Il colloquio con Dio

 

Il colloquio con Dio

Il nostro destino sorge da una rete di relazioni interpersonali

Dalla Sacra Scrittura nell’interpretazione cattolica risulta che l’uomo decide del suo destino mediante una pluralità di diverse relazioni o polemiche personali sia con persone umane vive o defunte sia con personalità superiori, gli angeli e la personalità suprema che è Dio. Nessuno può evitare di incontrarsi o scontrarsi con queste personalità di vario grado terrene o celesti o infernali nel corso della sua vita e nelle scelte che deve operare.

Alcuni credono che le loro relazioni si esauriscano con i viventi, ma in realtà anche loro nel loro intimo intrattengono rapporti con personalità ultraterrene puramente spirituali, che giocano una parte ancora più importante nella loro vita che non il rapporto con i viventi.

Nel nostro intimo si verifica un continuo agitarsi e trascorrere di pensieri, impulsi, ispirazioni, considerazioni, intenzioni, giudizi, preoccupazioni, speranze, desideri, progetti, impressioni. Sono presenti in noi anche tanti ricordi di contatti avuti con altri nel passato.

Le decisioni o le conclusioni di un ragionamento le sentiamo come nostre, provenienti da noi. Ma tanti pensieri. tante, idee, proposte o giudizi, che ci danno gioia o amarezza o turbamento, da dove vengono? Dal nostro inconscio o da qualcun altro invisibilmente presente nel nostro intimo? Dio? L’angelo custode? Il demonio? La Madonna?

Tutti in un modo o nell’altro, lo sappiamo o non lo sappiamo, lo vogliamo o non lo vogliamo, lo riconosciamo o non lo riconosciamo, c’imbattiamo in questa rete di relazioni o di contrasti, traendone conseguenze pratiche in un senso o nell’altro in rapporto al nostro cammino verso l’eternità, si tratti del paradiso o si tratti dell’inferno.

Tutti possiamo riconoscere i personaggi del dramma, anche se può capitare di scambiare Dio per il demonio o il demonio per Dio. Fossimo materialisti, panteisti, idolatri, politeisti, agnostici o atei, tutti sappiamo che Dio esiste, tutti abbiamo rapporti o con gli angeli santi o col demonio, tutti sappiamo distinguere le diverse persone.

Non si deve credere che chi non crede negli angeli o nei demoni, non intrattenga rapporti con loro. Tutt’altro; è che eventualmente essi si mascherano sotto forme di intenzioni, idee o progetti, che al soggetto sembrano suoi, ma in realtà provengono da loro. Il soggetto che crede di consultarsi con sé stesso, in realtà si consulta con loro.  

Gli idealisti tendono ad allargare il proprio io al di là del sé empirico, non hanno la percezione precisa dei confini del proprio io, per cui facilmente ciò che attribuiscono al proprio io in realtà proviene da altri io extracorporei o trascendenti, come gli spiriti e Dio.

Tutti i nostri affari importanti o problemi concernenti i valori o le decisioni morali o il senso della nostra vita, accanto al lavoro della meditazione o della riflessione su noi stessi, li trattiamo in colloquio o in discussione con un qualche tu o in ascolto di qualche tu o facendo appello a qualche tu o consigliandoci con qualche tu, sia il prossimo, sia Dio, siano i Santi del cielo, siano gli angeli o sia il demonio.

Il colloquio con Dio avviene innanzitutto nel nostro mondo interiore e poi certamente grazie alla mediazione degli angeli, di Cristo e della Chiesa. Avviene sul piano della ragione e sul piano della fede. Il primo è accessibile a tutti: il secondo, per chi conosce Cristo e la Chiesa. Ma la grazia, che vuole tutti salvi, pone in comunione con Cristo e con la Chiesa anche chi, senza sua colpa, non li conosce formalmente o esplicitamente.

Qui il colloquio con Cristo e con la Chiesa diventa implicito per il tramite delle nozioni e delle parole umane che il soggetto riesce a formare e ad esprimere.  Qui Dio gli parla nella coscienza e nella ragione naturale, perdonandogli errori e lacune della sua propria religione.

Contatti e scontri con Dio

Nel corso della sua vita interiore il soggetto può sempre scegliere quale volontà compiere: o la volontà di Dio per il tramite dell’angelo santo; o la propria volontà obbedendo al demonio. Il soggetto è sollecitato dalla proposta di due persone[1]: da una parte, Cristo, che alletta il suo spirito chiamandolo alla salvezza e a cercare il suo volto mediante la penitenza, la faticosa obbedienza a Dio e il cammino della croce, promettendogli l’eterna beatitudine dopo la morte, dopo averLo pregustato in questa vita; il demonio, che lo invita con allettamenti a mettersi al suo servizio, cerca di convincerlo che Dio è un tiranno, lo illude con la promessa di eterna gloria, gli prospetta di gustare il frutto proibito «gradito agli occhi e desiderabile per acquistare sapienza» (Gen 3,6) assicurandogli che gli si aprirebbero gli occhi e diventerebbe come Dio.

