Una visione rigorista benché associata a un forte bisogno di contemplazione
Evagrio Pontico[1] è
stato un grande maestro di vita monastica e fecondo scrittore ascetico
del sec.IV. Egli ha esercitato un influsso enorme per molti secoli e fu
apprezzato anche da Santi, come per esempio S.Basilio. Ma purtroppo,
grande ammiratore di Platone, seppe assumere gli aspetti più sublimi, ma
restò ingannato dal rigorismo platonico. Ci limitiamo qui ad esaminare
brevemente il tema della castità.
Evagrio considera l’attrattiva e il
piacere sessuale come castigo e conseguenza del peccato originale. Anzi
egli crede con Origene alla preesistenza delle anime e che la stessa
distinzione dei sessi sia stata voluta da Dio in vista del peccato
originale.
Egli quindi confonde la semplice
inclinazione sessuale con la concupiscenza. Cioè non distingue quella
che è stata la reciproca attrattiva edenica («ecco finalmente la carne
della mia carne») voluta e creata da Dio, quindi in sé buona, con la
libidine o l’impulso quasi irrefrenabile alla ricerca smodata del
piacere conseguente al peccato originale.
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