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Testi di P. Tomas Tyn, OP

04 dicembre, 2023

Ateismo e salvezza - Sesta Parte (6/10)

 

Ateismo e salvezza

Sesta Parte (6/10)

 La Kabbalà

Conduce all’ateismo la concezione kabbalistica di Dio come En-Sof, «all’infinito»[1]. Super-Infinito, nome supremo innominabile, magico ed esoterico, al di sopra del Nome Jahvè, il Tetragramma. Secondo questa visione l’uomo è emanazione dell’En-sof e quindi è potenzialmente onnipotente. Attua questa potenza magica mediante l’uso calcolato numerologico del Nome Jahvè, che gli consente di creare il Golem, ente materiale pensante al servizio dell’uomo. 

Prometeo

I saggi pagani avevano già il sentore che il voler essere come Dio o il considerarsi un dio o il ribellarsi al dio o il voler detronizzare il dio e sostituirsi a lui, è una folle presunzione, che essi chiamavano hybris, che possiamo tradurre con: "arroganza", “protervia”, "tracotanza" o "superbia". L'uomo fa bene ad esser grande, ma non deve pretendere di innalzarsi al di là dei suoi limiti. Non deve trasgredire (trans-gradior= vado oltre) i confini che gli ha posto la divinità. 

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 https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/ateismo-e-salvezza-sesta-parte-610.html

 

Leopardi non nega che Dio esista, solo che per lui questa esistenza, come quella di tutte le cose, origina dal nulla e si dissolve nel nulla. Non è una esistenza reale ma solo pensata o ipotizzata, solo «possibile», come egli dice. Ma in realtà non si attua: è un’illusione credere che Dio esista realmente. Il Dio-pensato di Leopardi assomiglia al Dio-Idea di Kant, se non fosse che Leopardi rifiuta empiristicamente il valore dell’idea secondo l’insegnamento platonico.

Alla fine della sua vita giunge a dire addirittura che lo stesso concetto di Dio è impossibile e contradditorio. 

Ma siccome accetta la contraddizione – e qui egli assomiglia curiosamente ad Hegel suo contemporaneo – insiste nell’accettare questo Dio contradditorio, che afferma e nega la nostra felicità, sostenendo che l’unica felicità che possiamo avere è questa illusione.

 

 

Il Dio massonico è solo l’ideale della ragione del quale parla Kant. Tuttavia i gradi alti, «speculativi», prevedono una conoscenza esoterica e iniziatica di Dio come «gnosi» o «scienza assoluta» come attuazione dell’«Io» di Fichte, ovvero come attuazione del panteismo.

In base a queste considerazioni si può dire che il concetto massonico di Dio, benché non privo di aspetti positivi, e benchè venga opposto all’ateismo, non è altro in fin dei conti che un’idea, quindi un idolo della ragione, mentre la ragione a sua volta non appare creata da Dio, ma è la ragione cartesiana, la ragione come atto del cogito, cioè dell’io che, pensando se stesso, pone se stesso.

Immagini da Internet:
- Giacomo Leopardi
-Simboli massonici

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