Perché Dio non è stato misericordioso col ricco epulone?
Una pastorale apparentemente contradditoria
Nella predicazione di Papa Francesco tutti ormai notiamo l’esistenza di alcuni temi ricorrenti, circa i quali, così come sembrano suonare, molti si domandano come possano conciliarsi fra di loro, mentre ad altri queste apparenti contraddizioni sono gradite perché danno una parvenza di giustificazione alla loro condotta mondana e falsamente cattolica.
Di che si tratta? Abbiamo da una parte il grande tema della misericordia e della tenerezza di Dio per tutti:
Dio perdona a tutti, la Chiesa accoglie tutti, tutti sono salvati gratuitamente. Non parla dell’importanza decisiva dei meriti in ordine alla salvezza. Sembra che Dio salvi tutti incondizionatamente. Il paradiso non è guadagnato, ma semplicemente ricevuto come dono immeritato. Le opere non occorrono; basta la grazia.
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Come il Papa dunque mette d’accordo i Lazzaro che sono misericordiati con la condanna dei ricchi epuloni? Come può affermare che Dio fa misericordia a tutti, pur riconoscendo implicitamente attraverso la parabola del ricco epulone che esistono dei dannati?
Il Papa scioglie la sua apparente contraddizione fra la salvezza di Lazzaro e la condanna del ricco epulone rimandandoci implicitamente al significato della stessa parabola, la quale ci fa capire come la giustizia divina si concilia con la misericordia, ci fa cioè capire che, benché Dio ci abbia creati per Lui, e voglia tutti salvi, non tutti, per il loro egoismo, per la loro malizia e superbia, cercano e amano Dio, non tutti per colpa loro accettano il piano della divina misericordia, ma preferiscono far Dio di se stessi, lontano dal suo volto con le conseguenze che necessariamente ne seguono.
Immagini da Internet:- Lazzaro e il ricco Epulone, Abbazia di Novacella
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