Tanto è astuto il demonio che si sforza di persuadere l’uomo che Dio è il suo nemico, mentre lui gli garantisce piaceri, potere, verità, possesso, libertà e divinità  pur nella futura pena dell’inferno.

Il demonio sa rendere Dio tanto odioso agi occhi dell’uomo, che questi è disposto a seguire il diavolo nell’inferno e a rinunciare alle gioie del paradiso pur di star lontano da Dio. D’altra parte notiamo che nessuno, che vuol veramente obbedire a Dio, è talmente ingannato dal demonio, che non possa accorgersene per tempo evitando l’inferno e volgendosi a Dio.

Diciamo anche che nonostante tutti gli errori filosofici contrari in circolazione, nessuno ignora in buona fede che Dio esiste. Nessuno è veramente convinto che Dio non esista perché è una dimostrazione impossibile. Nessuno ha un concetto tanto errato di Dio da non essere sufficiente alla salvezza. Nessuno è privo della voce di Dio nella sua coscienza. Nessuno ignora che Dio è la sua vera felicità.

Nessuno crede seriamente di essere Dio. Nessuno crede veramente che dopo la morte ci sia il nulla. Tutti sanno di dover render conto a Dio. Nessuno ignora che l’inferno esiste col rischio di ritrovarsi nell’inferno senza sapere per quale motivo vi è capitato. Nessuno va all’inferno se non vuole andarci. Tutti sanno che Dio giusto giudice è leale con tutti, sta ai patti e spiega a tutti il perchè dei suoi provvedimenti, sicchè nessuno ha motivo di lamentarsi o di recriminare.

Tutti sanno distinguere Dio dal demonio, anche se non è sempre facile. Tutti conoscono la volontà di Dio, anche se su ciò si possono accidentalmente sbagliare. Nessuno si trova all’inferno involontariamente, per quanto la pena eterna dell’inferno possa ripugnare alla natura. Ma tanto è il potere della superbia, che essa, pur di tenere il soggetto lontano da Dio, gli fa accettare la stessa pena dell’inferno. L’empio sa a che cosa va incontro disobbedendo a Dio, ma tanto raffinate sono le illusioni e le lusinghe del demonio e ostinata è la natura della superbia che persevera comunque nella sua sfrontata ribellione.

Il colloquio decisivo è il colloquio con Dio. Tutto deve partire da qui, fondarsi su qui, arrivare a qui. C’è però chi questo colloquio non lo vuole. Crede di potersi regolare da solo o al più facendo capo al prossimo. A questo punto però interviene il demonio, che non aspetta altro. Siccome però questo genere di persone non crede neppure al demonio, restano da lui ingannate presentandosi sotto forma di idee apparentemente provenienti da loro, ma in realtà provenienti da lui. In ogni caso Dio non abbandona neppure queste persone e fà loro capire a un certo punto da chi ricevono i messaggi. Sta a loro a questo punto seguire il demonio o seguire Dio.

Il colloquio con Dio può essere diretto o indiretto, mediato o immediato, implicito o esplicito. Che cosa abbiamo in mente quando parliamo con Dio? È importante aver cura del giusto concetto di Dio. Per quanto Dio sia infinito, incomprensibile, sovraconcettuale e misterioso, è importante concepirlo per analogia alla nostra natura di persona, togliendole ovviamente i caratteri della corporeità e della finitezza.  La Bibbia c’insegna che Dio ci parla similmente a come ci parlerebbe un’altra persona a noi superiore, sublime, maestosa, sovrana, paterna, venerabile, trascendente, sapientissima, onnipotente, amorosissima, provvidente, giusta e misericordiosa.

A Lui dunque possiamo parlare con totale confidenza, apertura d’animo, sapendo che del resto nulla Gli è nascosto. Egli solo capisce quei nostri segreti che nessun altro potrebbe capire, per cui ci basta la sua approvazione, anche se non abbiamo quella degli uomini, fossero pure uomini di Chiesa, proprio perché sono dono suo soltanto per noi, per cui solo nel nostro dialogo con Lui appaiono in tutta la loro verità, onestà e bellezza.

Il colloquio soprannaturale con Dio

Il colloquio con Dio nella Scrittura suppone la fede. Luoghi Un luogo eminenti del colloquio con Dio nella Scrittura sono il colloquio mediato dai profeti, dal Salmi, da Mosè, da Cristo, da San Paolo. Il Salmista ci insegna come dobbiamo rivolgerci a Dio, con quali sentimenti, desideri, aspirazioni, lamenti, intenzioni, aspettative, ringraziamenti, disponibilità, timori, speranze, richieste, confidenze.

Da Mosè impariamo come ci si mette in un atteggiamento di adorazione, di timore, di riverenza, di ascolto, di penitenza, di preghiera. Da Cristo impariamo come dobbiamo rivolgerci al Padre. I dialoghi di Cristo con gli apostoli o con altre persone sono esempi o modelli di come si attua il dialogo con Cristo, di che cosa dobbiamo dirGli e di che cosa dobbiamo attenderci che Egli ci dica.

