Articoli e testi di P.Giovanni Cavalcoli

Rivista PATH - Accademia Pontificia

Radio Maria

Articoli tradotti in Spagnolo

Teologia dogmatica

Cristologia

Escatologia

Liturgia

Mariologia

Successore di Pietro

Ecclesiologia

Teologia morale

Etica naturale

Metafisica

Gnoseologia

Antropologia

Il Dialogo

P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

30 aprile, 2020

Il persuadere come atto essenziale dell’evangelizzazione

Il persuadere come atto essenziale dell’evangelizzazione

Ogni sabato Paolo discuteva nella sinagoga
                                                                                                              e cercava di persuadere Giudei e Greci
At 18,4

Dobbiamo persuadere gli uomini ad abbracciare la fede

Il persuadere, nel campo dell’evangelizzazione, è l’attività dialettica o dialogica o didattica (I Tm 3,16), detta «apologetica», con la quale il predicatore, che è «dottore» (At 13,1), perché si tratta dimostrare delle verità, mediante opportuni e ben studiati argomenti e l’esibizione di prove e garanzie di credibilità, induce un altro ad assentire, dopo matura riflessione e illuminato dalla grazia, alla verità del Vangelo. 

Affine al persuadere, secondo la Scrittura, è il convincere, che però comporta una capacità più forte di far accogliere dall’altro le ragioni del credere e la verità evangelica. Se uno è convinto, è persuaso, ma non è detto che chi è persuaso sia convinto. 

La persuasione non è ancora la convinzione, ma la prepara. Essa infatti è per lo più lo stato mentale dell’opinante. La convinzione, invece, è espressione della certezza, che può essere certezza razionale, effetto dell’evidenza o della dimostrazione o può arrivare alla certezza di fede[1]. Così la persuasione è per sua natura una adesione debole alla verità, mentre si parla di convinzioni forti, salde, irremovibili. Chi è persuaso non è del tutto convinto. Potrebbe fare marcia indietro. Eppure la persuasione è il primo passo verso la certezza di ragione e di fede.

Dalla ragione si sale alla fede. La fede, però, benché in sé stessa «non sia fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio» (I Cor1,5), senza essere un sapere razionale, è un «ossequio ragionevole (rationabile obsequium)» (Rm 12,1), ossia in armonia con la ragione. La fede non può essere preparata ed introdotta nella mente dell’uomo ragionevole da semplici opinioni o persuasioni. Si parte da queste; ma la fede dev’essere introdotta da argomenti razionali e storici certi. Occorre la convinzione.

Continua a leggere:

 San Pietro e San Paolo Apostoli - immagine da internet

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.