Dialogo ecumenico e dialogo intraecclesiale
Riflessioni su di una svolta storica della Chiesa
L’evento del Concilio Vaticano II è stato per la Chiesa un parto doloroso, che, come ci narrano gli storici ha comportato un drammatico travaglio interno, ma col risultato entusiasmante di portare alla luce e di offrire al mondo una maniera più evangelica di annunciare al mondo il Vangelo.
La Chiesa ha saputo mantenere la propria identità correggendo il suo stile pastorale, mostrandosi maggiormente madre e maestra al servizio dell’intera umanità ed accogliendo con discernimento ed occhio critico alla luce del Vangelo i valori del pensiero moderno.
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Alla fine delle discussioni – cosa meravigliosa! – i Padri concordarono nei documenti finali, che fanno testo e costituiscono dottrina infallibile, mentre il tormentoso susseguirsi e accavallarsi degli atti conciliari, con le loro contraddizioni e falsità, evidentemente non hanno alcun valore normativo o dogmatico e sarebbe errore gravissimo, come fanno Alberigo e De Mattei su fronti opposti a dare più importanza a quegli eventi preparatori e superati piuttosto che ai documenti finali.
Tuttavia, anche dopo la pubblicazione delle decisioni del Concilio, alcuni, capeggiati da Mons. Lefebvre, attaccati a una malintesa tradizione, nonostante tutte le spiegazioni ricevute da Santi Pontefici, come Paolo VI e Giovanni Paolo II, si sono ostinatamente rifiutati di capire il valore delle nuove dottrine conciliari col pretesto che non si trattava di dogmi solennemente definiti.
Mons. Viganò, per sua espressa dichiarazione, si pone su questa linea.
Immagine da Internet: https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2024-06/account-x-di-vigano-annuncio-di-un-processo-per-scisma.html
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