Il colloquio con Dio
Il nostro destino sorge da una rete di relazioni interpersonali
Dalla Sacra Scrittura nell’interpretazione cattolica risulta che l’uomo decide del suo destino mediante una pluralità di diverse relazioni o polemiche personali sia con persone umane vive o defunte sia con personalità superiori, gli angeli e la personalità suprema che è Dio. Nessuno può evitare di incontrarsi o scontrarsi con queste personalità di vario grado terrene o celesti o infernali nel corso della sua vita e nelle scelte che deve operare.
Alcuni credono che le loro relazioni si esauriscano con i viventi, ma in realtà anche loro nel loro intimo intrattengono rapporti con personalità ultraterrene puramente spirituali, che giocano una parte ancora più importante nella loro vita che non il rapporto con i viventi.
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Il colloquio con Dio avviene innanzitutto nel nostro mondo interiore e poi certamente grazie alla mediazione degli angeli, di Cristo e della Chiesa. Avviene sul piano della ragione e sul piano della fede. Il primo è accessibile a tutti: il secondo, per chi conosce Cristo e la Chiesa. Ma la grazia, che vuole tutti salvi, pone in comunione con Cristo e con la Chiesa anche chi, senza sua colpa, non li conosce formalmente o esplicitamente.
Qui il colloquio con Cristo e con la Chiesa diventa implicito per il tramite delle nozioni e delle parole umane che il soggetto riesce a formare e ad esprimere. Qui Dio gli parla nella coscienza e nella ragione naturale, perdonandogli errori e lacune della sua propria religione.
Nessuno crede seriamente di essere Dio. Nessuno crede veramente che dopo la morte ci sia il nulla. Tutti sanno di dover render conto a Dio.
Immagine da Internet: San Francesco da Paola in preghiera
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