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P.Tomas Tyn

Testi di P. Tomas Tyn, OP

02 settembre, 2020

Il problema della coscienza di sé in Cartesio (Seconda Parte)

 Il problema della coscienza di sé in Cartesio 

Seconda Parte di Tre Parti

 

V. Il dubbio metodico

È stoltezza dubitare di ciò che è indubbio. Tuttavia si può verificare se un dato principio è veramente indubitabile. Lo si pone in dubbio e si vede che cosa succede. Se ponendolo in dubbio mi accorgo che nel negarlo lo affermo o che per negarlo devo servirmi di lui, allora vuol dire che è innegabile ed indubitabile. Quindi assolutamente certo. Questo è il principio di non-contraddizione.

Il dubbio più radicale è l’«universalis dubitatio de veritate»[1]. Esso si risolve facendo riferimento al principio di non-contraddizione, che dice: Non est adfirmare et negare simul. Il quale principio a sua vola si basa sul principio d’identità: un ente non può essere e non essere simultaneamente e sotto il medesimo rapporto.

Non è proibito al filosofo formulare questo dubbio a livello di ipotesi; ma poi, esaminandone il valore, si accorge immediatamente che è assurdo, giacché, se dubito della verità, sarà vero per me che la verità non c’è. E allora è evidente che faccio appello alla verità per negare la verità e questa è un’evidente autoconfutazione. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-problema-della-coscienza-di-se-in_2.html 

Penso perché esisto. Il pensare consegue all’esistere. Ma chi non pensa può esistere ugualmente. Pensiamo all’embrione. 

Immagine da internet

 

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