Il colloquio con Dio mediante il magistero la Chiesa. Ascoltare la Chiesa vuol dire ascoltare Cristo, interloquire con la Chiesa vuol dire interloquire con Cristo, rivolgerci alla Chiesa vuol dire rivolgerci a Cristo, comunicare con la Chiesa vuol dire comunicare con Cristo, interrogare la Chiesa vuol dire interrogare Cristo, riformare la Chiesa vuol dire ricondurla a Cristo, gioire e soffrire con la Chiesa vuol dire gioire e soffrire con Cristo.

Il colloquio con Dio nella liturgia. Il colloquio con Dio nella Messa è la forma paradigmatica del colloquio con Dio. È il dialogo della salvezza, produttore di salvezza. Qualunque colloquio con Dio deve trovare qui il suo modello, punto di riferimento, ragione della sua soprannaturale efficacia. 

È l’interloquire con Dio nella Messa e nei sacramenti, compresi i sacramentali, è il dialogo con Dio certamente gradito a Dio, è il luogo dove certamente Dio ci parla, dove le nostre parole Gli sono gradite, è sorgente di grazia, di salvezza e di santità.

È il dialogo sacro e santo per eccellenza. Le parole della liturgia sacramentale, di tutti i sacramenti, sono ciò che Dio vuole che ci diciamo tra di noi e che dobbiamo dirGli. Sono ciò che Dio stesso rivela e vuole circa il dialogo dell’uomo con Dio.  Nella liturgia l’uomo parla ispirato e guidato da Dio e Dio parla così da essere compreso e da poter essere obbedito dall’uomo. Sono parole che ottengono infallibilmente l’effetto soprannaturale desiderato.

Il colloquio col confessore. È il colloquio col Padre per  Cristo nello Spirito Santo. È il colloquio dell’umile riconoscimento e confessione delle proprie colpe, è il momento delle lacrime di pentimento, è l’ora della verità e della sincerità, è il momento della confidenza, dello sdebitamento, del rendiconto e della speranza,  è la dolcissima e commovente esperienza del perdono e della misericordia, è il dialogo della riconciliazione e della pace, è il dialogo della purificazione, della liberazione e della guarigione.

Il colloquio con la Madonna. Maria ci insegna come parlare col suo Figlio e come ascoltarlo, come riceverLo nel nostro cuore, come obbedirGli e come amarLo. Il colloquio che Ella ha avuto con l’angelo è sommo modello di colloquio con Dio, non tanto per il contenuto del suo straordinario colloquio, quanto per il modo col quale Maria tratta con l’angelo, di grande riverenza ma al contempo di sommo interesse nei confronti del mistero divino che stava per compiersi in Lei, così da sentirsi spinta a gettare un guardo nella luce di questo mistero interrogando l’angelo sul come questo mistero si sarebbe realizzato.

Dobbiamo abituarci a parlare confidenzialmente e fiduciosamente con Maria, sentirla nostra Madre amorosissima e premurosissima, eventualmente davanti a una sua immagine o in un suo Santuario recitando il Rosario, senza escludere di sentirla anche come sorella nella comune condizione di figli di Dio e discepoli di Cristo, salvati dalla sua grazia.

Bisogna chiedere a Lei consiglio, conforto, difesa dal nemico infernale, pazienza nelle tribolazioni, coraggio nel bene, grande amore ed obbedienza a suo Figlio. Maria non manca di farsi sentire, di consolarci, di ispirarci opere sante e santi propositi.

Il colloquio con Maria si attua anche nell’ascolto dei messaggi mariani. Non è necessario tuttavia essere Santa Bernadetta per parlare con la Madonna. I messaggi di Medjugorje possono farci capire che cosa vuol dire parlare con la Madonna.

Occorre però fare attenzione ad evitare un’eccessiva e indiscreta credulità come un’ingiustificata diffidenza in questo delicatissimo campo delle apparizioni mariane, dove occorre muoversi con somma prudenza e consumato discernimento, docili alle disposizioni e direttive dell’autorità ecclesiastica.

P. Giovanni Cavalcoli

Fontanellato, 3 settembre 2024

Il colloquio con Dio avviene innanzitutto nel nostro mondo interiore e poi certamente grazie alla mediazione degli angeli, di Cristo e della Chiesa. Avviene sul piano della ragione e sul piano della fede. Il primo è accessibile a tutti: il secondo, per chi conosce Cristo e la Chiesa. Ma la grazia, che vuole tutti salvi, pone in comunione con Cristo e con la Chiesa anche chi, senza sua colpa, non li conosce formalmente o esplicitamente.

Qui il colloquio con Cristo e con la Chiesa diventa implicito per il tramite delle nozioni e delle parole umane che il soggetto riesce a formare e ad esprimere.  Qui Dio gli parla nella coscienza e nella ragione naturale, perdonandogli errori e lacune della sua propria religione.

Nessuno crede seriamente di essere Dio. Nessuno crede veramente che dopo la morte ci sia il nulla. Tutti sanno di dover render conto a Dio.


Immagine da Internet: San Francesco da Paola in preghiera

[1] Vedi il mio opuscolo Il progetto del demonio. La prospettiva di Satana e quella di Gesù Cristo, Edizioni Chorabooks, Hong Kong, 2021.

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