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14 dicembre, 2022

Apologia della metafisica - Parte Prima (1/2)

 Apologia della metafisica

Parte Prima (1/2)

Papa Francesco in mezzo alla tempesta

Ho di recente commentato le parole di Papa Francesco di lode a San Tommaso, pronunciate ad un convegno tomistico internazionale tenutosi recentemente all’Angelicum di Roma. Ritengo bene prendere occasione da questo importante intervento del Papa per trattare di un argomento filosofico, del cui peso ed urgenza purtroppo pochi si rendono conto, ma che invece bisogna focalizzare per dare un valido contributo alla serenità degli animi, oggi turbati da un diffuso clima di conflittualità, da un sentimento oscuro di insensatezza, di smarrimento religioso e morale, nel quale sembra in declino, ancor prima che la luce della fede, il lume della ragione, e per conseguenza la rettitudine della ragion pratica, offuscata dal soggettivismo, dall’egocentrismo, dal sensualismo e dal libertinismo. Si tratta dell’importanza e dell’utilità spirituale, umana ed ecclesiale del pensiero metafisico di San Tommaso.

Nella società e nella cultura odierne è vigorosa l’operatività della ragione nel campo della tecnologia e delle scienze sperimentali. La ragion pratica non è priva di serie applicazioni, grazie a Dio, nel campo sociale, politico ed economico, benché sempre permangano gravi inadempienze, ingiustizie, sperequazioni, ineguaglianze, bisogni insoddisfatti, diritti calpestati, per non parlare delle guerre in corso, dove la luce della ragione sembra totalmente spenta e sostituita dalla follìa e dalla crudeltà.

Invece la ragione spesso è svigorita ed offuscata o distorta o pare addirittura assente laddove essa può e deve dare il meglio di sé: alle radici del sapere, nell’orizzonte dei primi princìpi e delle prime certezze, nell’ambito degli universali valori di fondo e delle supreme istanze del pensiero. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/apologia-della-metafisica-parte-prima-12.html

Tommaso è stato raccomandato dai Papi proprio perché, fra tutti i Dottori della Chiesa, eccelle nel tener conto dell’apporto metafisico che proviene dalla Scrittura, apporto che concerne la concezione dell’ente, oggetto proprio della metafisica e per conseguenza la nozione dell’uomo, del mondo e di Dio.

È stata questa attenzione al dato biblico, al di là del pensiero aristotelico, che ha condotto Tommaso a capire che oggetto della metafisica, al di là dell’ente (on, ens), è l’essere (einai, esse) e che quindi Dio è sì primum e summum Ens, ma è più precisamente, da come risulta da Es 3,14 e dall’Ego Sum di Cristo, l’ipsum Esse per Se subsistens, l’essere sussistente, fatto persona.


È perché nella Bibbia appare la nozione analogica dell’ente (Sap 13,5), che Tommaso ha assunto la nozione aristotelica dell’ente pollacòs legòmenon, detto in molti modi.

Nell’enciclica Fratelli tutti Papa Francesco ci fa capire l’importanza della metafisica. Egli infatti ci ricorda che "l’intelligenza può scrutare la realtà delle cose...".

D’altra parte, l’uso del verbo essere nel parlare, parola nella quale tutti ci intendiamo, ci rende consapevoli che tutti sappiamo che cosa vuol dire quella parola e che cosa è l’essere. È pertanto perché noi possediamo spontaneamente la nozione analogica dell’ente e dell’essere, che noi possiamo capire che cosa intende dire Dio a Mosè quando gli dice: «Io Sono Colui Che è» (Es 3,14). È in possesso di queste nozioni che possiamo capire ed apprezzare che cosa intende dire Cristo quando dice «Io Sono».

Immagini da Internet:
- Mosè davanti al roveto ardente, Raffaele Sanzio
- Cristo Portacroce, Michelangelo Buonarroti

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