Sacerdozio celibatario e sacerdozio coniugato
Sta per aprirsi il Sinodo sull’Amazzonia e uno dei principali
problemi che sarà esaminato sarà quello della scarsità di sacerdoti per
queste vaste popolazioni tra le quali Cristo chiama ad una più ampia e
migliore diffusione del Vangelo, accuratamente inculturato, tenendo
conto delle peculiari qualità umane, religiose e culturali di questa
gente, finora pressoché ignorata dal mondo civile e vissuta ai margini
della cultura e della civiltà internazionali; eppure dotata anch’essa da
Dio e per suo merito di una sua storia, di sue proprie tradizioni, di
una sua concezione della vita e dell’esistenza, e del rapporto dell’uomo
con Dio e con la natura, e quindi di proprie ed originali qualità
intellettuali e morali, che possono e devono dare il loro contributo
all’edificazione della Chiesa e della società mondiale.
Stante questa situazione della cristianità amazzonica, da varie parti ci
si chiede, al fine di favorire un’efficace diffusione della fede e
della pratica cristiana in modo consono alla mentalità di quei popoli o
data la scarsità di sacerdoti celibatari, se non sia il caso di
esaminare la possibilità o la convenienza o l’opportunità di istituire
per l’evangelizzazione, il governo e la santificazione di quelle
popolazioni, un sacerdozio coniugato.
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