Lettera ad un Vescovo su Rahner
Prima Parte (1/2)
Eccellenza Reverendissima,
ho letto con molto interesse il suo saggio su Karl Rahner.
Dato che m’interesso di questo teologo da quarant’anni, avendo pubblicato su di lui numerosi studi a partire dal 1985, ho pensato di farLe pervenire alcune mie osservazioni, che si aggiungono a quelle che feci già in anni passati.
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Rahner mescola il soggetto hegeliano col soggetto kantiano e ne viene fuori la famosa «esperienza trascendentale», che prende da Hegel l’oggetto, ossia il sé e l’essere assoluto; e prende da Kant il soggetto, ossia il trascendentale o «io penso», che però, sotto l’influsso di Heidegger, diventa una precognizione preconcettuale, il cosiddetto Vorgriff, ricavato dalla Vorverständnis di Heidegger.
A completare l’operazione Rahner utilizza anche la gnoseologia di Maréchal, il quale concepisce l’intelletto sul modello non della ragione speculativa kantiana, ma sul modello della ragion pratica. Ciò per quale motivo? Perché Kant attinge Dio non con la ragione speculativa, ma con la ragion pratica.
Ora, siccome San Tommaso raggiunge Dio con l’intelletto speculativo e Kant con la ragion pratica, Maréchal ha creduto che bastasse questo punto di contatto fra Tommaso e Maréchal, ossia la comune tensione a Dio, per poter assimilare l’intelletto tomista alla ragion pratica kantiana.
Ne viene la conseguenza della confusione della metafisica con la morale, della teoria con la prassi, del pensiero con l’azione. Il fare sostituisce il sapere; la libertà e l’amore sostituiscono la verità. Da qui la riduzione rahneriana di tutta la teologia alla teologia pastorale.
Maréchal, e Rahner al suo seguito, come tutti gli idealisti e i pragmatisti, scambiano l’ordine del sapere con l’ordine dell’agire.
Immagini da internet:
- Joseph Maréchal
- Karl Rahenr
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