Le radici ideologiche del genderismo
Seconda Parte (2/4)
Quale pastorale per gli omosessuali?
Oggi i modernisti si vantano d’aver trovato il metodo giusto della pastorale per gli omosessuali. Ad essi non va neppure bene il termine «pastorale», perché, a loro dire, sa di paternalismo e pedanteria. Essi preferiscono i termini di accoglienza, ascolto, inclusività e accompagnamento, che sanno di parità e fratellanza e non insinuano l’idea, per loro inaccettabile, che dobbiamo dare agli omosessuali un indirizzo eterosessuale, diverso da quello che essi già perseguono.
Dobbiamo, invece, dice Padre Martin, rispettarli ed accoglierli nella loro diversità. La diversità, egli dice, è un bene, non è un male. Certo, questo è vero. Ma il problema è chiarire se l’omosessuale è solo un diverso o un soggetto con un orientamento anormale. Infatti, se risultasse essere anormale, noi, per il loro bene, dovremmo stimolarli ed aiutarli, per quanto loro è possibile, e tollerandoli nella loro fragilità, ad entrare nella norma. Ma il guaio è che idee come quelle di Martin suppongono la concezione rahneriana della natura umana, per la quale essa non è fissa, definita, universale ed immutabile, precedente e presupposta alla nostra libera scelta, ma è plasmabile e manipolabile anche tecnologicamente dalla nostra volontà a seconda di come intendiamo ciò che per noi è bene.
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Occorre recuperare l’aspetto ascetico della morale, senza ricadere nel dualismo e nel rigorismo del passato.
Occorre dare ai giovani il gusto di vincere o di correggere le proprie cattive tendenze, il gusto della rinuncia per salvare un valore superiore, il gusto di combattere le forze nemiche della sua salute morale, il piacere di sforzarsi, di faticare e di soffrire per la conquista dell’ideale, il gusto di lasciare tutto per Dio.
Klimt, Adamo ed Eva |
La visione freudiana dell’uomo è concentrata solo sull’attuale situazione di natura decaduta ed ignora completamente la prospettiva biblica protologica ed escatologica, in particolare nel rapporto uomo-donna.
È la stessa visione di Cartesio e di Lutero.
La scoperta fondamentale di Freud è stata quella di capire che il sesso influisce sullo spirito e lo spirito influisce sul sesso. L’errore è stato quello di non capire che lo spirito è più importante del sesso e che l’uomo non è fatto anzitutto per il piacere sessuale, ma per quello spirituale. Il piacere sessuale non va escluso, anche se non è finalizzato alla procreazione; deve semplicemente stare al suo posto al di sotto e al servizio dello spirito.
Immagini da Internet
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