Articoli e testi di P.Giovanni Cavalcoli

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06 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Terza Parte (3/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Terza Parte (3/4)

 

Le fascinose pretese dell’idealismo

Uno dei danni provocati alla metafisica dalla nascita della metafisica cartesiana è stato la scomparsa del trattato sugli angeli, che in Tommaso raggiunge il vertice del suo splendore, avendo, come è noto, l’Aquinate fra i suoi titoli di gloria anche quello di Dottore Angelico.

Dopo Tommaso, a partire dal Beato Duns Scoto per passare da Guglielmo di Ockham fino a Suarez assistiamo a un progressivo indebolimento della consistenza ontologica dell’angelo, la cui essenza, col pretesto della sua individualità, perde progressivamente la sua trascendenza rispetto alla natura umana e il suo stato ontologico intermedio fra l’uomo e Dio. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-scomparsa-degli-angeli-nella_6.html

Diventa in qualche modo ingombrante per la voglia dell’uomo di salire direttamente a Dio, per cui con Cartesio l’uomo si sostituirà all’angelo, così da volere al di sopra non più l’angelo ma direttamente Dio, finchè poi con l’idealismo tedesco l’uomo pretenderà addirittura di possedere o diventare l’essere divino.

Così i suddetti teologi, in quanto cristiani, ammettono certamente l’esistenza degli angeli, ma solo come dato di fede. Infatti la loro metafisica non è capace di dimostrarne l’esistenza per il fatto che in essa manca la distinzione reale fra essenza ed essere, per cui manca il paradigma dell’ente creato. 

Cartesio ammette senza difficoltà l’esistenza degli angeli, ma solo come dato di fede. Sorprendentemente nella sua metafisica, che pare così spiritualistica, non c’è posto per gli angeli per il semplice motivo che la mente umana prende il posto dell’angelo, capace com’è di possedere le idee senza trarle dai sensi, ma solo per intuito naturale, in quanto esse, come negli angeli, sono infuse da Dio nella mente.

 Ma ecco che con Spinoza la materia viene divinizzata, diventando un attributo divino. Dunque l’uomo non è puro spirito come ce lo propone Cartesio, ma è un modo materiale della sostanza divina.

La Chiesa ha assunto le nozioni di spirito, di corpo e di forma per elevarle alla dignità di nozioni di fede, sicchè noi possiamo sapere che esistono i corpi, gli spiriti e le anime come forme del corpo umano non solo in base alla ragione, ma anche alla fede. Il credente sa dunque che la conoscenza dei corpi, e quindi la cosmologia, delle anime, e quindi la psicologia, nonché degli spiriti, e quindi l’angelologia, non sono più soltanto scienze umane, ma conoscenze salvifiche che procurano la vita eterna.

Immagini da Internet:
- Angelo adorante, Luini Bernardino, Milano
- Angelo custode, Acireale

05 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Seconda Parte (2/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Seconda Parte (2/4)

 

La scoperta dell’esistenza degli angeli nei Greci

Il primo dei filosofi greci a parlare del pensiero (noèin) e quindi dello spirito è Parmenide, il quale è il fondatore della metafisica in quanto la sua questione fondamentale è quella dell’essere (einai) che identifica con quella dell’ente (on).

Egli tuttavia dice che la stessa cosa è il pensare e l’essere (to autò to noein kai to einai) senza che sia chiaro se egli identifica il pensare con l’essere oppure intende dire che nel conoscere ciò che pensiamo è ciò che è. Nel primo caso egli è il fondatore dell’idealismo. Nel secondo caso fonda il concetto realistico della verità. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-scomparsa-degli-angeli-nella_5.html


Anassagora forma per primo il concetto della vita (bios o zoè) come automozione, distinguendo l’ente vivente dal non vivente, anche se non ci dà ancora i gradi della vita come farà Aristotele. Un conto comunque, per Anassagora, è il non vivente, il semplice corpo, e un conto è il morto, un corpo che ha perso la vita. 

