Articoli e testi di P.Giovanni Cavalcoli

Rivista PATH - Accademia Pontificia

Radio Maria

Articoli tradotti in Spagnolo

Teologia dogmatica

Cristologia

Escatologia

Liturgia

Mariologia

Successore di Pietro

Ecclesiologia

Teologia morale

Etica naturale

Metafisica

Gnoseologia

Antropologia

Il Dialogo

P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

17 dicembre, 2023

La lealtà del parlare del pensare e dell’agire - Seconda Parte (2/2)

 

La lealtà del parlare del pensare e dell’agire

 
Seconda Parte (2/2)

Le divisioni nel campo del sapere  e nel campo morale

Nei sensi suddetti Cristo divide e crea divisioni. Ma si tratta di divisioni salutari, per le quali si mettono le carte in tavola, doverose divisioni che, nel rispetto dovuto all’errante o allo stesso ipocrita, lo smascherano mettono in luce l’opposizione fra il vero e il falso, il bene e il male,  al fine di affermare il vero contro il falso e il bene contro il male. Questo vuol dire metter pace. La pace è il trionfo del vero sul falso, del bene sul male, dell’onestà sulla disonestà, della limpidezza sulla doppiezza.

Esiste pertanto un dividere o contrapporre sano, doveroso e costruttivo, che è opera dell’intelletto, o del discernimento, del tutto normale e necessario al suo funzionamento. È l’atto del distinguere, per cui diciamo che questo è distinto da quello, questo non è quello, la materia è distinta dallo spirito, il corpo è distinto dall’anima, l’uomo è distinto dall’animale o da Dio, il pensiero è distinto dall’essere e così via. 

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-lealta-del-parlare-del-pensare-e_17.html

Esiste una divisione che riguarda la logica, relativa al parlare e al pensare, e una divisione reale, relativa all’agire e alla morale. Un conto è dividere il genere dalla differenza e un conto è dividere una mela in due metà.

Per esempio prendendo il genere animale, quando ad esso aggiungo le differenze razionale e non-razionale, il genere resta intatto. Ora è interessante notare le conseguenze di questi concetti della logica sul piano per esempio dell’etica sessuale. I detti concetti, infatti, fanno riferimento alla natura animale della persona umana, per cui da qui si arguisce ciò che potrà essere secondo natura o contro natura nel campo della condotta sessuale.

Nel mondo materiale certamente un caso come quello delle differenze logiche non è possibile. Infatti il dividere logico è cosa normale e necessaria, purchè si sappia dividere secondo le regole della logica. Invece il dividere fisico o materiale può essere cosa buona o cattiva a seconda delle circostanze e del genere o specie dell’atto che si compie.

 

Hegel non ha capito che il soggetto e il predicato, benché concetti opposti tra di loro in quanto concetti, in quanto invece riferiti al soggetto reale, che è uno e il medesimo e circa il quale giudicano, si identificano tra loro nel soggetto reale.

Ora, anche Aristotele concepisce il giudizio come sintesi di opposti, precisando che ciò che è unito nel pensiero non è sintetico ma monadico nella realtà. In altre parole, se io dico l’uomo è un animale, è chiaro che il concetto di uomo non è il concetto di animale. Ma perché allora associo due concetti disparati se ciò a cui li riferisco è nella realtà una e medesima cosa, cioè l’uomo? Perché l’uomo è animale. Falso sarebbe invece se dicessi che l’uomo è una scimmia.

 

Non esiste vera pace se non nella verità. Essa dipende sì dalla giustizia, ma niente giustizia se non esiste la verità, perchè la giustizia è la messa in pratica della verità. La questione della verità è ineludibile. Se non si risolve questa, nulla si risolve nell’esistenza e nella vita.

Immagini da Internet

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.