Il ruggito del Leone
Cominciò a cacciare i venditori (Lc 19,45)
Papa Francesco si è adoperato in tanti modi per il bene della Chiesa e dell’umanità. Sono certo che il nuovo Papa raccoglierà la sua eredità e la arricchirà. Tuttavia, come ogni Papa, anche il più santo, anche Francesco ha avuto i suoi difetti umani, i quali, se non hanno potuto infettare il magistero dove ogni Papa è maestro di verità, certamente hanno toccato la sua condotta morale e la sua attività pastorale.
È evidente come l’elezione del nuovo Papa Leone XIV, basti solo considerare il nome e i ricordi storici che esso evoca, senza misconoscere il valore dell’opera compiuta da Francesco, intende spostare il timone della Chiesa su di una rotta diversa, anche se sostanzialmente la stessa e diversamente non potrebbe essere, una rotta rispondente a valori o esigenze che durante il pontificato di Francesco non erano sufficientemente affermati o soddisfatti o erano stati taciuti o accantonati o sottostimati. Penso in modo particolare alla cura della sana dottrina, alla critica degli errori moderni, al recupero dell’ascetica e dell’apologetica.
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Con Francesco abbiamo conosciuto la mitezza dell’Agnello. Adesso sentiremo la voce del Leone di Giuda. La mitezza da sola è debolezza. La Chiesa non dev’essere timida verso il mondo.
La Chiesa dev’essere tenera ed amabile per i piccoli e per gli umili, ma temibile e minacciosa per i superbi e i potenti della terra. La forza da sola è violenza. Occorre adesso impaurire i nemici interni ed esterni della Chiesa col ruggito del Leone.
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