Pluralismo linguistico e pluralismo dottrinale
Si può esprimere una medesima cosa in molte lingue,
ma non è possibile che una medesima cosa
sia vera e falsa allo stesso tempo
Il recente discorso del Papa ai giovani a Singapore ha suscitato sia reazioni favorevoli che contrarie. Ho già messo in luce il valore del discorso del Santo Padre, chiarendo equivoci e rispondendo alle accuse di relativismo, indifferentismo e reticenza.
Voglio qui mettere in luce un aspetto del dialogo interreligioso e del valore della diversità delle religioni, che non è stato toccato dal Santo Padre, ma che ritengo bene qui mettere in luce, allo scopo di tranquillizzare quei cattolici che sono rimasti turbati per le parole del Papa.
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Il Papa ha trattato del valore della diversità nel senso che ho detto e si è riferito alla religione naturale, preparazione alla religione cristiana, che, come egli ama dire, ci fa tutti fratelli, perchè, come direbbe San Tommaso d’Aquino, è basata sulla ragione naturale, principio dell’uguaglianza umana, che definisce la natura umana come tale, valore universale presente quindi identicamente, seppur in infiniti modi diversi, in ogni essere umano, quale che sia la sua religione.
Il Papa ha voluto fermarsi, per una precisa scelta pastorale adatta alla circostanza, a trattare dell’aspetto del dialogo e del rapporto interreligioso che tocca la legittima diversità non tanto fra le religioni come tali, quanto piuttosto fra i fedeli delle diverse religioni, e quindi l’integrazione, la complementarità e l’arricchimento reciproci.
Non sono le religioni ad essere tutte alla pari; siamo noi uomini, cristiani e non-cristiani ad essere tutti alla pari, tutti parimenti peccatori, tutti ugualmente redenti dal sangue di Cristo, tutti chiamati alla salvezza.
Immagine da Internet
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