Articoli e testi di P.Giovanni Cavalcoli

Rivista PATH - Accademia Pontificia

Radio Maria

Articoli tradotti in Spagnolo

Teologia dogmatica

Cristologia

Escatologia

Liturgia

Mariologia

Successore di Pietro

Ecclesiologia

Teologia morale

Etica naturale

Metafisica

Gnoseologia

Antropologia

Il Dialogo

P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

09 ottobre, 2023

Discussione sulla pena di morte - Prima Parte (1/2)

 

Discussione sulla pena di morte

Prima Parte (1/2)

Mortificate quella parte di voi che appartiene alla terra

Col 3,5

Una svolta storica

Cominciamo col ricordo dei princìpi di fondo, che tuttora illuminano la complessità della questione, tali quindi da guidare la discussione. Il richiamo ad un’antichissima tradizione qui si potrebbe certamente fare[1], ma non è sufficiente né pertinente, perché possono esistere antichissime tradizioni, anche avallate dalla volontà di Dio, le quali, non essendo valori assoluti, per l’avvento di fatti nuovi, essi pure voluti da Dio, devono essere abbandonate per la realizzazione di un progresso morale nella linea della realizzazione escatologica del regno di Dio. E questo è proprio il caso.

Il punto da cui partire è la considerazione che Dio, autore della vita, vuole in linea di principio la promozione ordinata della vita in tutti i suoi gradi: vegetativo (piante), sensitivo (animali), razionale (uomo), spirituale (angelo), divino (Dio stesso e la sua grazia). Ora, però, che cosa è accaduto secondo la Rivelazione cristiana? Che col peccato originale, quest’ordine è stato sconvolto, per cui, in linea di massima, non in tutti i casi, il grado inferiore si ribella al grado superiore e il superiore opprime l’inferiore. In modo particolare, per quanto ci riguarda: la carne si ribella allo spirito ed abbiamo il lassismo, e lo spirito schiaccia la carne ed abbiamo il rigorismo. Il privato danneggia il pubblico e il pubblico opprime il privato.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/discussione-sulla-pena-di-morte-prima.html

 

In tempi di buonismo mi azzardo a dire una cosa scandalosa per il buonista, ma la dico lo stesso, perché parlo a ragion veduta: l’inventore della pena di morte, se così posso esprimermi, è stato Dio stesso, quando, nel Genesi, avverte i progenitori, che se avessero mangiato del frutto proibito, sarebbero morti (Gen 2,16).  


 

È chiaro che Dio è il Dio della Vita, che non vuole la morte di nessuno. «Forse che io ho piacere della morte del malvagio o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?» (Ez 18,23). 

Dio preferisce la misericordia, ma a volte, come dice chiaramente la Scrittura esercita la severità. Egli infatti non vuole che viva ciò che procura la morte. Se Dio lasciasse vivere il mortifero e l’assassino, si potrebbe dire che ama la morte. Ma è questo il vero Dio? Il Dio dei vivi non può essere nel contempo il Dio dei morti.

L’uomo o lo Stato, dal canto suo, deve togliere il peccato o il crimine per poter vivere serenamente. Allora deve uccidere il peccatore o il criminale? Non necessariamente, ma solo quando non trova altro modo di difendersi.


Immagini da Internet
- La raffigurazione del Roveto ardente nella Cappella di Mosè, Basilica di San Marco, Venezia
- Vangelo

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.