura della salvezza eterna, ma una religione, che mescola la verità con l’errore? 

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