L'automozione significa solo azione immanente o interiore e intenzionale di autoperfezionamento o autorealizzazione e non significa assolutamente autocausazione (causa sui), concetto assurdo come dimostra San Tommaso, perché la causa di se stesso dovrebbe esistere, come causa, prima di esistere come effetto, dovrebbe esistere e non esistere. 


Platone ha capito che l’atto del vivente esce da lui e torna a lui secondo una specie di circolarità. Il suo agire e il suo essere sono trasparenti a loro stessi. Quindi ha capito il valore della coscienza, dell’autocoscienza e dello spirito. Bisogna dire allora che ci ha fatto capire meglio non solo che cosa è l’uomo, ma anche che chi è l’angelo. E da qui ci ha fatto capire chi è Dio purissimo Spirito, esplicitando la nozione del nus che già ci aveva fornito Anassagora.

Aristotele, benché non capisca e denigri la dottrina platonica delle idee, tuttavia ne coglie l’aspetto ontologico e ammette la sostanza spirituale o immateriale separata (usìa coristè). Egli spiega l’ente sensibile non con l’idea trascendente, ma con la forma (morfè) immanente, sicchè la sostanza sensibile materiale è il composto (synolon) di materia (yle) e forma. Aristotele chiama la forma anche eidos, come Platone chiama l’idea. In metafisica abbiamo la forma pura, che è finita ed è l’angelo, mentre quella infinita è Dio.


Immagini da Internet:
- Angeli con candelabro, Gessi G.F.
- Angeli, Cappella Palatina, Napoli

04 luglio, 2025

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista. Da Cartesio a Bontadini - Prima Parte (1/4)

 

La scomparsa degli angeli nella metafisica idealista

Da Cartesio a Bontadini

 

Prima Parte (1/4)

 

L’hai fatto poco meno degli angeli

Sal 8,6

                                                   Dedicato al mio angelo custode

 

La questione dell’esistenza degli angeli

Non è raro sentir parlare del problema dell’esistenza di Dio.  Ma quali filosofi oggi discutono sul problema dell’esistenza degli angeli? Molti ammettono l’esistenza di Dio, ma non quella degli angeli. Sanno con la loro ragione compiere il balzo dalla finitezza creaturale all’infinità del creatore, ma non sanno scoprire l’esistenza di creature puramente spirituali, certo superiori a noi, ma in fin dei conti enti finiti e creati come noi. Eppure quante cose la psicologia moderna sa sulle attività del nostro spirito!

Quello che tuttavia è ignorato sono i gradi della vita. Tale ignoranza tocca anche i gradi dell’essere. Così viene meno anche la scala o gerarchia dei valori morali. In tal modo crollano le gerarchie sociali e la gerarchia ecclesiastica. Col pretesto della democrazia o della sinodalità si cade nell’anarchia e nell’ingiustizia.

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La storia delle religioni e della filosofia ci insegna che la mente umana è capace non solo di un sapere fisico, avente per oggetto le cose visibili, materiali, mutevoli, immerse nello spaziotempo e sperimentabili con i sensi, ma anche di un sapere metafisico, che abbraccia l’ente come tale, e che quindi è capace di conoscere realtà immutabili, immateriali, sovrasensibili, metaempiriche, sovrastoriche e sovratemporali, puramente intellegibili, spirituali, comprendenti l’anima umana, gli angeli e Dio. La conoscenza metafisica conduce alla nozione della persona, la sostanza spirituale.

Dobbiamo pertanto dire che come tutti, materialisti o spiritualisti, atei o teisti, sanno che esiste il mondo, sanno di esistere e sanno che Dio esiste, così tutti, consapevolmente o inconsciamente distinguono la materia dallo spirito e sanno che esistono gli angeli. Ciò non esime affatto il filosofo dal dimostrare l’esistenza dello spirito finito e infinito, dell’anima, degli angeli e di Dio.

La libertà non è forse oggi uno degli interessi maggiori della morale? Eppure nessuno pensa di considerare come funziona l’agire libero nella sostanza spirituale.

 

Immagini da Internet