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30 dicembre, 2022

Che cosa è il realismo - Quarta Parte (4/4)

 Che cosa è il realismo

Quarta Parte (4/4) 

L’idealismo hegeliano

L’idealismo colpito dalla Chiesa è certamente quell’idealismo tedesco, il cosiddetto «idealismo trascendentale»[1], che così, soprattutto con Hegel, definì se stesso, quell’idealismo che concepisce l’Idea divina come assolutizzazione dell’idea umana, sicchè, dato che in Dio l’idea coincide con l’essere, l’ideale viene a coincidere col reale o, secondo la famosa formula hegeliana, il «razionale», ossia l’idea, il concetto, il logico «è il reale».

Hegel dichiara apertamente la sua ascendenza cartesiana con queste parole:

«La semplice inseparabilità del pensiero dall’essere è data dal cogito, ergo sum: è del tutto il medesimo che a me nella coscienza si sia immediatamente rivelato l’essere, la realtà, l’esistenza dell’io (Cartesio dichiara espressamente, Princ.Phil.,I, 9 che egli, con la parola pensiero intende coscienza in genere come tale) e che quella inseparabilità sia senz’altro la prima (non mediata, provata) e più certa conoscenza»[2].

Hegel tuttavia ha potuto valersi di una felice triplice distinzione terminologica, propria della lingua tedesca, per esprimere ciò che in italiano chiamiamo realtà: Realitât, Wirklichkeit e Sachlichkeit, che danno al suo idealismo un sapore di realismo, in quanto mentre Realitât dice essenza, quindi l’astratto, semplice idea, e Sachlichkeit, dice cosa nel senso di affare, vedi la res o il reus nel senso giuridico,  Wirklichkeit è la realtà effettiva, efficiente, efficace, produttiva, è la causalità, realtà in senso pieno e concreto. Vedi la voce corrispondente in inglese, work, che vuol dire lavoro.  

Continua a legere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/che-cosa-e-il-realismo-quarta-parte-44.html

 Severino si può qualificare come idealista in quanto egli non è solo univocista in gnoseologia, ma monista in metafisica. 

 Per lui il concetto dell’essere è uno perché identico all’essere che è uno. In questo senso per lui il pensiero s’identifica con l’essere. Per Severino ogni essere è l’Essere.

È chiaro, osserva l’Aquinate, che Dio è infinito. Ma da dove nasce questa infinità? Che cosa significa? 

Significa appunto che Dio è puro essere, non è altro che essere non limitato da una data e determinata essenza (poter-essere Giovanni e non Francesco), come avviene in noi, essenza limitata che restringe l’illimitata vastità della ratio essendi, secchiello, che, per così dire, non può contenere tutta l’acqua del mare, ma solo quanta ne è capace di contenere.

 

Immagini da Internet

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