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Testi di P. Tomas Tyn, OP

12 luglio, 2021

Il valore nutritivo e medicinale della Eucaristia - Prima Parte (1/2)

 Il valore nutritivo e medicinale della Eucaristia

Prima Parte (1/2)

Coerenza eucaristica

Gesù Cristo ci parla della necessità per avere la vita eterna, di nutrirci della sua carne nella forma del sacramento dell’Eucaristia. Egli si presenta come cibo dell’anima, cibo che non perisce come quello materiale, ma che le consente di vivere una vita soprannaturale e divina, per la quale potremo risorgere da morte e vivere corpo e anima in eterno presso Dio godendo della visione del suo Volto. L’Eucaristia ha anche un potere guaritore, anzi vivificatore: fa risorgere da morte (Gv 6,54). Tuttavia occorre che l’anima sia già purificata dalla grazia. 

È viva oggi nella Chiesa la discussione sulle condizioni interiori ed esteriori necessarie per ricevere degnamente e fruttuosamente la Santa Comunione. Ci rendiamo conto tutti che i pastori non devono essere troppo facili nel concedere la Comunione, affinchè il cibo divino non sia dato a chi potrebbe profanarlo e quindi non potrebbe assimilarlo, ma d’altra parte non devono neppure chiedere troppe condizioni, perché Cristo vuole che il cibo eucaristico sia offerto a tutti per ottenere quella vita eterna, che Egli offre a tutti. Dove sta l’equilibrio? È ciò che tutti cerchiamo. 

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Ricordiamo il fatto che Gesù all’ultima Cena non negò la Comunione neppure a Giuda. Ha permesso che si prendesse le sue responsabilità davanti a Dio.

Ma il sacerdote non è una guardia di frontiera che respinge uno che non ha i documenti necessari per varcare il confine o un bigliettaio che rifiuta l’ingresso allo spettacolo al tizio che non ha il biglietto. Entrare in contatto con Dio è un fatto troppo misterioso anche per noi ministri di Dio, perché possiamo giudicare con certezza che il tale finge e non è sincero.

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