Il dogma del paradiso terrestre
Prima Parte (1/4)
Un tema poco trattato
Il racconto genesiaco della creazione del mondo e dell’uomo ci istruisce su quello che Dio ha fatto dall’inizio della sua opera creatrice e sul comportamento originario dell’uomo nei confronti di Dio. Ci informa altresì circa una ribellione primordiale dell’uomo – il peccato originale -, alla quale Dio ha risposto col preavvisato castigo, ma nel contempo, impietositosi della miseria nella quale l’uomo era precipitato, promettendo la sua misericordia perdonante e salvifica, che si sarebbe rivelata al momento giusto con l’invio del Figlio a dare la sua vita per la remissione dei peccati e l’acquisto della vita eterna.
Occorre tener presente che l’ambiente fisico dei nostri progenitori, che l’agiografo chiama «giardino di Eden» appartiene ad un livello fisico trascendente, che sfugge alla nostra scienza fallibile perché, corrotta dal peccato e quindi sproporzionata a comprendere la natura del suddetto ambiente incontaminato dal peccato. Similmente l’occhio umano mortale non era proporzionato a riconoscere il Signore risorto. Fu necessaria una speciale condiscendenza del Signore perchè ciò potesse avvenire.
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Ci chiediamo inoltre che senso possa avere un universo così sterminato con corpi celesti distanziati in modo incalcolabile, irraggiungibili, oltre che distruttivi dell’uomo, carichi di energie di inimmaginabile potenza, ma che noi non possiamo assolutamente sfruttare. Nel contempo però vengono scoperti certi pianeti che almeno in linea di principio offrono possibilità di essere abitati.
Immagini da internet
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