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Testi di P. Tomas Tyn, OP

22 settembre, 2019

Sulla questione del celibato ecclesiastico

Sulla questione del celibato ecclesiastico

 Il perché del celibato ecclesiastico

Come è noto, l’Instrumentum laboris per il Sinodo sull’Amazzonia propone l’istituzione di preti sposati per ovviare alla mancanza del clero e per un clero che sia vicino ai problemi delle famiglie. Ciò ha riavvivato l’ormai annosa discussione circa la convenienza o meno di un clero coniugato e, per conseguenza, circa il significato e il valore del celibato sacerdotale.

Come è noto, da un punto di vista dogmatico o in linea di principio non ci sono preclusioni a un sacerdozio coniugato: il celibato non è de essentia del sacramento dell’ordine. S.Paolo, nella Prima Lettera a Timoteo, esponendo i doveri del vescovo, raccomanda che «non sia sposato che una sola volta e che sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità, perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio?» (I Tm 3, 2-5). 

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Jean-Marie Baptiste Vianney, 
dit le Saint Curé d’Ars



(immagine da internet)

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