Seconda Parte
La misericordia fasulla di Walter Kasper
Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all’ira e ricco disgrazia
Sal 145, 8
Il
fondamento metafisico e biblico della divina misericordia
Il concetto
biblico di giustizia divina nel suo senso ampio è l’estrinsecazione della bontà divina verso il creato. Dio in Se
stesso è bontà infinita, per cui, come insegna il Beato Duns Scoto, il primo e
sommo bene che ama e non può non amare, è Se stesso, benché lo faccia
liberamente, perché l’amore è atto della volontà. Tuttavia la bontà non è solo
virtù con la quale il buono ama se stesso e il proprio bene, ma il bene che
possiede, tende a comunicarlo e a distribuirlo agli altri.
E si badi
bene che questo amore di sé nulla ha a che vedere con l’egoismo o l’orgoglio,
perché questo è bensì un amore di sé, ma è l’autoerotismo della creatura, che
assolutizza il proprio bene come fosse Dio, si chiude nel godimento del suo
bene così inteso e se ne infischia del bene degli altri o se lo fa, lo fa solo
se ne può trarre vantaggio. Questo è quell’«amore di sé» (amor sui), che è giustamente condannato da Sant’Agostino e da Santa
Caterina da Siena. Invece Dio ha tutto il diritto di amare Sé stesso al di
sopra di tutto, perché Egli è effettivamente il sommo Bene al di sopra di ogni
altro bene esistente o possibile.
In generale
la giustizia divina è quella virtù, con la quale Dio opera il bene di tutte le
creature, secondo i fini e i bisogni di ciascuna. Essa è effetto della sua
bontà, che è quella virtù per la quale la persona buona è portata a diffondere
o a donare agli altri il bene che possiede, è portata a volere il bene degli
altri, a fare del bene agli altri. In senso lato, la giustizia divina, secondo
la Bibbia, è l’esercizio della sua bontà, della sua provvidenza e del suo amore
verso tutte le creature; ma a noi adesso qui interessa la sua giustizia verso
l’uomo. Essa comporta due aspetti fondamentali: la misericordia e la giustizia
in senso stretto.
È verissimo quello
che dice Kasper che la «misericordia è qualcosa di più della giustizia»
(p.216). Essa è segno di una maggiore bontà e di un amore superiore. La
giustizia esige il giusto e paga quel che è giusto. Essa non dà e non chiede
nulla di meno, ma neanche nulla di più. Essa bada al proprio utile, al proprio
vantaggio e tornaconto e mira al compenso per il lavoro fatto.
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Card. Walter Kasper
Immagine da internet
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