Il monachesimo e il Papa
La comunione ecclesiale del Monte Athos
Da un monachesimo dualista a un monachesimo umanista
Un ulteriore fattore presso la Chiesa cattolica di correzione del monachesimo platonico è dato nel sec. XIII dalla teologia della mistica di San Tommaso d’Aquino[1], il quale, pur appartenendo ad un Ordine religioso di vita attiva come quello domenicano, dette ancora più saldo fondamento biblico all’ideale monastico col collegarlo non già all’etica platonica, ma a quella aristotelica, aperta, grazie alla sua base teorica ilemorfista, al dogma della resurrezione del corpo, cosa che è respinta dallo spiritualismo dualista platonico.
Detto questo, però, mi sia lecito esprimere la mia grande ammirazione per la millenaria tradizione del Monte Athos, che per la sua solidità è chiaramente un segno della protezione divina e una testimonianza straordinaria dell’Eterno, dell’Immutabile e dell’Assoluto.
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Si può immaginare la Madonna senza il Papa o contro il Papa? La Madre di Dio senza il Vicario di suo Figlio? Eppure – o fatto straziante! – ciò avviene proprio nell’Ortodossia! Noi Latini sin dagli albori del cristianesimo abbiamo ricevuto dall’Oriente il culto e le prime immagini di Maria. Un’infinità di icone mariane nei secoli passati è giunta da noi dalla Grecia, dalla Macedonia, dalla Bulgaria, dalla Serbia, dalla Romania, dalla Russia.
Come dunque è stato possibile che proprio quella Chiesa orientale che ha insegnato a noi Europei un tenero culto alla Madre celeste di tutti i cristiani a cominciare dalla Sede di Pietro - pensiamo all’antichissima basilica di Santa Maria Maggiore a Roma -, si sia poi ribellata al Papa ormai da 1000 anni conservando per la Madonna un’intensissima devozione? Come non affidare allora a Lei il compito di condurre i suoi figli ortodossi alla piena comunione col Successore di Pietro, Pastore universale della Chiesa?
Come è avvenuto che noi Latini, ammaestrati dai Greci sul culto a Maria, adesso e da tanti secoli siamo noi Latini con tutta la cattolicità mondiale che esortiamo i nostri fratelli Greci, Ciprioti, Bulgari, Ucraini, Serbi, Georgiani, Rumeni e Russi ad acquisire la più profonda conoscenza della Madre di Dio che ci viene dal dogma dell’Immacolata del 1854, da quello dell’Assunta del 1950 e dallo splendido c.VIII della Lumen Gentium del Concilio Vaticano II, che ci mostra Maria modello e tipo della Chiesa, modello e ideale della donna?
Chiediamoci seriamente: fra tutte le autorità mondiali, qual è quella che, come Papa Francesco, pur con tutte le sue gaffes, le sue discutibili esternazioni, apparenti eresie e apparente appoggio agli Americani contro la Russia, attira maggiormente l’attenzione, il rispetto, le speranze, la concordia di tutti, mentre placa le ansietà di tutti, di quest’uomo ottantaseienne infaticabile, dolorante e in carrozzella, dal riso bonario, dalla battuta facile, e dallo sguardo severo quando è in gioco l’essenziale? Dunque, fratelli, che cosa aspettate? Venite! C’è posto per tutti!
- l’icona della Trojeručica (Madre di Dio con Tre Mani)
- Papa Francesco I
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