Il concetto di Dio da Kant a Feuerbach
Da Dio come idea della ragione a Dio come alienazione della ragione
L’esistenza di Dio non pare oggi
esser più oggetto di dimostrazione, ma di esperienza
Nei secoli passati, sin dall’antichità i filosofi hanno sempre discusso e dibattuto la questione circa l’esistenza di Dio, se essa si possa o non si possa dimostrare razionalmente. I cattolici, consapevoli del valore e del potere della ragione e basandosi sull’insegnamento stesso della Scrittura (Sap 13,5 e Rom 1,20) hanno sempre avuto cura di portare prove convincenti dell’esistenza di Dio, confutando le posizioni fideistiche, scettiche, agnostiche ed atee, ed avendo cura di elaborare un giusto concetto di Dio, ben distinto da quello naturalistico, politeistico, antropomorfico o panteista.
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La questione concernente l’esistenza di Dio non è tale per cui possa legittimarsi uno stato di dubbio e di indecisione, come può essere la questione se Atlantide sia o non sia esistita.
Infatti la scoperta dell’esistenza di Dio è effetto di un ragionamento spontaneo, che tutti fanno almeno implicitamente, sicchè tutti sanno che Dio esiste e che a Lui devono render conto del loro operato.
Non c’è dubbio che l’esistenza del male nel mondo, delle calamità naturali, dei difetti umani e della malvagità umana spesso impunita, accanto alla sofferenza degli innocenti, costituisce un motivo di difficoltà ad ammettere l’esistenza di un Dio infinitamente buono, giusto e misericordioso, che non vuole il peccato e castiga il malfattore.
San Tommaso, considerando il male nella massima ampiezza del suo significato, osserva che anche l’esistenza del male è una prova dell’esistenza di Dio.
Oggi non solo l’ateismo non fa problema, ma anche fra coloro che ammettono l’esistenza di Dio o si dichiarano cattolici, circolano su Dio le idee più strane ed assurde, attinte da altre religioni o da filosofie pagane, magari sotto pretesto della mistica o del fatto che l’essenza divina è al di sopra dei nostri concetti.
In tal modo sono vastamente diffuse concezioni di Dio idealiste, storiciste, panteistiche, induiste, cabalistiche, antropomorfiche, mitologiche, teosofiche.
Il Concilio Vaticano II ha giustamente segnalato «l’ateismo come una fra le cose più gravi del nostro tempo» e vi ha dedicato particolare attenzione presentandone cause e rimedi.
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