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Testi di P. Tomas Tyn, OP

13 maggio, 2024

Il mistero della risurrezione del corpo - Seconda Parte (2/2)

 

Il mistero della risurrezione del corpo

Seconda Parte (2/2)

 L’esperienza della gioventù e quella della vecchiaia

 Altre esperienze che facciamo tutti e costituiscono chiari indizi per non dire dimostrazioni del nostro essere composti di spirito e corpo, sono l’esperienza della gioventù e quella della vecchiaia. Esse hanno caratteristiche molto diverse, ma entrambe ci fanno chiaramente capire come giocano nella nostra persona, nel nostro io, nella nostra vita, nella nostra condotta e nella nostra esistenza due fattori fondamentali per un verso in armonia e per un altro in contrasto fra di loro, ossia la forza dello spirito e quella che proviene dal corpo, cosicchè sentiamo il primato dell’anima sul nostro corpo e il nostro dovere di guidare il corpo secondo i bisogni dell’anima.

Al riguardo San Paolo distingue nella persona umana un triplice ordine di energie (II Ts 5,23): quelle spirituali (pneuma), quelle psichiche (psychè) e quelle fisiche (soma). Questa triplice distinzione non contraddice quella tra anima spirituale e corpo materiale, ma al contrario la chiarisce introducendo l’elemento della vita, ossia precisando, per esprimerci in termini moderni, che in noi ci sono tre livelli vitali: quello coscienziale-spirituale, quello psicoemotivo e quello neurobiologico o neurovegetativo. Ciò vuol dire che l’anima spirituale dà forma alla nostra materia secondo tre livelli di informazione sostanziale: spirituale, sensitivo e vegetativo. 

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Se un uomo muore, Dio può risuscitarlo o a questa vita mortale oppure a una vita immortale. Cristo ha risuscitato Lazzaro a questa vita mortale, per cui è morto una seconda volta, ma in vista di una futura risurrezione definitiva all’ultimo giorno. Dio quindi può ridar vita a un cadavere, ma può anche far sì che un’anima riprenda il proprio corpo ormai completamente distrutto e ridotto in polvere.

Le resurrezioni operate da Cristo si riferiscono a persone circa le quali si può supporre che si trovassero in un luogo ultraterreno di pace, soprattutto Lazzaro, del quale il Vangelo ci dice che Gesù lo amava. Tuttavia, non sono luoghi scelti definitivamente, perché da essi vengono tratti da Dio per tornare alla vita terrena. La morte preescatologica si può considerare una specie di sonno.  Così Gesù dice che la figlia di Giairo «non è morta, ma dorme» (Lc 8,59).

Un aspetto essenziale del mistero della futura risurrezione è chiarire per quanto possibile, il luogo e lo spazio del mondo futuro che dovrà ospitare i risorti, giacchè è inconcepibile un corpo umano che non occupi un luogo ed essendo un agente in divenire non sia soggetto al tempo.

La vista del corpo glorioso del Signore è quella che ci dà la forza di annunciarlo al mondo e di persuaderlo con una parola rassicurante, tale da invogliarlo a credere in Lui e a seguirLo per ottenere la remissione dei peccati e la vita eterna.

Immagine da Internet: Gesù resuscita la figlia di Giairo, Ambito napoletano sec. XVII, Salerno

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