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Testi di P. Tomas Tyn, OP

09 luglio, 2020

A Luigino piace la sete

A Luigino piace la sete

Luigino ne ha combinata un’altra delle sue

Su Avvenire del 5 luglio scorso è tornato in gran forma Luigino Bruni col suo articolo La beatitudine della sete. Luigino finge un incontro fra il suo io da ragazzo assetato di Dio e il suo io adulto, ancora assetato di Dio, ma carico di tante impurità accumulate nel corso della vita e quasi irriconoscibile da parte del ragazzo.

Eppure Luigino adulto non si perde d’animo: vuol ritrovare quel ragazzo innocente, vuol farsi da lui riconoscere, nonostante «la sua pelle imbrunita dal sole del deserto, la polvere accumulata nel cammino, le ferite di cui soffre, sue e del prossimo». 

Eppure Luigino si sente ancora più che mai come la cerva del Salmo 42-43, Salmo che si ferma a commentare nei seguenti versetti: «come la cerva anela ai corsi d’acqua, così la mia anima anela a Te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? Le lacrime sono il mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: “dov’è il tuo Dio?”» (v. 1-2).

Tuttavia, secondo Luigino, «la sete di questa cerva non è la sete buona di chi sta arrivando all’acqua. È la sete di chi vaga nel deserto cercando l’acqua in un’oasi sconosciuta in altri attraversamenti e che ora si è seccata. Quindi geme, anela, grida, urla per una sete che non può estinguere perché l’acqua non c’è».

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