Tra Freud ed Origene
O col corpo o senza corpo.
Dobbiamo deciderci sulla questione della sessualità
Quarta Parte (4/5)
Accostiamoci alla soluzione
La questione circa il valore della sessualità umana può essere risolta solo sulla base di una corretta concezione della natura umana e del destino ultimo dell’uomo. Infatti è logico che, essendo la sessualità una proprietà dell’uomo e della donna, per sapere in che cosa consiste la felicità sessuale, dobbiamo chiarire qual è il fine di questa sessualità e come lo si raggiunge.
Per rispondere a queste domande è necessaria una seria indagine razionale, dato che esse riguardano lo scopo della vita umana, il quale si lascia indagare dalla ragione, perchè l’uomo è un animale razionale, il quale, pertanto, con la sua ragione può conoscere se stesso, che, essendo un ente naturale, può essere oggetto della conoscenza razionale. In tal modo la semplice ragion pratica può sapere con le sue sole forze che cosa è, che valore ha e a qual fine esiste la sessualità umana.
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San Paolo VI nella tanto bistrattata enciclica Humanae Vitae per la prima volta nella storia dell’etica cattolica enuncia il principio, che sarà poi ripreso da San Giovanni Paolo II, secondo il quale l’unione sessuale, sia pur nel matrimonio, possiede anche un valore unitivo, per cui il piacere sessuale, anche a prescindere dalla procreazione, può essere espressione dell’amore.
Certo, forse qualcuno obietterà, ma questo i poeti lo hanno sempre saputo!
Sì, ma non nello stesso senso, perché nessun poeta, esclusi forse i poeti del dolce stil novo trecentesco, hanno mai pensato, come invece sottintende Paolo VI, che questa unione sia fondata in Dio ed espressione della comune unione degli sposi con Dio.
Immagini da Internet:
- Sposalizio della Vergine, Raffaello
- Anna e Gioacchino, iotto
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