Padre Bergoglio ci parla di metafisica
Terza Parte (3/4)
La metafisica di Bergoglio non è quella di Suarez
La metafisica di Padre Jorge non è nella linea del suo illustre Confratello, Francisco Suarez, che respinge la metafisica dell’essere di San Tommaso, e riprende invece la concezione scotista basata su di un concetto univoco, piatto e semplicistico dell’ente, concetto che spezza il delicato equilibrio che Tommaso aveva trovato all’interno dell’ente fra il soggetto sussistente, l’essenza e l’essere. Scoto invece con la sua haecceitas fa dell’individuo una specie. Giungerà poi Guglielmo di Ockham, il quale, per reazione, fa della specie un individuo.
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Quindi il vero metafisico, che considera l’ente esistente, non si accontenta di constatare che esiste, ma, vuole andare al fondo della realtà, deve chiedersi: perché esiste, quando, essendo contingente, potrebbe non esistere?
Non gli basta dire con Suarez: esiste perchè Dio ha voluto che esistesse.
E allora, con Tommaso, si accorgerà che esiste perchè Qualcuno, onnipotente nell’essere, ha aggiunto l’essere da Lui creato, a un’essenza possibile da Lui ideata, che di per sé dice solo un poter-esistere.
Con la creazione la cosa non è un puro nulla, che, come crede Suarez, passa semplicemente ad essere una cosa esistente, ma è una cosa ideata da Dio dall’eternità, che passa dallo stato di essere ideata da Dio in Dio allo stato di essere realizzata fuori di Dio nel mondo.Ma fra l’ideale e il reale c’è l’essere. Ecco il primato della realtà sull’idea, del quale parla Papa Francesco. E allora, come non distinguere realmente tale essere da quell’essenza, alla quale esso si aggiunge per renderla esistente?
Immagini da internet
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