Lutero e Cartesio
I motivi di un’alleanza
Seconda Parte (2/3)
Il principio della coscienza
Lutero e Cartesio, con la loro esagerata attenzione all’io, sono ricaduti nell’antico soggettivismo di Protagora, già confutato da Aristotele. E tuttavia nel contempo hanno messo maggiormente a fuoco il mistero e la dignità della coscienza; hanno gettato su di essi una nuova luce sul potere di verità morale (Lutero) e speculativa (Cartesio) della coscienza individuale (l’io). E in ciò si ha il passaggio dalla gnoseologia medioevale alla gnoseologia moderna, con importantissime conseguenze nella morale, nell’ordinamento della società e della Chiesa e nella comprensione della dignità della singola persona umana.
Considerando il nostro stato d’animo quando esprimiamo un giudizio o un parere, Aristotele distingue l’opinare dal sapere, l’opinione dalla scienza. Esprimo un’opinione, quando non sono del tutto sicuro di quello che dico, propendo per una tesi, ma ammetto che mi potrei sbagliare e che potrebbe esser vera la tesi opposta. Questa è l’esperienza del dialettico.
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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/lutero-e-cartesio-i-motivi-di_2.html
I protestanti e gli anglicani, a cominciare da Leibniz e Berkeley, si sono accorti che esiste un’affinità tra il razionalismo di Cartesio e il fideismo di Lutero, per quanto opposti essi siano l’uno all’altro: la fede che fa a meno della ragione e la ragione che fa meno della fede alla fine sono la stessa cosa: la visione diretta dell’Assoluto, la si chiami fede o la si chiami ragione. Se poi questo Assoluto, come in Lutero e in Cartesio, è la mia coscienza, ancora meglio.
Lutero e Cartesio stessi, nel modo stesso di voler proporre rispettivamente la riforma della Chiesa e della filosofia erano infetti da quello stesso soggettivismo protagoreo che era stato alla base dell’umanesimo pagano.
È interessante come entrambi sono
nemici di Aristotele, il cui pensiero, purificato da San Tommaso, la Chiesa
aveva fatto suo per l’interpretazione della Scrittura e per la formulazione dei
dogmi. Non capirono che un legittimo richiamo alla dignità della coscienza e
alla libertà dello spirito non richiedeva assolutamente il ripudio del realismo
aristotelico-tomista, che la Chiesa ormai aveva fatto suo per sempre.
Immagini da Internnet:
- Dignità, Conti
- Il Quarto Stato, Pellizza
Caro Padre Cavalcoli,
RispondiEliminasi è scordato di inserire il link sotto "Continua a leggere", per cui il post è inaccessibile.
Caro Ludovico, la ringazio della segnalazione. Provi adesso.
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