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Testi di P. Tomas Tyn, OP

23 gennaio, 2024

Il fondamento della verità razionale

 

Il fondamento della verità razionale

                                                                  Non avendo radici, si seccò (Mt 13,6)

Ritengo utile ai Lettori riproporre questo mio scritto sul tema della verità, data la grande importanza dell’argomento, che sempre ci interpella se desideriamo veramente mettere in pratica il Vangelo e camminare verso la salvezza.

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La metafisica come fondamento e vertice delle scienze

 Per San Tommaso la ragione umana, nella sua attività conoscitiva, ha bisogno di fondarsi su di una verità razionale iniziale, evidente, ovvia, intuitiva, certissima, senza presupposti, universale, incondizionata, immutabile, inconfutabile, che possa dar fondamento e certezza a tutte le scienze, così da promuovere il sapere in ogni campo.

È questo il principio di non-contraddizione, secondo il quale è impossibile che un medesimo ente abbia e non abbia la medesima proprietà sotto il medesimo riguardo”. Tale principio “dipende dalla concezione (intellectus) dell’ente”.

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Dice Tommaso: “E’ chiaro allora che il ragionare può essere confrontato con l’intelligere come il moto con la quiete, o come l’acquistare e il possedere, dove la prima cosa dice imperfezione, mentre la seconda, perfezione”. Questi princìpi devono essere veri, perché, se non lo fossero, le conclusioni sarebbero false.

La conclusione, dunque, comporta il possesso certo della verità riguardo alle conseguenze che si possono trarre da date premesse. È importante, allora, per l’umano sapere, stabilire un punto di partenza o di appoggio assolutamente certo, per dare certezza a tutto il sapere. E questo è compito della metafisica.

San Tommaso nota poi come “L’opinione secondo la quale la contraddizione si verifica simultaneamente, è venuta in mente ad alcuni, ai quali era sorto il dubbio considerando le realtà sensibili, nelle quali appare la generazione, la corruzione e il moto”. Ma costoro, osserva l’Aquinate, si sono ingannati, perchè non hanno tenuto conto della distinzione fra essere in potenza ed essere in atto, che è una spiegazione ragionevole del divenire, che non offende per nulla il principio di identità e di non-contraddizione.

La verità razionale, per Tommaso, suppone la verità sensibile. Se il senso non funziona, la ragione non funziona. La verità conoscitiva è adeguazione o corrispondenza del senso e dell’intelletto al reale. L’evidenza del senso come quella della ragione sono indubitabili ed entrambi, in collaborazione, sono il principio e la causa della scienza. Senso ed intelletto possono sbagliare; ma essi correggono i loro rispettivi errori proprio rafforzando o migliorando il loro potere conoscitivo.

Questo ovviamente non toglie che la ragione sappia elevarsi a realtà superiori a quelle sensibili, come per esempio lo stesso mondo delle idee, nonchè le realtà spirituali della morale, della psicologia, della religione, della teologia e della fede. Ma resta sempre che il fondamento primo inconcusso della verità razionale non è la coscienza, ma la nozione dell’ente extramentale (extra animam), ricavata dalla conoscenza della realtà sensibile: entitas in hoc.

Immagini da Internet:
- S. Ceccarini, L’allegoria dei cinque sensi, 1748, Coll. privata, Pesaro
- Da Scheda didattica per Scuola Primaria
- G. de Lairesse, I cinque sensi, 1668, The Burrel Collection, Glasgow

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