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Testi di P. Tomas Tyn, OP

22 aprile, 2021

Il principio del terzo escluso - Prima Parte (1/4)

  Il principio del terzo escluso

Prima Parte (1/4) 

Aut aliquid est hoc aut non est hoc: tertium non datur
 
                            Più untuosa del burro è la sua bocca,

ma nel cuore ha la guerra

Sal 54, 22

 

L’et-et e l’aut-aut

 

Essendo il male la stessa cosa che il bene, 

proprio il male non è male, né il bene è bene,

ma piuttosto sono tolti e superati ambedue

G.G.F.Hegel

 

Esiste nella cultura di oggi una tendenza a voler evitare le contrapposizioni nette ed assolute. C’è un bisogno di inclusività e si vuole evitare l’esclusività. Si tende a ridurre l’opposto al diverso. E si arriva a credere che, pur di realizzare questa universale inclusività, si possano ignorare le esigenze della verità e fare delle eccezioni allo stesso principio di non-contraddizione.

Si fa l’apologia dell’et-et, ossia dell’alterità o diversità e si pensa di poter evitare l’aut-aut, considerandolo segno di mentalità rigida, chiusa e settaria, creatrice di steccati, non aperta all’altro, all’immigrato, al diverso. Si pensa così di favorire l’unità, l’integrazione, l’accoglienza, la pace e l’amore. L’aut-aut sarebbe una fabbrica di nemici, mentre la sua abolizione sarebbe il trionfo della pace e della conciliazione.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-principio-del-terzo-escluso-prima.html 

 

L’esempio di un metodo di pensare basato sulla doppiezza lo possiamo trovare in queste parole di Hegel:

«il vero e il falso appartengono a quei pensieri determinati che, privi di movimento, vorrebbero valere come particolari essenze delle quali l’una sta di qua e l’altra sta di là rigidamente isolate e senza reciproca comunanza».


Bisogna dire viceversa che nessuna filosofia come quella di San Tommaso è nemica della doppiezza del pensiero e del linguaggio, in forza del fatto che nessuna è tanto filosofia dell’identità dell’essere e dell’ipsum Esse, quanto la sua. Nessuna è così rigorosa nel rispetto del principio di non-contraddizione. Per questo la Chiesa la raccomanda fra tutte.

La vera filosofia è la filosofia dell’essere, di ciò che è, perché così essa è aperta a tutto il reale, dato che ogni cosa è un ente. Quindi chi coglie l’ente o l’essere, coglie virtualmente ogni cosa. Tutto è nell’essere; nulla è al di fuori dell’essere. Anche il non-essere lo pensiamo come fosse essere. Questa filosofia non esclude nulla e include tutto. Esclude solo ciò che non può esistere. E questo è precisamente il cosiddetto «terzo escluso». 

Immagini da internet: 
Georg Wilhelm Friedrich Hegel - San Tommaso d'Aquino

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