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Testi di P. Tomas Tyn, OP

09 gennaio, 2023

La creazione divina secondo Gustavo Bontadini - Prima Parte (1/5)

 La creazione divina secondo Gustavo Bontadini

Prima Parte (1/5)

Invisibilia Dei a creatura mundi

per ea quae facta sunt, intellecta conspiciuntur.

Rm 1,20

Una disputa sul concetto di creazione

Tra la fine degli anni ’50 del secolo scorso e gli inizi degli anni ’70 il dibattito filosofico italiano fu dominato da una disputa fra Bontadini e il suo ex-allievo Severino all’Università Cattolica di Milano circa la questione del valore ontologico del divenire in rapporto alla metafisica di Parmenide, che Bontadini aveva rilanciato e che Severino aveva accolto.

Bontadini però intendeva rifarsi a Parmenide perché riteneva che il suo pensiero potesse servire per rendere più rigoroso il concetto di creazione e per proporre una prova dell’esistenza di Dio più diretta dei procedimenti tomistici, mentre Severino si lasciò entusiasmare talmente da Parmenide, da abbracciare incondizionatamente il suo pensiero, al punto  di perdere addirittura la fede e da cadere in una metafisica monista, con esiti da una parte ateistici, come l’eternalizzazione del divenire e dall’altra panteisti, come risoluzione dell’apparire nell’essere.

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Appoggiandosi a Parmenide, Bontadini pensa di aver trovato una via per la dimostrazione dell’esistenza del Creatore più breve, più rigorosa e più rispettosa del principio di non contraddizione che non quella che San Tommaso ricava dalla fisica e dalla metafisica di Aristotele, perfezionate dal concetto dell’essere (esse, einai).

Tommaso riprende il concetto aristotelico di causa efficiente e lo porta al massimo della sua radicalità. Occorre una causa che non si limiti a produrre una nuova forma in una materia presupposta e indipendente dall’agente, ma bisogna ammettere un agente di tale potenza da produrre anche la materia dell’ente e quindi da non presupporre nulla al suo atto produttivo. Questa è appunto la creazione dal nulla insegnata dalla Bibbia, ma che di per sé è una verità che può essere scoperta dalla sola ragione metafisica.

Tommaso in altri luoghi mostra come queste vie possono abbreviarsi e ridursi ad una sola: è quella metafisica, che ragiona solo sull’essere, per la quale la ragione, accorgendosi dell’esistenza dell’ente contingente, esistente da altro e per partecipazione, si accorge altresì che esso non potrebbe esistere, se non fosse causato da un ente necessario, esistente da sè e per essenza.

Ma Bontadini ritiene che il procedere di Tommaso non osservi pienamente il principio di non-contraddizione e quindi che occorra elaborare un concetto di creazione che non offra alcun appiglio alle esigenze più rigorose del rispetto di quel principio. Senonchè Bontadini, invece di appoggiarsi sulla formulazione aristotelico-tomista del principio di identità e di non-contraddizione, si appoggia su quella parmenidea, che ritiene sottratta ad ogni possibile critica. E invece non spetta a quella parmenidea, ma a quella aristotelico-tomista, essere inattaccabile dalle più rigorose esigenze della non-contraddizione.

Immagini da Internet:
- Gustavo Bontadini
- San Tommaso d'Aquino, pala del Guercino, Bologna

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