Il concetto di Dio da Kant a Feuerbach
Da Dio come idea della ragione a Dio come alienazione della ragione
Prima Parte (1/5)
La negazione dell’esistenza di Dio
è la conseguenza logica
di una falsa dimostrazione dell’esistenza di Dio
Lo scopo che mi propongo in questo articolo è di dimostrare che l’ateismo di Feuerbach è la conseguenza estrema del falso teismo di Kant, basato sul cogito cartesiano, per cui, per trovare le radici prime dell’ateismo moderno, bisogna arrivare al cogito di Cartesio.
Infatti, tanto la res cogitans quanto la res extensa sono princìpi di ateismo: la prima, in quanto ragione autosussistente non bisognosa di essere creata; la seconda, in quanto, come già notava lo stesso Voltaire, non ammette una vera realtà corporale esterna all’uomo, ma pone un mondo meramente meccanico sistemato dalla ragione matematica, sicchè vien meno la domanda di chi lo ha creato se non la ragione umana.
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Abituati come siamo nell’esperienza quotidiana a supporre che ogni fenomeno abbia bensì una causa, ma questa a sua volta causata, non è di immediata evidenza la necessità di porre una causa prima. Benché già Aristotele invece se ne fosse accorto col suo principio ananke stenai, «bisogna fermarsi».
La conclusione atea circa l’origine e il fondamento della realtà non è ragionevole.
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