Riflessioni sul purgatorio
Le condizioni di vita delle anime purganti
L’anima purgante si trova in uno stato di gioia profonda che nessuno le può togliere, perché, a differenza di quand’era quaggiù, allorchè non era del tutto sicura della propria salvezza e temeva di potersi perdere, ora è certa di essere salva, sente con assoluta certezza di aver raggiunto un’innocenza indefettibile, sente con infinita soddisfazione e consolazione di essere gradita ad Dio, ha fatto la sua scelta irrevocabile per Dio, ha sentito la sentenza di assoluzione del Giudice divino, tira un enorme sospiro di sollievo, è passata all’esame, è stata promossa.
La giustizia divina esige ancora un perfezionamento; il processo di purificazione e di espiazione è penoso e doloroso; l’anima è oro che si trova nel crogiolo; ma c’è il pieno consenso all’operazione della divina giustizia addolcita ed intrisa di misericordia; il dolore è grande, il fuoco brucia, ma non importa; lo accetta volentieri, tanta è la gioia che sente nel contempo e fa come il paziente che si mette volentieri nella mani di un chirurgo fidato.
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La vera libertà non è la semplice spontaneità dell’agire, per quanto buona sia l’inclinazione e l’intenzione della volontà, ma essa richiede una responsabile facoltà di scelta, un’austerità di vita ed una severa disciplina di obbedienza alla legge morale. Solo quando ci saremo esercitati a lungo avremo per amore di Dio e in questa disciplina ascetica interiorizzato la legge e la avremo fatta nostra, solo allora il nostro comportamento e la nostra condotta saranno libera espressione dell’amore e la libertà coinciderà con la conformità alla legge.
Non si tratta di sostituire il dovere col volere, ma di far sì che attraverso la pratica metodica e severa del dovere, giungiamo gradualmente, per amore, a trasformare il dovere in volere e l’obbligo morale in azione libera. Questa è la perfezione morale. Ma questa è la condizione escatologica.
La Chiesa ha meglio compreso che esiste una sana affermazione di sé e un vanto dei propri meriti che non è superbia, una sana competizione col prossimo che non è invidia, un giusto sdegno che non è il vizio dell’ira, esiste un sano godimento del sesso che non è lussuria, un giusto uso della forza, che non è violenza, una giusta cura della salute che non è il vizio della gola, una moderazione nelle proprie iniziative che non è accidia. Per affermare la grazia e la fede non occorre svilire la natura o insultare la ragione.
In conclusione, è possibile ed anzi doveroso stare nelle condizioni di andar subito in paradiso. Se l’inferno ripugna, il purgatorio non attrae.
Immagini da Internet:
- La liberazione delle Anime del Purgatorio, affresco nel cimitero di Lonate Pozzolo
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