La concezione idealistica
del soggetto umano
Soggetto e oggetto
Si sa come nell’idealismo soprattutto schellinghiano riveste un’enorme importanza il concetto del «soggetto». Esso è collegato al concetto dell’«io», che a sua volta proviene dall’io cartesiano, ossia l’ego dell’ego cogito. Kant lo chiama «io penso». Fichte parla semplicemente dell’Io; Schelling introduce il termine «Soggetto»: l’io di Cartesio, Kant e Fichte è per Schelling il Soggetto. Hegel continuerà a parlare di Soggetto, che però non è più l’oscura intuizione intellettuale pre o ultraconcettuale di Schelling, ma è il Concetto. Il reale, come si sa, per Hegel, è il razionale. L’oggetto della metafisica è lo stesso della logica.
Soggetto e oggetto per gli idealisti rappresentano, a partire da Schelling, la diade di pensiero e realtà, ovvero di ideale e reale. Essa è l’esplicazione dell’opposizione fichtiana fra Io e non-Io, la quale è posta da Fichte per fondare l’origine del diverso. Senonchè però il ricorso alla negazione crea all’interno dell’Io un’opposizione che mal si concilia con quella che dovrebbe essere l’unità originaria dell’Io. Fichte si dibatte in questa contraddizione senza venirne fuori.
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Il ragionare hegeliano, privo dello strumento dell’analogia, è costretto a operare le distinzioni per opposizioni dialettiche, come per esempio positivo-negativo, essere-non-essere, finito-infinito, esterno-interno, soggetto-oggetto, io-non-io, astratto-concreto. Nel contempo l’aut-aut («sì, sì, no, no») è sostituito dall’et-et, sicchè il pensare cade nella doppiezza e nella disonestà.
Hegel arriva a tesi farneticanti, come quelle per esempio di dire che l’Assoluto è essere e nulla, che vita e morte si richiamano a vicenda, che il bene e il male sono la stessa cosa e che il conflitto bellico è la molla del progresso storico.
Hegel non riesce a cogliere veramente l’essere reale come vi è riuscito San Tommaso. E questo perché? Perché Hegel è rimasto ingannato dall’idealismo cartesiano, che scambia l’idea per la realtà.
Immagini da internet:
- Le conseguenze della guerra, Rubens
- Vittoria del bene sul male, Ricciardi, sec. XVIII
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