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16 dicembre, 2022

Apologia della metafisica - Parte Seconda (2/2)

 Apologia della metafisica

Parte Seconda (2/2)

 Cristo ci conduce alla fine di un cammino che abbiamo già iniziato

La metafisica nasce, come osserva Aristotele, dalla meraviglia davanti a uno spettacolo nuovo. Vediamo un fatto mirabile e ci chiediamo da dove viene, chi lo ha prodotto, quale ne è stata la causa, che scopo ha. La nostra ragione, sin dall’immediato suo svegliarsi nel fanciullo, s’interroga spontaneamente sulla causa delle cose e, riflettendo, comprende con certezza che ogni cosa è ciò che è e non altro da sè e che quindi una medesima cosa non può essere e non essere simultaneamente sotto lo stesso aspetto, che l’essere non è il non-essere, che il divenire è un passaggio dalla potenza all’atto, il necessario è la causa del contingente, l’assoluto è il fondamento del relativo, l’immutabile è la necessaria condizione della mutabilità, l’agente tende a un fine.

Così essa sa che se segue docilmente il suo impulso che la spinge verso la verità, se procede spontaneamente e liberamente nel suo cammino,  se non è bloccata da cattiva volontà, giunge a sapere che esiste Dio e a conoscere i valori fondamentali della vita e dell’esistenza. 

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La ragione si accorge, cioè, che «dalla grandezza e bellezza delle creature si conosce per analogia l’Autore» (Sap 13,5) e, se non vaneggia nel ragionare, capisce che gli enti con i quali viene a diretto contatto, sono opere compiute da un sommo Artefice, che è Dio creatore (cf Rm 1,19-20). E non occorre la metafisica per comprendere questo?

Sappiamo quanto sta a cuore al Santo Padre il valore della diversità ai fini del rispetto dell’altro e di una fraterna e concorde convivenza umana. Sappiamo quanto valore ha la concezione biblica dell’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio. Ebbene, tutti questi valori suppongono la percezione dell’analogia dell’essere, uno e molteplice ad un tempo. E dove troviamo la giustificazione di tutti questi valori, se non nella metafisica?

Quando Cristo ci parla di Dio Padre, quando ci rivela il suo esser Figlio e l’esistenza dello Spirito Santo, parla evidentemente a noi che già sappiamo, in base alla nostra ragione o eventualmente edotti dall’Antico Testamento, che Dio esiste, è uno solo, è essere sussistente, spirito, sapienza e bontà infiniti, eterno, onnipotente, provvidente, creatore del cielo e della terra, giusto e misericordioso. Cristo quindi aggiunge su Dio nuove verità, superiori e supreme rispetto a quelle che già sapevamo in base alla ragione; e quale ragione, se non quella metafisica?

Immagini da Internet: da: Scuola di Atene, Raffaello Sanzio

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