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Testi di P. Tomas Tyn, OP

04 ottobre, 2025

Il concetto di Dio in Bontadini - Prima Parte (1/2)

 

Il concetto di Dio in Bontadini

Prima Parte (1/2)

Nos per similitudines rerum, quae in nobis sunt,

       cognoscimus res in seipsis existentes

Sum.Theol., I, q.20. a.2, ad 2m

 

Il travaglio di un filosofo cattolico fra idealismo e realismo

Il pensiero di Bontadini manifesta una mente speculativa certamente di alto livello e ampiezza di orizzonti, ma si nota in esso uno stridente contrasto fra l’istanza realistica tomista e il pensiero monistico ed eternalista di Severino, erede di quel Gentile che, al dire dello stesso Bontadini, affascinò ed entusiasmò i giovani universitari dei suoi tempi.

L’attualismo gentiliano era l’apoteosi dell’autonomia, della potenza creatrice, attivante ed autofondatrice del pensiero; il pensiero intrascendibile, identico all’essere; il pensiero come totalità dell’essere, come «intero», come uno-tutto, fine a sé stesso, il pensiero che ha per oggetto sé stesso, il pensiero come l’assoluto, l’atto puro, l’atto in atto. 

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Fontanellato, 16 settembre 2025

L’idea dell’Intero in Bontadini è associata a quella della totalità, che è totalità ontologica (tutte le cose) e al contempo totalità teologica (Dio è il Tutto). L’«Unità» bontadiniana «dell’esperienza» è l’Uno e al contempo l’Essere parmenideo, il Tutto e l’Intero.  Ma da questa confusione viene che tutto è uno ed è Dio, e Dio è l’uno-tutto. Da qui il panteismo.

Certamente il pensiero è un esse cognitum, è un esse intentionale e in tal senso possiamo dire che il pensiero appartiene all’orizzonte dell’essere. Ma ciò non toglie nella creatura la distinzione reale fra il suo essere e il suo pensare. Essa, anche come persona, può esistere anche se non pensa. E qui per «essere» intendo l’essere reale.

C’è un essere nell’anima e c’è un essere fuori dell’anima. «Non è la pietra che è nell’anima – dice Aristotele – ma l’immagine della pietra». La pietra è l’ente reale in atto d’essere. L’immagine della pietra è il concetto della pietra.

Vale tuttavia anche il detto agostiniano: interiora spiritualia, exteriora materialia. Vediamo fuori di noi delle sostanze spirituali? Sì, possiamo pensare a Dio o agli angeli o ai nostri cari defunti. Sono fuori nello spazio? No, ma nel senso che sono fuori dell’atto del nostro pensiero, nel senso che stanno davanti (ob-jectum) al nostro intelletto, come l’oggetto del nostro pensiero.

Immagine da Internet: Kandinsky

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